POLVERINI, DEL TURCO E COFFERATI...
Polverini è una sindacalista in gamba e affascinante. Le sue quotazioni politiche provengono dalle battaglie che ha fatto attraverso un sindacato di tutela del lavoro.
Una donna alla guida di un grande sindacato rappresenta una novità nel panorama nazionale. Ed è per questo che il gradimento trasversale presso l'opinione pubblica della Polverini è alle stelle e il centrosinistra ha difficoltà a trovare una candidatura alla Presidenza della Regione Lazio di pari livello.
Ma possiamo dire anche che la candidatura di Renata Polverini, al di là dello strabiliante successo che potrebbe raccogliere soprattutto rispetto ad un avversario uomo già consumato, potrebbe rappresentare qualcosa di negativo e di incoerente, un vero e proprio tradimento per i lavoratori?
Possiamo dire che Polverini (Ugl) si sta per incamminare nella stesso cunicolo che ha sfatato altri miti ? E Se non vogliamo ipotizzare per lei il triste destino e l'oblio in cui sono caduti i mezzibusti televisivi prestati alla politica come Badaloni, Marrazzo, Michelini, D'Amato..., possiamo però paragonare la sua scelta di scendere in politica a quella di altri sindacalisti ? Ad esempio Sergio Cofferati (Cgil), Ottaviano Del Turco (Uil), Savino Pezzotta (Cisl), Sergio D'Antoni e Marini (Cisl), ma anche altri di secondo piano come Claudio Minnelli, Fulvio Vento, Stefano Bianchi della Cgil. Un cunicolo, quello della Polverini che già la vede corteggiare il partito Udc di Casini e Ciocchetti nel Lazio quando quello stesso partito in Puglia mira a coalizioni e a programmi opposti.
Questo doppio canale dei tanti personaggi che dalla società civile e dal mondo sindacale entrano in lizza elettorale avvalendosi della rendita extrapartitica conferma il groviglio e la promiscuità dei poteri del nostro paese. Non si è creato forse un paradosso con Sergio Cofferati che da segretario nazionale del più grande sindacato dei lavoratori è diventato sindaco "sceriffo" di Bologna ed è stato addirittura condannato per comportamento antisindacale nei confronti dei lavoratori del teatro comunale?
Non si è creato forse un paradosso con Ottaviano del Turco che, dopo aver ricoperto dignitosamente una carica sindacale nazionale, ha scelto di candidarsi alla Presidenza della Regione Abruzzo per passare poi attraverso il carcere di Sulmona e la disgrazia di un procedimento giudiziario?
Non è forse trasformismo ipocrita anche quello di personaggi e funzionari di associazioni ambientaliste o di Centrali cooperative, denominate organizzazioni civiche del terzo settore, che vanno e vengono con disinvoltura dal primo settore quando occupano posti di partito o si candidano alle elezioni?
Renata Polverini ha davanti a se un incrocio con due autostrade ugualmente importanti: la prima è la grande occasione di un'avvincente esperienza politica e amministrativa alla Presidenza della Regione Lazio che farà probabilmente crescere e arricchire il suo bagaglio culturale e le sue già alte capacità manageriali. Sempre che riesca ad avere la meglio di fronte al "cavallo di Troia" elettorale che il centrosinistra starà preparando e sempre che riesca ad uscire indenne con la sua giunta dall'oceano tempestoso del potere delle lobbies e dei partiti.
Ma se casomai rimanesse sull'altra autostrada, quella limpida dell'impegno sindacale puro, Renata Polverini rafforzerebbe comunque la sua coerenza e la sua immagine e potrebbe comunque contribuire a fare argine, con maggiore efficacia, contro l'attuale deriva economica e crisi sociale del nostro paese.
Domenico Ciardulli
COMMENTI ALL'ARTICOLO SU BELLACIAO.ORG
|
|
|