da Indymedia piemonte . Intervista

QUANDO LA LA CGIL SI COMPORTA COME CAPO DEL PERSONALE: IL LICENZIAMENTO DI CIRO CRESCENTINI

La Fillea Cgil di Napoli licenzia uno sindacalista militante e combattivo

Il 21 Settembre scorso, Ciro Crescentini dirigente e dipendente della Fillea Cgil viene licenziato dal sindacato senza motivo. Tanta solidarietà e tanti appelli di sostegno per il suo reintegro.

a sinistra Ciro Crescentini, a destra Giovanni Sannino segretario gen. fillea cgil napoli
a sinistra Ciro Crescentini, a destra Giovanni Sannino segretario gen. fillea cgil napoli
 

(Maria Luigia Di Lorenzo) - Un amaro Natale per Ciro Crescentini, quarantasette anni, affitto di casa da pagare, una figlia di quattordici anni da sostenere. Il 21 Settembre scorso è stato licenziato dalla Fillea Cgil di Napoli – il sindacato degli edili – con una lettera che forse sarebbe stata scritta meglio e con po’ di rispetto formale da un responsabile del personale di una grande azienda multinazionale. Ciro da venticinque anni ha rivestito il ruolo di sindacalista a tempo pieno. Si è esposto in prima persona, spesso rischiando la pelle. Sempre in prima linea nella lotta contro il lavoro nero e le illegalità nei cantieri edili napoletani. Ha presentato oltre cinquecento esposti alle Asl, all’ispettorato del lavoro, alla sezione lavoro della Procura della Repubblica di Napoli. Lo abbiamo contattato telefonicamente per farci raccontare la sua vicenda. Ciro non aveva voglia di parlare. Poi la cronista l’ha convinto.

Ciro, la Fillea Cgil napoletana e nazionale sostengono che avresti rifiutato una proposta per un nuovo incarico alla scadenza del tuo mandato di segretario..

“La scadenza del mio incarico di membro della segreteria della Fillea di Napoli è avvenuta tre anni fa. Era una carica elettiva. Lasciare l’incarico di segreteria non significa essere licenziato dall’organizzazione. Non c’è scritto nello Statuto. Non ero un consulente nè un distaccato. Io ero un dipendente della Fillea Cgil di Napoli assunto regolarmente il 1 Giugno 1982. Nel mese di Luglio scorso mi era stato proposto di dimettermi, licenziarmi dalla Fillea tramite una transazione per accettare l’assunzione presso un Ente Bilaterale – di proprietà dei lavoratori e delle imprese edili. Ho rifiutato. Perché voglio continuare a fare il sindacalista della Cgil. I posti disponibili presso gli enti bilaterali vanno messi in concorso e riservati alle famiglie vittime sul lavoro. Nell’ultimo direttivo della Fillea Nazionale è stato approvato un ordine del giorno che invita le strutture dell’organizzazione ad attivarsi in tal senso. Ho dichiarato la mia disponibilità alla mobilità presso altri sindacati di categoria o di dirigere un dipartimento. Il segretario generale della Fillea di Napoli ha affermato che non potevo essere utilizzato in altre attività. Falso. Ero l’unico responsabile dello Sportello antimobbing che aveva assunto caratteristiche confederali. Inoltre ero responsabile di zona nell’area nord di Napoli e mi occupavo di vertenze molto delicate”.

Perché sei stato licenziato? Hai pestato i piedi a qualcuno?

“Un sindacalista deve svolgere il suo lavoro senza preoccuparsi di nessuno. Un sindacalista deve dare conto solo ai lavoratori ed alla propria organizzazione. Un sindacalista ha il dovere di intervenire sempre per tutelare i lavoratori – iscritti o non iscritti al sindacato – anche perché l’operaio si trova in una situazione oggettivamente di debolezza, di subalternità, di soggezione. E’ sbagliato, pensare, che si deve intervenire solo in favore degli iscritti all’organizzazione limitandosi solo a contrattare. Un’associazione sindacale deve sempre assumersi le proprie responsabilità – anche con denunce circostanziate – quando è informata di fatti illeciti e violazioni delle leggi. Un dirigente sindacale è anche un cittadino, un esponente pubblico ed istituzionale. Se viene a conoscenza di fatti e di comportamenti illeciti o di sfruttamento nei confronti dei lavoratori ha il dovere morale ed etico di agire. Non possiamo lasciare soli i lavoratori soprattutto quelli che non sono iscritti ad un sindacato. Un’associazione sindacale esiste per questo. Ha il compito di intervenire al posto di chi è debole o ha paura di organizzarsi. Un’associazione sindacale deve essere indipendente. In questo modo diventa affidabile, rafforzando il rapporto di fiducia con i lavoratori e riesce ad iscrivere anche coloro che in un primo momento hanno avuto paura”.

Un tuo esposto indirizzato alla Procura della Repubblica e all’Ispettorato del lavoro con il quale denunciavi una quindicina di cantieri edili irregolari è stato ritrovato sulla scrivania del tuo segretario generale?

“Un fatto gravissimo. L’ho ritrovato con tanto di protocollo d’ingresso dell’ispettorato del lavoro. Una violazione del segreto istruttorio. E’ assurdo che un organismo di vigilanza che svolge compiti di polizia giudiziaria possa permettere che un documento riservato possa fuoriuscire dai suoi uffici mettendo a repentaglio l’incolumità fisica del denunciante. Quante copie di quel documento sono fuoriuscite dagli uffici dell’ispettorato del lavoro di Napoli? Sono finite anche nelle mani degli imprenditori denunciati? Comunque della vicenda se ne sta occupando la Procura.

E’ inquietante, considerate le tante vittime sul lavoro…

“Faccio le dovute distinzioni. La maggioranza degli ispettori del lavoro svolgono il loro ruolo con onestà, professionalità e passione. È necessario che si faccia luce sul modo di operare e di organizzare le ispezioni sui posti di lavoro. Bisogna introdurre regole e codici etici garantendo riservatezza e privacy. Non è possibile che da oltre venti anni la sezione edilizia dell’ispettorato del lavoro di Napoli sia diretta dalle stesse persone. Un po’ di rotazione non guasta. Inoltre bisogna essere inflessibili sui conflitti d’interesse. Un ispettore delle Asl non può svolgere il lavoro di consulenza per le imprese o le associazioni industriali. La prevenzione antinfortunistica e la tutela della salute sui posti di lavoro è competenza degli organismi pubblici di vigilanza i quali devono avere a disposizione tutti gli strumenti tecnologici e le risorse per operare. E’ scandaloso vedere le strutture Asl cadere a pezzi, i centri di medicina e di psicopatologia del lavoro smantellati. Sono una garanzia per i lavoratori. Non possono essere cancellati delegando tutto ai privati.”.

Il tuo rapporto con la Cgil si è definitivamente deteriorato?

“No. Sono orgoglioso di appartenere a una grande organizzazione sindacale. Ho molta fiducia nel suo gruppo dirigente . Molti dirigenti nazionali conoscono la mia storia e il mio senso di appartenenza”.
Hai avuto tanta solidarietà da esponenti politici, lavoratori, intellettuali, artisti Dal comitato Crescentini un appello alla Fillea Cgil (clicca). E’ arrivato il sostegno dei tuoi compagni di Via Torino?
“Nei momenti difficili si valutano le persone. Sono commosso di tanta solidarietà. Sono orgoglioso perché hanno apprezzato il lavoro militante svolto in questi anni. Io ho preferito sempre concentrarmi nel lavoro di tutela e di assistenza dei lavoratori e delle lavoratrici, ho sempre mantenuto rigorosamente indipendenza e autonomia dalle forze politiche. Questo mi hanno insegnato grandi dirigenti sindacali che ho conosciuto in questi anni: Silvano Ridi, Marcello Tocco, Stanislao Nocera, Raffaele Pirozzi, Michele Tamburrino, Enzo Ceremigna, Ottaviano Del Turco, Guglielmo Epifani, Carla Cantone, Massimo Montelpari, Tonino Chegai, Gianfranco Federico, Eduardo Guarino, Antonio Lombardi, Salvatore Arnese, Andrea America, Giorgio Cremaschi, Sergio Garavini, Fausto Bertinotti. Altri dirigenti come Donatella Turtura mi hanno insegnato a essere intransigente nel combattere ogni forma d’illegalità. La solidarietà dai compagni di Via Torino? Poche telefonate, tanto silenzio. Non voglio dare giudizi e non porto rancore. Mi meraviglia. Questo comportamenti , in genere, sono diffusi nelle aziende private quando si ha paura di esporsi per evitare rappresaglie del datore di lavoro che attuano il bossing. Non comprendo questi comportamenti e paure in un’organizzazione sindacale che ha tra i suoi obiettivi, la trasformazione delle condizioni di vita e dei rapporti di lavoro. Ripeto non esprimo giudizi. Solo un motivo in più per riflettere”.

Michele Gravano, il segretario generale della Cgil Campana ha dichiarato che è venuto meno il rapporto di fiducia tra te e la confederazione…

“Michele è sanguigno. Un carattere autoritario. Spesso è distratto, informato male. A volte è portato a valorizzare chi gli dice sempre di sì senza tenere conto della professionalità di dirigenti che preferiscono lavorare in silenzio nel difendere i lavoratori e portare in alto il nome della Cgil che hanno il torto di pensare con la propria testa e non sono omologati. Nei miei confronti, Michele, ha sbagliato. Ha dato dei giudizi affrettati. Ha rilasciato dichiarazioni che sono vere e proprie cadute di stile. Il rapporto di fiducia con la Cgil non è venuto meno. La Cgil appartiene ai suoi associati, appartiene ai lavoratori , i quali continuano ad avere fiducia in me e non hanno mai autorizzato o avallato il licenziamento. Io continuo a mantenere lo spirito ed il senso di appartenenza alla Cgil”.

Perché sei stato licenziato?

“Non lo so. Penso che quella lettera di licenziamento sia stata un fuga in avanti, un azzardo, una leggerezza, frutto, forse, di un cattivo consiglio. Una lettera che apre un pericoloso precedente in Cgil, un’organizzazione sindacale che non ha mai licenziato un dipendente se non per gravi fatti o comportamenti”.

E’ vero che Gravano ti ha deferito al Comitato di Garanzia Regionale?

“Preferisco non rispondere ed attenermi alle regole dello Statuto della Cgil”

Il 18 Gennaio prossimo è stata fissata una nuova udienza presso la sezione lavoro del Tribunale di Napoli per esaminare il ricorso che hai presentato contro il licenziamento..

“Sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura ordinaria perché ho subìto un’ingiustizia. Un atto illegale. Un licenziamento nullo. La mia vicenda poteva essere affrontata in maniera diversa coinvolgendo altri livelli dell’organizzazione. Chissà, forse i tempi son cambiati. Mi difendo con dignità e non ho alcuna intenzione di sottoscrivere transazioni di tipo economico. Voglio ritornare in Cgil per difendere e tutelare i diritti dei lavoratori e sono disponibile alla mobilità mettendo a disposizione la mia professionalità anche in altre organizzazioni di categoria della Cgil. Non è colpa mia se da venticinque anni ho svolto la mia attività sindacale nella stessa categoria. Evidentemente la Fillea ed i lavoratori edili hanno apprezzato la mia professionalità ”.

Un Natale amaro…

“Natale non è la sagra del consumismo o dei cenoni . Natale ci ricorda che tanti anni fa nacque un bambino di nome Gesù il quale ci ha insegnato a combattere per l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia. I valori del Natale va vissuto e rispettato tutti i giorni. Certo, per me sarà un Natale particolare. Un Natale senza salario. Non riuscirò mai a trovare lavoro. Ho iniziato a fare il sindacalista quando avevo 22 anni. Mi sono esposto. Chi vuoi che mi assuma? Comunque, non mi rassegno facilmente. Sono abituato ai sacrifici, alla sobrietà e alla sofferenza. Mi sono sempre messo nei panni di chi perdeva il lavoro. Ecco perchè sono intransigente ed irriducibile. Lo sono ancora. Provengo da una famiglia povera, cinque figli, tradizioni socialiste. Il mio papà,metalmeccanico Alfa Romeo in pensione, il nonno, maresciallo dei carabinieri, mi hanno trasmesso tanti valori. Uno in particolare: mantenere alta la dignità. Io non mollo. Sono disposto ad arrivare fino in Cassazione per difendere i miei diritti. Perché quel licenziamento è un grave atto di ingiustizia ed è un’offesa per la nobile storia della Cgil”.

Ciro, Buon Natale e in bocca al lupo!

“Buon Natale, crepi il lupo”

 

Il business della sicurezza

Comitato Reintegro Crescentini <comitatoreintegrocrescentinicgil@yahoo.it> ha scritto:

                                                                                                                                                                 

Data: Sat, 15 Dec 2007 01:01:11

ti prego di pubblicare questo comunicato.
ciao.
 
 LA PROCURA DI TORINO INDAGA SUGLI ISPETTORI ASL, A NAPOLI LA CGIL LICENZIA UN SINDACALISTA CHE DENUNCIO' GLI ISPETTORI DEL LAVORO
 

Ciro Crescentini e Giovanni Sannino

“Mentre la Procura della Repubblica di Torino apre un’inchiesta sull'operato  degli ispettori Asl e del Lavoro, i quali secondo gli operai della Tyssen avrebbero preavvisato del loro arrivo due giorni prima e si troverebbero in conflitto d’interesse, a Napoli, Ciro Crescentini, un sindacalista e dipendente della Fillea Cgil - il sindacato degli edili - è stato licenziato dalla sua organizzazione dopo aver denunciato alla Procura della Repubblica i vertici dell’ispettorato del lavoro per violazione del segreto istruttorio ed omissione. Crescentini inviò un esposto all’ispettorato del lavoro di Napoli segnalando quindici cantieri irregolari. Il suo esposto lo ritrovò - con tanto di timbro di ingresso dell’ispettorato del lavoro - sulla scrivania del segretario generale. L’inchiesta è stata affidata al PM Francesco Curcio. Crescentini, da venticinque anni dirigente della Fillea Cgil di Napoli è stato licenziato. Moglie e figlia di 14 anni a carico. Da tre mesi non percepisce salario. Ha presentato ricorso contro il licenziamento. Il prossimo 18 gennaio si svolgerà la seconda udienza presso il Tribunale di Napoli”.

Anna De Biase
P/il Comitato Reintegro Crescentini in Cgil

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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