CORRIERE DELLA SERA GIOVEDI'  14 SETTEMBRE 2006

NUOVE SPERANZE E VECCHI TIMORI PER LA SCUOLA E IL FUTURO DEI GIOVANI

Cara Maria Latella,

A differenza degli anni passati, oggi nutro speranze in un cambiamento graduale ma effettivo del sistema scolastico.
Ma restano alcuni dei nodi critici che, secondo me, la scuola dovrebbe affrontare:
L'Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione della giornata mondiale della prevenzione del suicidio, tenuta l'11 settembre scorso, ha rilevato che la causa pincipale di morte tra i giovani dai 15 a 24 anni è la scelta consapevole di togliersi la vita (5 casi ogni 100.000 abitanti). La Scuola italiana non ha mai fatto seri programmi di prevenzione su questo problema nonostante proprio tra i banchi si possano manifestare meglio i segni del disagio.
Ancora si dispone di assicurare un'"assistenza specialistica" agli alunni disabili i quali hanno diritto all'istruzione e all'integrazione in una scuola accogliente e senza barriere, nè architettoniche nè mentali.
Su questo mi auguro che le varie autonomie scolastiche possano utilizzare meglio i finanziamenti ministeriali rivedendo il mansionario, le qualifiche e la composizione multidisciplinare del personale preposto all'assistenza specialistica dei disabili durante l'anno scolastico.
Su questi e i diversi altri problemi occorrerebbe, a mio avviso, una maggiore concertazione di servizi ed obiettivi tra l'istituzione scolastica e i servizi sociali e sanitari del territorio.
Mi auguro che quest'anno scolastico sia per ognuno di noi, nei rispettivi ruoli di genitore, insegnante, dirigente comunale o scolastico, l'inizio di un più forte e convinto impegno a lavorare seriamente per costruire tutti insieme una Scuola migliore all'altezza dei tempi.
Domenico Ciardulli
 
Risposta di Maria Latella
Io spero che questi ed altri suggerimenti, avanzati da genitori sensibili come lei, trovino ascolto. Spwro anche che le madri e i padri recuperino il rispetto per il ruolo dell'insegnante, evitando di intromettersi in scelte che dovrebbero delegare solo e soltanto ai maestri elementari e ai professori di medie e liceo. Senza la fiducia e il rispetto del ruolo, si rende molto più complicato il lavoro del docente, si trasmette insicurezza e arroganza ai ragazzi, si invadono campi per i quali occorre aver maturato una competenza che la gran parte dei genitori non possiede. Ciò detto, caro Ciardulli, spero mi permetterà di rivolgere alcune delle domande da lei poste al ministro dell'Istruzione, Fioroni, quando lunedì pomeriggio sarà ospite della trasmissione che conduco su SkyTg24  (mlatella@rcs.it)