OSPEDALI DEL LAZIO: I PROPOSITI IMPROBABILI DI VERONESI E MONTINO

 

"Montino si allinea a Veronesi: cena e visite più umane, cambiano i tempi nel Lazio" titola un quotidiano. In un altro articolo di rilievo nazionale il vicepresidente della Giunta regionale del Lazio, parlando del proposito di umanizzazione degli ospedali, aggiunge : "Vorremmo trasformarli in punti di socializzazione. Non devono essere carceri: così il malato si potrà distrarre e potrà contare su un sostegno psicologico che non è secondario nel percorso assistenziale".  Poi, l'on. Montino interpellato su quali risorse avrebbe intenzione di impegnare su questa operazione di rinnovamento negli ospedali, risponde: ".. queste iniziative possono contare sull'attività già molto efficiente delle associazioni di volontariato...  poi, si potrebbero coinvolgere sponsor privati per promuovere questi progetti". Non c'è dubbio che ogni iniziativa che contribuisca a rilanciare la Sanità del Lazio, dopo anni di tangenti e buchi neri, sia da apprezzare. Ma qualcosa non quadra in questa piccola rivoluzione richiesta dall'ex ministro della Salute, Umberto Veronesi, e raccolta dalla Regione Lazio, per bocca del vicepresidente Montino.

Anzitutto il fatto che "l'ospedale non debba ruotare intorno alle esigenze del medico, ma intorno a quelle del malato" non mi sembra sia una dichiarazione rivoluzionaria di Veronesi ma dovrebbe essere un diritto già acquisito e tutelato dalla legge. Infatti il decreto legislativo n.502/92 prevede un sistema articolato di norme di tutela, compresa la predisposizione di indicatori di qualità dei servizi in riferimento alla personalizzazione e all’umanizzazione dell’assistenza.

Da aggiungere, a monte delle leggi nazionali, l’articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea la quale stabilisce che l’Unione deve garantire “un alto livello di protezione della salute umana”, intendendo la salute come un bene sia  individuale che sociale, ma anche come insieme dei servizi sanitari. Inoltre si annoverano: La Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa, approvata ad Amsterdam nel 1994; la Carta di Lubiana sulla riforma dell’assistenza sanitaria, approvata nel 1996; la Dichiarazione di Jakarta sulla promozione della salute nel 21mo secolo, approvata nel 1997. Tutti questi documenti considerano i diritti dei cittadini in campo sanitario come derivanti da diritti fondamentali, universali, non disponibili per gli organi dell'Unione e per gli stati membri.

Quindi Veronesi e Montino non dicono niente di nuovo se si limitano ad enunciare alcuni principi. La novità potrebbe solo esserci  nella costruzione, e non solo nell'annuncio, di un progetto serio innovativo e praticabile di ristrutturazione del sistema ospedaliero. In altri termini, se la novità di Montino sarà quella di fare affidamento "sull'attività delle associazioni di volontariato già molto efficiente", beh mi sembra alquanto improbabile che ci possa essere un vero cambiamento nell'umanizzazione degli ospedali.

Le aziende sanitarie devono, invece, essere guidate dalla Regione Lazio in una profonda revisione quantitativa e qualitativa degli standard assistenziali e, in primo luogo, degli organici.  Altrimenti, ad esempio, come si potrebbe auspicare un reale e concreto "supporto psicologico al malato" se non si traccia una linea guida precisa sulle piante organiche da rispettare: sul numero di infermieri per turno, sull'introduzione di nuovi operatori socio sanitari qualificati, sull'impiego di assistenti sociali, educatori professionali e terapisti. Tutte figure professionali che, per legge, si richiedono alle strutture sanitarie private (Rsa) per poter essere autorizzate e accreditate (salvo poi non verificarne effettivamente il possesso dei requisiti, sigh!).

La buona volontà dell'ex ministro Veronesi e del vicepresidente Montino vanno sicuramente accolte positivamente ma non si può non chiedere loro di andare oltre l'aspetto pubblicistico e sedersi subito attorno ad un tavolo, con tutte le forze sociali e del lavoro implicate, con i cosiddetti stakeholders territoriali e affrontare, secondo il concetto di "governance", tutti i nodi cruciali e irrisolti dell'assistenza sanitaria (spoiling sistem, formazione, sicurezza degli ambienti di lavoro, concorsi pubblici ecc ecc). In questo modo, a mio avviso, si potranno allontanare eventuali sospetti di dichiarazioni preelettorali e si potrà iniziare ad intravedere una luce in fondo al lunghissimo tunnel dei processi per corruzione e concussione che caratterizzano la Sanità del Lazio.

Dr. Domenico Ciardulli

Management del Servizio Sociale Università di Roma Tre

PUBBLICATO SU:

http://www.nursindroma.netsons.org/notizie/644-ospedali-gli-annunci-improbabili-di-veronesi-e-montino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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