I PINNACOLI DEL DUOMO E LA MASCELLA DEL PRESIDENTE

L'origine delle mascelle risale a 410 milioni di anni fa. Questo evento ha portato ad un radicale mutamento nella storia dei vertebrati che da filtratori di fango sono diventati veri e propri carnivori. Il duomo (domus dei) di Milano, dedicato a Santa Maria Nascente, è la quarta chiesa d'Europa. I suoi pinnacoli, tipici dell'architettura gotica, sono una foresta di guglie aguzze, elementi che stabilizzano e decorano la "casa di Dio".

"Il diavolo sul pinnacolo. Le tentazioni di Gesù" è, invece, il titolo di un libro di David Maria Turoldo sul tema del male nella vita dell'uomo, un male che ha un nome preciso, una "contro-natura" che spinge a fare il male anche quando non lo si vuole, a godere del male degli altri, "l'ossessione nera, la presenza dell'incubo, la potenza antirazionale, liberticida" come lo chiama l'autore in pagine infuocate di passione dove Il Gesù viene portato dal diavolo sul pinnacolo del tempio e viene invitato a buttarsi giù per dimostrare la sua essenza divina.

Chissà che cosa sarà passato nella mente di quello squilibrato quando si è armato di una miniatura del duomo di Milano. Chissà se quel gesto, pur concepito da una mente malata, sia un evento sentinella di qualcosa di molto più profondo e diffuso annidato nel tessuto sociale. Purtroppo, come accade ogni tanto, sembra che qualcuno si sia già precipitato ad addossare parte delle responsabilità della violenza ai blog, ai social network e a facebook. Da qui il secondo passaggio verrebbe automatico: esattamente come nell'autoritario Iran, dove le violenze sono addebitate ai bloggers e alla rete, alcuni nostri uomini politici già preannunciano o auspicano censure e limitazioni della libertà telematica. Nessuno che faccia autocritica sui propri linguaggi, verbali e non verbali, usati quotidianamente nei comodi salotti radiotelevisivi. Nessuno che si spinga oltre la voglia di strumentalizzare politicamente e rivoltare contro l'avversario un brutto evento di cronaca.

Certo è che dopo gli scoop su "minorenni ed escort" seguito dalla separazione coniugale della first lady, il nostro paese ritorna di nuovo al centro dell'interesse di tutti i media del mondo. Ma si tratta ancora, purtroppo, di qualcosa di negativo, riguardante sempre e soltanto la figura del Premier. Egli diventa di nuovo il protagonista di lunghe serate televisive dove si fa a gara per rendere quel deprecabile episodio di violenza gratuita un vero e proprio format appetibile in termini di ascolti e di curiosità quanto "il Grande Fratello" e/o "Uomini e Donne".

Forse è verosimile quanto denuncia da tempo il Presidente del Consiglio sullo scontro tra poteri dello Stato e su operazioni mirate ad indebolire la sua persona per farlo uscire anticipatamente di scena. D'altra parte non è stato l'unico a puntare il dito contro la magistratura che lo assedia. Prima delle sue ultime bordate contro le "toghe rosse" anche le vicende del Pm Luigi De Magistris e del Gip Clementina Forleo avevano messo in evidenza aspetti oscuri e inquietanti all'interno della magistratura nei rapporti con i cosiddetti "poteri forti". Basti ricordare lo scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro oppure gli interrogativi sul ruolo che un ministro della Repubblica, attualmente alta carica del CSM, ebbe nella presunta trattativa tra Stato e Mafia durante il periodo delle stragi e attentati di "Cosa Nostra".

Forse è anche verosimile quanto afferma il presidente Violante sull'ultima grande manifestazione "viola": organizzare cortei e manifestazioni contro una persona può produrre l'effetto contrario di rafforzarne il potere.

Ma credo che sia altrettanto sbagliato attribuire la violenza che serpeggia nelle pieghe del tessuto sociale alla "manifestazione viola" o alle parole di Di Pietro o al "partito dei giudici". Semmai si potrebbe dire che l'intera casta politica, nessuno escluso, si sia imbarbarita, non solo nei suoi contenuti programmatici, ma anche nei toni e nei modi della comunicazione rispetto agli avversari e ai cittadini elettori. Infatti, il filo conduttore del linguaggio mediatico e politico di questi ultimi tempi è stato il prevalere sull'avversario/nemico. E' stata fatta carne di porco dei diritti fondamentali di migranti e richiedenti asilo annegati nel mediterraneo o imprigionati nei Centri di Identificazione e di Espulsione, di musulmani mortificati nelle loro pratiche di culto, di persone arrestate e poi decedute in carcere in circostanze misteriose, di gay e transessuali aggrediti o uccisi, di giornalisti e direttori di testate messi ingiustamente alla gogna, di bambini rom morti di malassistenza, di mille morti nei cantieri e di centinaia di lavoratori licenziati senza appello in varie regioni d'Italia... 

L'annientamento fisico dell'avversario rappresenta spesso l'obiettivo crudelmente dichiarato come modello vincente in una società che sempre di più sta togliendo spazio non solo ai più deboli e ai "diversi" ma anche a coloro che non intendono allinearsi alla filosofia dell'"ego" rampante e aggressivo. E' in questo humus patologico che, secondo me, si nutre e cresce in una vorticosa spirale il seme distruttivo della violenza e della sopraffazione. Un problema che riguarda tutti da vicino e che richiederebbe un forte sussulto di consapevolezza individuale, prima ancora che collettiva. Una nuova dimensione di cittadinanza attiva che abbia intelligenza e cuore nel guardare al proprio futuro.

Domenico Ciardulli

Articolo pubblicato su:

http://www.reset-italia.net/2009/12/15/i-pinnacoli-del-duomo-e-la-mascella-del-presidente/

http://www.ilmanifesto.it/io-manifesto/lettere-e-filosofia/anno/2009/mese/12/articolo/2008/

http://www.osservatoriosullalegalita.org/09/int/12/147violenza.htm

http://bellaciao.org/it/spip.php?article25529

http://roma.indymedia.org/node/15311

 

 

 

 

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