2000 POSTI A CONCORSO NEL COMUNE DI ROMA: 2 MILIONI DI EURO PER LE CASSE COMUNALI.  MA QUALCOSA NON QUADRA....

Sono esattamente 1.995 i posti messi a concorso dal Comune di Roma per i profili professionali pių svariati: istruttori amministrativi (300 posti), istruttori dei servizi culturali (150 posti), vigili urbani (300), agli insegnanti di scuola materna (300), ingegneri (87) dietisti (57), geologi (4) archeologi (14) architetti (136) ecc ecc ecc.

Se al Comune di Napoli, per 534 posti messi a concorso, si sono presentati in 112.572 candidati, potremmo ipotizzare che al Comune di Roma, per 1995 posti messi a concorso, si presenteranno non meno di 200mila candidati.

Il conto per le casse del Comune č presto fatto: 10.33 euro di tassa concorso per ogni domanda di partecipazione moltiplicata per 200 mila concorrenti faranno incassare oltre 2 milioni di euro. Potremmo quindi virtualmente dire che il primo vincitore sarā il Comune di Roma. Torna alla grande la "lotteria del posto fisso", dopo anni di blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e si spera, ovviamente, che queste maxientrate fiscali dovute ai concorsi saranno in parte reinvestite nello sviluppo e tutela occupazionale dei cittadini romani.

Occorre perō rilevare che i bandi di concorso del Comune di Roma presentano una strana disarmonia rispetto ai profili professionali messi a concorso nel Comune di Napoli: L'assenza totale di richieste di profili professionali della filiera attinente ai servizi sociali: Nč assistenti sociali, nč management, nč educatori professionali. Eppure gli uffici comunali e municipali che si occupano del Piano Regolatore Sociale sono sguarniti da sempre di queste figure professionali. Basta monitorare le presenze ai tavoli tematici e l'approssimazione con cui si preparano i piani di zona, basta rapportare le domande di assistenza domiciliare e semiresidenziale presentate e le liste di attesa. E allora come  mai a Napoli si richiedono 165 assistenti sociali e a Roma nulla? Come mai a Roma non esiste un solo bando che riguardi i servizi sociali quando le problematiche sociali di questa cittā metropolitana sono diventate insostenibili?  Probabilmente ci saranno delle spiegazioni, visto che tutti i sindacati che hanno firmato il piano assunzionale, anche quelli di base, sembrano aver cantato vittoria sulla nuova dotazione organica.

Sarebbe pertanto corretto dare spiegazioni chiare e semplici su questa disarmonia. Non vorremmo che si ripetesse quanto accaduto nel 1996, durante la giunta Rutelli. Allora si facevano lavorare decine di persone con contratti di collaborazione per progetti sociali stagionali per poterle poi imbucare nel Comune tramite concorsi riservati fatti nel periodo di ferragosto. Sarebbe bello se il sindaco Alemanno e il suo assessore al Personale dicessero pubblicamente, con trasparenza, tramite quali strade si intende assumere assistenti sociali, educatori ed altri professionisti del sociale. Oppure, in caso l'organico sia giā al completo, se la relativa assunzione di questi profili abbia seguito altre strade, come quella della stabilizzazione a tavolino di "interinali" e "co.co.pro". Sarebbe allora giusto riconoscere, in questo secondo caso, che l'organico del "settore welfare" del Comune di Roma č stato ridefinito e rimpiazzato, non tramite concorsi pubblici, ma tramite assunzioni ad personam di atipici e precari precedentemente "imbucati" per grazia ricevuta di qualche assessore, direttore o dirigente.

Il rinnovamento etico della Pubblica Amministrazione, di cui si parla tanto in questo periodo, dovrebbe nascere dal rispetto delle regole e dal definitivo stop alle clientele partitiche. Ma quando e da dove si comincia? 

Domenico Ciardulli

 

 

 

 

 

 

Hit Counter