Questo intervento è stato pubblicato su Il Manifesto del 12 giugno 2007►(LINK)
DISINFORMAZIONE SUL 9 GIUGNO. REDAZIONI SENZA ETICA
E' sorprendente per me il resoconto che hanno fatto i grandi
quotidiani e le televisioni di stato della manifestazione del 9 giugno contro la
visita di Bush. Lo dico perchè alla manifestazione io c'ero e ho potuto vedere i
tantissimi che hanno sfilato da piazza Esedra a piazza Navona dalle ore 15.30 in
poi.
Mi aspettavo qualche ripresa televisiva o foto d'insieme di questa grande
fiumana di gente colorata. I più erano gente di pace che condanna la politica
militare del presidente americano.
Invece niente di tutto questo si è visto nei resoconti dei media. Anzi la prima
pagina de "La Repubblica" del giorno dopo apre con una foto di un singolo
manifestante a volto coperto immortalato intorno alle 19.00 vicino piazza S.
Pantaleo a lanciare una bottiglia contro gli scudi dei carabinieri.
Altro passaggio molto sottile e fraudolento dei media: si è dato risalto alla
vernice con la quale è stata imbrattata la lapide di Aldo Moro a via Fani
avvicinando tale episodio alla manifestazione, con la prossimità visiva degli
articoli sui giornali e di successione sonora sui gr e tg. Un evento isolato e
deprecabile che però non aveva niente a che fare con i centomila partecipanti al
corteo antibush.
La scelta di Repubblica come quella del Corriere della sera, come quella della
Rai, hanno avuto la stessa impronta: quasi nessuna immagine o sequenza "
panoramica" delle 3 ore di sfilata su via Cavour dei tanti volti e delle tante
persone di pace che avevano qualcosa da mostrare e da dire con la loro presenza,
mentre moltissimo risalto al finale del percorso quando una decina di facinorosi
provocatori, amplificati alla massima potenza dai media, ha rotto una vetrina o
ha lanciato qualche pietra o bottiglia.
Sono d'accordo che, rispetto a questo evento marginale e insignificante in mezzo
a quasi centomila manifestanti, la gestione da parte della Questura e del
Prefetto Serra sia stata equilibrata e ammirevole.
L'unico neo dell'ordine pubblico è stata la mancata previsione del tappo
creatosi in prossimità di piazza Navona.
La valanga di gente, forse non prevista nonostante il boicottaggio attivo sulla
regolare funzionalità dei treni in arrivo da Milano e dal sud, non sarebbe mai
potuta entrare tutta nella piazza di arrivo e questo ha provocato l'arresto
prolungato del flusso ed ha favorito il confronto tra minoritari gruppi di
facinorosi e i folti cordoni di forze dell'ordine.
In conclusione va dato atto alle forze dell'ordine di non aver fomentato
l'accensione di focolai di scontri ma va attribuita senza dubbio una forte
accusa alle scelte editoriali di grandi giornali e TV pubbliche per aver voluto
dolosamente disinformare gli italiani sulla riuscita della grande manifestazione
contro le guerre.
Per aver ingannato molti ignari telespettatori e radioascoltatori che hanno
ricevuto della manifestazione solo quella strana mezz'ora di tensione a San
Pantaleo e niente che potesse riguardare i contenuti, le testimonianze, i volti
e i numeri dei partecipanti.
Addirittura il taglio della prima pagina della Repubblica tenta in malafede di
attribuire il flop ad entrambe le iniziative del pomeriggio: quella di piazza
del popolo e quella di piazza della Repubblica.
Quella di ieri 9 giugno è stata senza dubbio una pagina scura nella storia del
giornalismo italiano.
Domenico Ciardulli
articolo pubblicato anche su Osservatorio sulla Legalità LINK1