QUESTO ARTICOLO è STATO PUBBLICATO DA:   ►APRILEONLINE   OSSERVATORIO SULLA LEGALITA' (IL TEMPO DEL 3/10/2007)

30/09/07  TRE CLOCHARD TROVATI MORTI NEL GIRO DI POCHE ORE, UNO ERA DECEDUTO DA 5 GIORNI

Quella dei clochard trovati cadaveri nei rifugi, nelle macchine abbandonate e sulle strade è una strage silenziosa che si protrae da molto tempo a Roma, città dal PIL positivo al 4% . Il Comune di Roma  vanta di aver messo in piedi una Sala Operativa Sociale con una decina di unità mobili di soccorso a controllo satellitare che hanno la mappa completa di tutte le situazioni di abbandono e di degrado. Eppure, in pieno centro di Roma, a via della Caffarelletta, vicino alla basilica di San Giovanni, un uomo era spirato da cinque giorni e nessuna delle unità mobili si era accorto di questo cadavere.

Era successa la stessa cosa nel mese di marzo scorso, sotto gli archi di Porta Maggiore, quando il corpo di un clochard è rimasto senza vita per tre settimane, tra immondizia e topi, prima di essere scoperto. Oppure come a Piazza Cairoli, vicino al Ministero della Giustizia, in periodo prenatalizio, sopra gli scalini di una chiesa, davanti agli sguardi indifferenti dei passanti consumatori, giaceva immobile da molte ore l'ennesima vittima della povertà.

Ma nella giornata del 30 settembre 2007, in poche ore, sono stati rinvenuti tre corpi senza vita, un altro clochard era nella zona Portuense dentro una macchina abbandonata e il terzo sotto un tendone di Ostia dove si teneva una manifestazione culturale. Avevano intorno ai 45 anni ed uno di loro era italiano.

L'indifferenza dei media e dei commentatori televisivi per notizie come queste rispecchiano il segno dei tempi: quelli che stanno ai margini, gli esclusi che muoiono silenziosamente di stenti, di denutrizione, di freddo, possono tranquillamente "passare a miglior vita". L'importante è che non si permettano di dare fastidio agli automobilisti ai semafori, oppure di sostare davanti alle vetrine o agli hotel di pregio, o che non si mettano in testa di vendere borsette facendo concorrenza ai commercianti inferociti di borgo, o che possano minimamente attentare alla proprietà privata di un supermercato, insomma, non devono disturbare la società per bene degli altri cittadini "normali" e "inclusi".

La morte massiccia di clochard che si registra nella città di Roma va incontro anche al Ministro Amato che in Finanziaria è riuscito a strappare consistenti investimenti per i patti della sicurezza stipulati con i sindaci delle varie metropoli, Veltroni in testa. Ovviamente, i decessi anticipati di devianti e senza dimora costituiscono una circostanza favorevole alla riuscita di quei patti per l'ordine pubblico. L'estinzione spontanea è effettivamente un risparmio economico e di energie,  sia sulle operazioni repressive sia su quelle di ricovero e sostegno che questa fascia di emarginazione avrebbe richiesto se fosse rimasta attiva e in vita.

Inoltre, il clochard che muore lentamente, giorno per giorno, davanti agli sguardi distratti dei passanti e nonostante le vistose automobili di perlustrazione e soccorso del Campidoglio, non disturbano più di tanto i cittadini elettori, né aumentano la loro percezione di insicurezza, anzi aumentano forse la propria autostima nell'essere altro da quella povertà morente.

Allora ci chiediamo a cosa sia servito il Piano Regolatore Sociale del Comune di Roma approvato dalla Giunta e dal Consiglio Comunale che a pagina 63 e 64, nel capitolo dedicato alla Sala Operativa Sociale, così recita: "  effettuare un monitoraggio costante del numero e della quantità degli interventi per produrre una mappatura dettagliata del tipo di disagio.... dare una risposta immediata e flessibile alla situazione di emergenza" "La presenza continuativa sul territorio cittadino delle Unità Mobili garantisce la possibilità di attivare interventi di aiuto immediati e flessibili di riduzione del danno e/o di di sostegno, rivolti sia a quanti si trovano in uno stato di bisogno sociale accidentale, sia a quanti sono in una situazione di marginalità estrema.."

Evidentemente i servizi alla persona sono oramai orientati verso il caso sociale "disturbante", il clochard un pò aggressivo che intralcia le attività commerciali da mandare subito al dipartimento psichiatrico con il trattamento sanitario obbligatorio oppure quel barbone proprietario di un appartamento maltenuto che ha bisogno immediato di una struttura di lungodegenza magari verso i castelli così si libera l'immobile...

Mi piace concludere con quanto scritto ha scritto il magistrato Livio Pepino, che condivido pienamente: "Il senso di insicurezza non è una variabile indipendente, ma il frutto di precise politiche economiche, sociali e culturali".

Domenico Ciardulli

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