Immigrati/ Acli con Fini: In Italia va introdotto lo 'ius solis'
Oggi Presidente Camera apre assemblea lavoratori cattolici APCOM
Acli con Fini sull'immigrazione per l'introduzione
in Italia del diritto di cittadinanza per chiunque nasca nel nostro
Paese. L'indicazione è contenuta nel documento politico dell'assemblea
nazionale delle associazioni dei lavoratori cattolici che si apre oggi
a Perugia e che avrà come
primo illustre ospite proprio Fini. "Constatiamo che oggi alcuni
soggetti, come i migranti, le donne e i giovani, anche se non
formalmente esclusi dalla cittadinanza, sono in grave difficoltà -
spiega il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero - e non
riescono a vivere pienamente i propri diritti. Crediamo che si debba
introdurre lo ius soli accanto allo ius sanguinis: quanti nascono sul
nostro territorio devono essere italiani, anche se i genitori non lo
sono e sono magari appena arrivati in Italia. Proponiamo poi che siano
dimezzati i tempi di concessione della cittadinanza da 10 a 5 anni e
che i minori che non sono nati nel nostro paese ma hanno compiuto un
ciclo completo di studi possano accedere al termine della scuola alla
cittadinanza". Le Acli propongono poi di introdurre delle regole
precise per poter accedere alla cittadinanza: parlare la lingua
italiana, concoscere la cultura e le norme del nostro paese, avere un
reddito da lavoro e una residenza. Secondo l'associazinoe dovranno
essere poi le organizzazioni sociali stesse, attraverso investimenti
pubblici, o le pubbliche amministrazioni, a promuovere corsi per
acquisire la conoscenza della lingua italiana e degli elementi
culturali. E al termine dei corsi ci dovrà essere una certificazione
pubblica, cioè una prova che accerti il raggiungimento di queste
conoscenze. "Quando parliamo di allargamento della cittadinanza -
aggiunge Olivero - non parliamo mai di svendita: si possono trovare
criteri di buon senso che non siano vessatori. Tutti gli stranieri
devono essere in grado di avere un minimo di conoscenze per comunicare
con gli altri. Non chiediamo di sapere la Costituzione a memoria ma di
conoscere quali sono alcuni elementi fondanti della nostra legge. E'
un modo per essere titolari di diritti e non solo di doveri e per
mettere le persone nella condizione di essere pienamente cittadini".
"E l'impegno sociale può essere un criterio aggiuntivo - continua -.
In molti casi c'è una forte propensione negli stranieri a essere
cittadini attivi, cioè avero far parte di associazioni del loro paese
ma anche del nostro. Questo però è interpretato dalla pubblica
sicurezza come un elemento di pericolo potenziale e quindi motivo di
respingimento della richiesta della cittadinanza. Abbiamo intuito che
a volte le persone impegnate in associazioni sociali, politiche o
religiose sono state discriminate, dovrebbe essere invece il
contrario, cioè considerare l'impegno come un motivo in più per
valutare che una persona è attiva anche in un'ottica sociale". Per le
Acli è importante poi anche avere un reddito da lavoro e un luogo di
residenza, ma non è indispensabile né avere una casa di proprietà né
abitare in edifici perfettamente a norma di legge perché questo
"sarebbe vessatorio". E per chi commette reati penali "si deve
escludere la possibilità di ottenere la cittadinanza, mentre per i
reati amministrativi non ci deve essere questa conseguenza". Infine il
manifesto delle Acli sulle nuove cittadinanze si allarga anche ad
altri diritti. "Riguardo alla famiglia - sottolinea Olivero -
proporremo l'introduzione del quoziente familiare per quanto riguarda
l'imposizione fiscale, per far pagare meno tasse alle famiglie con più
figli, per i giovani precari chiederemo di mantenere determinati
diritti anche quando si cambia lavoro frequentemente e sul welfare
l'istituzione di un vero fondo per la non autosufficienza in modo da
fornire più risorse per l'assistenza domiciliare". "Presenteremo il
manifesto al governo a anche ai parlamentari di maggioranza e
opposizione - conclude -. Speriamo che sia approvata una legge
bipartisan sulla cittadinanza e che la Lega faccia una profonda
riflessione sul rifiuto dello ius soli perché così si rischia di avere
dei cittadini senza diritti".