La Responsabile di Cnacommercio, Giovanna Marchese Bellaroto, ha scritto la seguente Lettera aperta al Sindaco Gianni Alemanno pubblicata sul Corriere della Sera del 3 gennaio 2013:


 

Caro Sindaco Gianni Alemanno,

"..ti parlo come se ti conoscessi da sempre. Perché ci conosciamo da sempre. Le strade di questa città sono le mie strade, una per una, io appartengo all'anima di questa città. Ho diviso con te le stagioni difficili e le speranze, i disagi e le gioie di un luogo senza eguali al mondo". 

Queste righe ricevute per lettera durante la campagna elettorale mi hanno convinta a darle il mio voto, indipendentemente dal suo schieramento partitico. Ero molto sensibile a quel suo messaggio forse perché come lei signor Sindaco, fin dalla nascita cresciuta a latte e politica, a 3 anni già affrancavo francobolli su missive elettorali seppur di altro colore. A quel tempo, erano gli anni '60, la politica era vissuta per difendere l'interesse diffuso della gente, mai come nell'interpretazione odierna, ridotta a personalistica scalata sociale. "Suonerebbe come una presa in giro se volessi proporti nelle poche righe di questa lettera, soluzioni a questioni complesse... Uso invece questo antico strumento perché solo così posso essere solo con te che mi leggi, per dirti l'unica cosa che voglio davvero che tu sappia, cioè che prendo con te un impegno, personale".  Una lettera, signor Sindaco, la sua, intrisa di quel senso benefico che intende la politica come un servizio alle persone, non solo quelle a lei più simpatiche o in amicizia, o quelle più potenti, ma chiunque come lei, come me e tanti altri, condivida l'essere romani. L'ho ripresa in mano oggi e le invio degli stralci, perché ritengo che forse, proprio ora per lei sarebbe importante riaffrontarne la lettura: oggi ancor di più alla luce del prossimo voto su quell'ultimo pacchetto di delibere che riguardano un aumento di autorizzazioni a cementificare la città, una terribile colata di cemento su Roma. Sarebbe il vero e definitivo sacco, molto peggio di quella della precedente Consigliatura, che rappresenterebbe la sua fine politica, non certo per le possibili implicazioni all'interno del suo partito, criticità non di mio interesse, ma soprattutto perché in maniera palese, lei tradirebbe il patto con gli elettori che leggendo la sua lettera hanno creduto, votando lei, di dare un segnale, allora forte, di discontinuità. Anche le mie speranze sarebbero disattese e questo si che mi toccherebbe da vicino! Ricorda signor Sindaco? ".l'impegno di offrire con l'esempio, un motivo anche a te per partecipare fin d'ora alla soluzione dei problemi e alla realizzazione di una crescita civile, degna del nostro ruolo nel mondo..". Io il mio onere di civis me lo sono caricato sulle spalle, senza paura di metterci la faccia, come cittadina, senza stemma di partito, anche a costo zero, convinta di averle, in nome di quelle parole, reso un servizio. La richiesta che mi permetto di sottoporle è una grande riflessione sul significato umano, più che politico, di quella lettera che nel marzo 2008 ha contribuito a farla essere oggi Sindaco, in grado di prendere, oggi e non domani, una decisione epocale scevra da tatticismi, forse molto difficile ma libera, utile se non indispensabile a poter riallacciare con la sua gente, a fine mandato, quel filo che oltre al conta dei voti, la lega al cuore dei romani.

Giovanna Marchese Bellaroto

Resp. Cnacommercio