Le "debolezze" di Piero e l'implacabile "Grande Fratello"

Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo viene spiato e ricattato da agenti dell'Arma dei Carabinieri durante un incontro intimo in un'abitazione al piano terra di via Gradoli, zona Cassia (casualità vuole che fosse lo stesso condominio dove, 31 anni fa, le Brigate rosse, hanno avuto un covo durante il sequestro di Aldo Moro). Nel 2005 altri carabinieri scoprono che un giovane investigatore privato si apposta ogni mattina sotto il comitato elettorale di Marrazzo, in via Lega Lombarda. A bordo della sua Y-10 riprende le persone che entrano e escono dal portone. Ma anche le targhe delle auto a bordo delle quali si sposta Marrazzo. A mio avviso, all'uomo Piero Marrazzo, vittima di una spietata ragnatela criminale, va espressa, senza esitazione, piena solidarietà per una violenza privata dalla quale nessun cittadino appare protetto.

Il giudice Mesiano viene seguito e spiato fuori dal tribunale in momenti di vita privata e alcune sue abitudini diventano oggetto di una trasmissione televisiva che tenta di esporlo al pubblico ludibrio. Il direttore del quotidiano "Avvenire" Dino Boffo si dimette a seguito dell'attacco di un altro quotidiano il quale pubblica una lettera anonima su presunte vicende con risvolti omosessuali.  Nel 2007, Silvio Sircana, portavoce di Prodi viene spiato e fotografato mentre si trovava in automobile su una strada romana frequentata da transessuali.

Su qualche testata giornalistica sembrano arrivare, con disinvoltura, in tempo reale, verbali riservati redatti da PM delle varie procure. L'ultimo verbale, relativo alla vicenda Marrazzo, è quello firmato da un procuratore aggiunto e di un sostituto il 22 ottobre e arrivato ad un quotidiano il giorno stesso.

Tre dei carabinieri arrestati per la presunta estorsione al presidente della Regione Lazio avrebbero detto di essere vittime di una macchinazione che sta sopra di loro. L'Arma, intanto, si sarebbe riabilitata subito con l'arresto delle "mele marce".

Come non ricordare, in questo frangente, la talpa che informava gli stragisti su modalità e tempi di arrivo del Jet del Sisde dove si trovavano il giudice Falcone e la moglie. Come non ricordare il ruolo dell'agente Contrada nelle vicende palermitane o l'uomo dei Servizi segreti "senza volto" protagonista occulto del grande puzzle investigativo sulle stragi di mafia.

Il filo conduttore degli avvenimenti sembra essere una sorta di "Grande Fratello" o, addirittura, nelle vicende specificatamente politiche, 2 "Grandi Fratelli", l'un contro l'altro armati, che si fanno la guerra utilizzando favori e complicità di nicchie contrapposte ben inserite nei gangli dello Stato. I due "Grandi fratelli" sparano attraverso i propri mezzi di comunicazione, i cosiddetti giornalisti e testate embedded. La data di nascita dei due Grandi Fratelli è incerta. Quello che sembra certo è che essi incombono sulle vite di tutti, limitano la libertà di pensiero e di scelta privando i cittadini di informazioni importanti, condizionando pesantemente il fluire degli avvenimenti e pilotando così gli umori dell'opinione pubblica.  Non possiamo trarre nessuna conclusione. La vicenda Marrazzo, come altre passate, rimane grottesca ed inquietante... non solo per quei giovani carabinieri "infedeli" della stazione Trionfale.

Domenico Ciardulli

25 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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