Tu scendi nelle celle

Tra le tradizioni natalizie c'è anche quella che vede i microfoni di Radio Popolare trasformarsi in un passepartout che ha consentito a detenuti e familiari di scambiarsi, nella mattinata del 25 dicembre, gli auguri di Natale. Il Ministero di Grazia e Giustizia non ha concesso il permesso per la diretta da un carcere e quindi, in rappresentanza del popolo dietro le sbarre, nella Casa Circondariale di Bollate e nel carcere di Rebibbia con una delegazione di detenuti sono state registrate da Radio Popolare testimonianze, storie ed auspici per il nuovo anno.

La mattina di Natale, tra le 10.00 e le 12.00 familiari e amici di detenuti hanno telefonato in diretta allo 02.33001001 per salutare chi passerà le feste dietro le sbarre.  Una lunga diretta dove ex detenuti hanno raccontato come si vive un Natale dietro le sbarre e alcuni ospiti del carcere di Rebibbia e del carcere di Bollate hanno illustrato il menù del loro pranzo natalizio. E dove, grazie a Radio Popolare, familiari ed amici hanno raggiunto via etere i loro cari.

Spettacolare la descrizione radiofonica del lavoro di un gruppo di detenuti che ha costruito un presepe del tutto particolare riproducendo in miniatura gli edifici del carcere all'interno delle mura e dando l'idea, con un gioco di luci, della differenza percepita dai detenuti tra il dentro e il fuori. Un presepe basato sull'illuminazione diversificata dei luoghi e sul movimento di un globo terrestre mosso da un motorino rimediato artigianalmente.

Dalla rete un grosso augurio per un nuovo anno all'insegna dei diritti umani giunga a  tutti i detenuti, e in modo particolare a quelli che soffrono condizioni di sovraffollamento, di disagio strutturale e di carenze nell'assistenza legale e nell'assistenza sanitaria.

Un auspicio, infine, perchè gli educatori, i medici, gli psicologi e tutto il personale dei penitenziari abbia maggior forza e determinazione nella disobbedienza civile rispetto a disposizioni regolamentari, prassi e situazioni che travalichino i confini della carta costituzionale.

Domenico Ciardulli