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Traduzione

Anonimo migrante del ‘900

Io sono un migrante
lascio la mia terra e i sapori,
la famiglia e i sorrisi.
Me ne vado solo, con i dolori,
con i vestiti consumati e la speranza nel domani.
Quello che mi resta sono le mie mani,
per costruire oggi le case dei signori
e un domani l’avvenire insieme ai miei cari.
Io sono un migrante, io non volevo viaggiare,
il lavoro non c’era e nemmeno il pane,
ai miei figli cosa gli do da mangiare?
Avevano detto che ci stava brava gente
e voi mi chiamate criminale,
ma mi pagate un salario che neanche ad un maiale!
I miei compari muoiono come moscerini
e ci sono anche quelli che per non crepare
incominciano a rubare ai padroni.
Essi si credono dei duri, ma sono solo orinatoi
perché, diceva mia madre,
che è con il sudore che bisogna campare.

Io sono un migrante e lavoro per voialtri,
niente possedevo e niente posseggo, solo le ossa,
che la carne si è consumata,
mi restano i figli e la pazienza
                                                                 ora che per la mia vita è morta pure la speranza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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