CORTEO FIOM:

 L'ANNUNCIO DI MARONI E IL FANTASMA DI COSSIGA

La manifestazione nazionale indetta a Roma dalla Fiom per sabato 16 ottobre spaventa il governo perchè probabilmente rappresenta un temibile baluardo di resistenza contro le politiche e le manovre di progressivo impoverimento delle famiglie italiane. Si sa che la piazza domani raccoglierà, assieme alle istanze dei metalmeccanici della Fiom, la solidarietà di tanti operai e operaie di numerosi comparti industriali in crisi, di tanti lavoratori precari della scuola e delle università. Si sa che sul tavolo del Ministro dello Sviluppo economico ci sono ormai centinaia di situazioni di crisi con licenziamenti, sospensioni, cassa integrazione frutto spesso di delocalizzazioni all'estero dei siti produttivi. "Il lavoro nell'era senza Cristo" titola oggi "Il Manifesto" riferendosi forse alla nota affermazione di Marchionne: " io vivo nell'epoca dopo Cristo tutto ciò che è avvenuto prima non mi interessa". Lo scrittore Alberto Asor Rosa scrive sul profitto imprenditoriale legato all'accaparramento incondizionato del tempo di lavoro degli operai nel momento in cui basta pagare soltanto mezza giornata lavorativa per averne in cambio una intera. "Il caposaldo da cui partire, scrive Asor Rosa, è la condizione della classe operaia, se si mette in discussione questo caposaldo viene giù tutto il resto". Ma torniamo all'iniziativa mediatica di Maroni di lanciare l'allarme, ottenendo le prime pagine di tutti i giornali e l'apertura di tutti i tg nazionali, su possibili infiltrati violenti nel corteo della Fiom. Si tratta della solita vecchia strategia della tensione come dice anche Di Pietro? Una cosa sembra evidente: la sostanziale passività del Viminale nel richiedere attivamente e pretendere notizie sui tifosi serbi ai servizi di sicurezza di Belgrado si sarebbe trasformata improvvisamente in un solerte e propagandato attivismo investigativo, anche all'estero, sulla grande manifestazione indetta dalla Fiom per sabato 16 ottobre a Roma. In molti si chiedono su cosa punti il ministro dell'Interno Maroni con questo grande annuncio mediatico su presunte infiltrazioni anche estere? C'è sicuramente chi pensa che il primo effetto cercato sia quello di disincentivare la partecipazione dei cittadini alimentando infondate tensioni e instillando paure generiche di eventuali disordini. Ma, pur a prescindere da questa ipotesi che se fosse vera sarebbe comunque deprecabile, scatta imperiosa un'associazione spontanea tra le parole del Ministro Maroni di oggi e i consigli che, riguardo alle infiltrazioni, Cossiga rivolgeva allo stesso ministro nel mese di ottobre 2008, durante le manifestazioni del movimento degli studenti.

Il 23 ottobre 2008 il Quotidiano nazionale pubblicava un'intervista di Andrea Cangini a Francesco Cossiga, ex ministro degli interni negli anni 70. Ecco uno stralcio in cui Cossiga parlava di infiltrazioni:
Cangini: Quali fatti dovrebbero seguire?
Cossiga: Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero Ministro dell'interno.
Cangini: Ossia? 
Cossiga: In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... 
Cangini: Gli universitari, invece? 
Cossiga:
Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
Cangini: Dopo di che? 
Cossiga: Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. 
Cangini: Nel senso che... 
Cossiga: Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano
 

Certamente il ministro Maroni è uomo intelligente ed è vero che allo stadio Marassi, pur dopo le gravi inadempienze a monte, la linea morbida ha evitato conseguenze ancor più gravi in termini di vittime. Certamente, lo speriamo, il ministro Maroni saprà agire con intelligenza anche oggi e domani correggendo l'enfasi allarmistica e tutelando la libertà di manifestare come ha fatto in passato con gli allevatori padani. Soprattutto saprà valorizzare l'importanza della partecipazione democratica. L'appuntamento di domani non riguarda il popolo sportivo, non riguarda i fan dei reality del biscione, nè un'onda passeggera, ma riguarda parte del paese reale che subisce ingiustamente gli effetti di manovre economiche squilibrate verso il basso. Una finanziaria che non salvaguarda i posti di lavoro e il reddito delle famiglie, che non taglia le "pensioni d'oro" stabilendo un tetto e vietando il cumulo con altri redditi, che non blocca l'evasione e l'esportazione di capitali nei paradisi fiscali, che non ferma l'abuso della cassa integrazione da parte delle imprese e che non ferma l'irresponsabilità sociale della facile delocalizzazione all'estero di siti industriali produttivi.

Domani "è solo l'inizio", come dice Santoro, di un autunno caldo in cui non scenderanno in piazza strumentali proteste violente per rovesciare una maggioranza di governo, ma si faranno sentire sempre più forti le legittime rivendicazioni dei cittadini per difendere l'articolo 1 della Carta Costituzionale Italiana.

Domenico Ciardulli

https://www.ciardullidomenico.it

 

 

 

 

 

 

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