PIU' CARCERE PER I MINORI, UNA SCONFITTA PER LA SOCIETA'
E' passato poco più di un mese dalla scadenza del bando di
concorso pubblico del Ministero della Giustizia attraverso il quale si
assumeranno 80 educatori da impiegare nel circuito carcerario minorile. E, per
una curiosa coincidenza, gli ermellini della Corte di Cassazione, attraverso una
sentenza che farà storia, decretano la mano dura della carcerazione anche per i
baby-ladri. La pena si applica qualora nel reato si configuri il furto con
scasso e lo scippo con strappo come aggravante.
I giudici della Corte di Cassazione hanno sentenziato facendo riferimento ad un
nuovo articolo del codice penale, il 624bis, introdotto nel marzo 2001 con il
"pacchetto sicurezza" varato dall'Ulivo. Ministro della Giustizia era allora
Piero Fassino e Presidente del Consiglio Giuliano Amato.
Una sentenza che farà discutere perchè in contraddizione con l'art. 23 del
decreto 488/88 di riforma del processo minorile.
Un articolo fondamentale che, per dimenticanza,non è stato affatto abolito o
modificato dal nuovo articolo del codice penale.
Una necessità dettata dall'emergenza sociale della delinquenza minorile in
continua crescita?
Di sicuro questa novità eclatante rappresenta il segno tangibile di una virata
repressiva senza precedenti che vanifica e rinuncia allo sviluppo delle
politiche educative e di reinserimento sociale messe in atto dai numerosi
progetti finanziati dall'Unione Europea.
La classica repressione da "riformatorio" nei confronti degli adolescenti, al
posto di pene alternative alla detenzione, rappresenta "il capolinea", la
rottura completa di ogni possibilità di mediazione e di ricerca sociale sul
campo.
Una radicalizzazione che, a mio avviso, non diminuirà ma, addirittura, potrebbe
aggravare il problema della microcriminalità.
E' la stessa filosofia invocata, nel caso della salute mentale, dai fautori dei
manicomi contro la legge Basaglia. In quel caso, le inadempienze organizzative
del sistema che doveva, secondo la stessa legge, offrire valide alternative
all'istituzionalizzazione, hanno indotto l'opinione pubblica e gli stessi
politici ad accettare la facile deriva verso le nuove istituzioni
semimanicomiali "privatizzate".
Domenico Ciardulli
Pubblicato su: Il Corriere della Sera del 12 settembre 2007
Pubblicato su :► Osservatorio sulla legalità e su ►Aprileonline.info