Dati Istat, avere figli in Italia equivale ad entrare nella fascia di povertà

 

All’inizio di novembre l’Istat ha pubblicato dei dati nazionali e regionali sulla ricchezza delle famiglie in Italia e quello che ne è emerso è un quadro a tinte fosche. Infatti, mentre tutti parlano di aiutare i nuclei familiari e sottolineano la necessità di un aumento della natalità, le cifre dicono chiaramente che avere figli è uno dei fattori che espone di più al rischio povertà. Questo vale in particolare se i figli sono due o più. Infatti le maggiori spese dovute alla presenza di bambini (una casa più grande, maggiori consumi elettrici, di acqua, di alimenti) non sono supportati da una politica fiscale in grado di aiutare i genitori. Se tale discriminazione è sempre stata evidente, il problema è tanto più rilevante ora che l’intero occidente attraversa una crisi finanziaria forte e che il costo della vita è aumentato a tal punto da erodere in maniera significativa i redditi. Eppure in Francia e in Germania la situazione è migliore; questo perché i francesi hanno da tempo adottato il meccanismo del Quoziente Familiare mente i tedeschi utilizzano il Bif – Basic Income Family, entrambi capaci di tenere in considerazione non solo il reddito dei genitori ma anche il reale peso economico dei figli. Soluzioni che in Italia nessun Governo ha avuto il coraggio di introdurre, nonostante da oltre 30 anni la Corte Costituzionale abbia sancito che il nostro sistema fiscale penalizza le famiglie con più figli ed è dunque da considerarsi incostituzionale. Noi crediamo che questa situazione possa essere cambiata proprio prendendo ad esempio Francia o Germania e inoltre introducendo nell’ iter dei procedimenti normativi una valutazione di impatto familiare (VIF), un indicatore in grado di verificare le conseguenze del provvedimento in esame. Se non si parte da queste riforme strutturali la situazione sarà destinata a peggiorare, con pesanti ripercussioni sia sul benessere delle famiglie – e dunque dei minori – sia sul fronte, già critico, della natalità.

Da Newsletter MOIGE N.34 anno 2008 – 14 novembre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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