IL POTERE SULLE CASE E LE CASE DEL POTERE

 

E' interessante dal punto di vista storico e sociologico quanto la dialettica politica in Italia ruoti intorno al possesso o all'affitto di immobili. Ma prima di approfondire l'argomento vorrei dire che nel panorama generale del rapporto tra la "casta" e la finanza immobiliare la posizione etica e personale di Gianfranco Fini mi sembra sia la meno peggio. Conta anche il fatto che, effettivamente, il curriculum "giudiziario" dell'ex leader di An sia in qualche modo "immacolato".

L'affaire della casa di Montecarlo, pur avendo una sua specifica inconsistenza che č stata trasformata ad arte in scandalo mediatico, ricorda altre vicende che hanno toccato vari personaggi famosi. Ad esempio, eravamo nell'epoca di affittopoli e l'allora segretario del Pds l'on. Massimo D'Alema fu attaccato politicamente per l'affitto a canone agevolato di una casa Inpdap. Mentre solo pochi mesi fa anche Di Pietro era finito nel mirino degli avversari per l'affitto di un immobile di Propaganda Fide in via Quattro Fontane a Roma. In tutti questi anni numerosi sono i politici, sindacalisti e giornalisti tirati in ballo per questioni immobiliari. Il Corriere del mezzogiorno del 26 maggio 2010 titolava: "Il Pm: i coniugi Mastella hanno comprato case a Roma con i soldi dell'Udeur"; "Il Giornale" aveva addirittura provato a colpire l'immagine di Michele Santoro titolando il 22 ottobre 2009: "Arriva il condono-lampo per la villa di Santoro".

Forse per attenuare la portata dello scandalo della casa prestigiosa, con vista Colosseo, (acquistata a 3000 euro al metro quadro) che ha visto coinvolto l'ex ministro Scajola, cosė scriveva l'agenzia il Velino nel mese di agosto scorso:

"Tra gli altri politici di primo piano ad aver concluso l'affare immobiliare della vita, Walter Veltroni (a Roma in zona Fiume; anno 2005; metri quadrati 190; vani 8,5; pagato 377.590,27 euro; valore di mercato 766.703 euro; sconto del 50,75 per cento), Franco Marini (a Roma in zona Parioli; anno 2007; metri quadrati 330; vani 14,5; pagato 1 milione di euro; valore di mercato 2.188.894 euro; sconto del 54,31 per cento), Luciano Violante (a Roma in zona Quirinale; anno 2003; vani 4,5; pagato 327.000 euro; valore di mercato 637.364 euro; sconto del 48,67 per cento), Nicola Mancino (a Roma in zona Navona; anno 2001; vani 10; pagato 516.740 euro; valore di mercato 787.171 euro; sconto del 34,35 per cento) e Rosy Bindi (a Roma in zona Piazza del Popolo; anno 2006; vani 4,5; pagato 300.000 euro; valore di mercato 739.810 euro; sconto del 59,44 per cento). Il palazzo a Roma, in zona Trieste, nel quale (fino al 1999) Pier Ferdinando Casini viveva in affitto con la prima moglie, Roberta Lubich, e le figlie č stato ceduto a fine 2005 da Generali. I 5 appartamenti che lo compongono sono stati poi girati all'ex moglie (due interni), alle due figlie (uno per ciascuna) e alla ex suocera del presidente dell'Udc. Per un totale di 30 vani catastali, pagati 1,8 milioni di euro a dispetto di una stima nel 2006 (fonte Agenzia del territorio) di 5100/6900 euro al metro quadrato. Grazie ai diritti d'autore di un suo romanzo, Veltroni nel 2008 ha acquistato un appartamento di 60 metri quadrati a Manhattan per la figlia Martina, a New York per studiare cinema".

Su tutte queste vicende poi spiccano le vicende delle case pubbliche e private usate per il "sollazzo". La vicenda audiofonica di Palazzo Grazioli e delle escort tecnologicamente attrezzate si sovrappone a quella del fotografo sardo Antonello Zappadu che ha passato a El Pais le foto scattate su Villa Certosa.

Probabilmente l'opinione pubblica sarā frastornata da tutto questo "ben di Dio". Chissā quanti simpatizzeranno e tiferanno per l'uno o per l'altro immedesimandosi in una sorta di archetipo genetico dei secoli scorsi quando i sudditi e contadini gravati da fame e miseria assistevano ammirati all'ostentazione di ricchezze da parte della casa reale dei Savoia, dei Borbone o dei Papi.

Continua ad essere sempre abissale la distanza tra la casta politico sindacale e dirigenziale e i cittadini . Da una parte c'č un "Potere" che investe nel mattone e si assicura case e pensioni d'oro di fine legislatura o di fine servizio e che si concede spesso a lussuosi festini bi- trisessualizzati con o senza l'ausilio di sostanze eccitanti,  dall'altra parte ci sono larghi strati della popolazione che cominciano a soffrire seriamente la crisi economica e la precarietā del lavoro. Ci sono semplici cittadini, uomini e donne che muoiono di malasanitā per un parto o per una semplice appendicite negli ospedali pubblici, operai che continuano a morire nelle cisterne o sotto le impalcature per una criminosa inapplicazione di leggi dello stato, ragazzi disabili nelle scuole alle quali non č pių assicurato il sostegno a causa della riduzione degli organici Ata, cittadini privati della libertā e costretti a scontare la loro pena o la loro custodia cautelare subendo un trattamento disumano e degradante in carceri sovraffollate dove la pratica del suicidio e dell'autolesionismo ha cominciato a prendere piede anche tra agenti di polizia penitenziaria. Vi sono cittā e quartieri assediati da rifiuti e inceneritori e in futuro, forse, anche da scorie nucleari. Giovani generazioni condannati alla disoccupazione o al lavoro interinale senza nessuna prospettiva per il domani. Lavoratori over 40-50 proiettati fuori dal ciclo produttivo grazie alla politica dissennata della cassa integrazione a pioggia. Una politica di erogazione di fondi che, al di lā dell'effettiva sussistenza dei requisiti di crisi, induce le imprese, con la complicitā delle organizzazioni sindacali, ad utilizzare strumentalmente le risorse pubbliche per disfarsi del costo del lavoro attraverso l'abuso della cassa integrazione e dei licenziamenti. In questo contesto un'eventuale nuova campagna elettorale vedrā l'avanzata certa dell'astensione. Il non voto oggi ha solo caratteristiche virtuali e non violenti forse grazie anche all'effetto soporifero dei palinsesti televisivi ma, a mio avviso, un aggravamento della distanza tra la "casta" e i cittadini potrebbe in un prossimo futuro provocare inasprimenti pericolosi dei conflitti sociali nelle piazze e nei posti di lavoro.

Domenico Ciardulli

26 settembre 2010

 

 

 

 

 

 

 

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