Il Manifesto 30 ottobre 2007

MAGISTRATI SENZA PRUDENZA E SENZA SCORTA

Mariuccia Ciotta

Clementina Forleo e Luigi De Magistris hanno fatto male a parlare perchè "un magistrato non deve usare i media per acquistare consenso" e farsi pubblicità. Lo hanno detto Luciano Violante e il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Se fossimo in una democrazia "normale" potrebbero avere ragione. Ma l'eccezionalità degli interventi pubblici dei due giudici ci racconta un'altra Italia. E nel momento in cui entrambi, al centro di un caso eclatante, appaiono in tv, siamo noi cittadini a farci "pubblicità", cioè a diventare protagonisti di una narrazione del presente politico che ci riguarda. Il gip di Milano e il pm di Catanzaro ci hanno informato dallo studio di Annozero non sul merito delle indagini, non sul "loro lavoro", ma sul fatto che non riescono a svolgerlo, e sui rischi che corre l'indipendenza della magistratura. L'allarme suonato dai due giudici dovrebbe interessare tutti, compresi i politici, chiamati a far luce sulle zone oscure dove si intrecciano poteri, corruzione e mafia. I due hanno riscritto il tragico copione che fu di Falcone e Borsellino, hanno denunciato manovre intimidatorie e minacce nei loro confronti. Hanno indicato un problema, dimostrato disagio. Anche i magistrati assassinati hanno peccato allora di scarsa "prudenza e sobrietà" nell'utilizzo dei mass media? Sprezzantemente il programma di Santoro è definito "spettacolo" intendendo che tutta la tv lo è, luogo di passerelle e di chiacchericcio. Ma la Rai anche se scaduta a media shopping è pu sempre "servizio pubblico" e chi vi appare non è sempre lì per vendere la sua mercanzia. Ci sembra offensivo l'attacco a Forleo e De Magistris equiparati a testimonial di se stessi. Offensivo per noi, che in questa tv della banalità e della simulazione, per un momento abbiamo sommato la nostra solitudine a quella dei due magistrati. L'uno convocato ieri dal Csm che deciderà sul suo trasferimento d'ufficio, e l'altra priva di scorta perchè non è la piazza a spaventarla ma le istituzioni.

 

 

 

 

 

 

 

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