LA LOTTA DEGLI EDUCATORI PROFESSIONALI
Carissimi , in quanto portavoce della community
degli educatori vi scrivo per farvi presente l’assurda e alquanto triste
situazione lavorativa di noi educatori professionali , laureati in scienze
dell’educazione.
La figura dell’educatore è colei che nell’ambito pratico è riposta in tutti gli
ambiti socio-educativi , lavora per e attraverso progetti , cooperative sociali
, attraverso bandi pubblici indetti dagli enti locali per la realizzazione dei
Piani di zona ; impegnata sia nella stipulazione di percorsi che siano educativi
, terapeutici , risocializzativi , individualizzati , sia nell’espletamento
stesso del progetto e del conseguimento degli obiettivi, lavorando in campi
quali:la scuola , i tribunali , le Asl , le carceri minori e per adulti , i
consultori , le comunità , le case famiglie , le ludoteche ed altro;
relazionandosi sempre con utenza diversa:minori , anziani , famiglie ,
diversamente abili , detenuti , tossicodipendenti , nomadi.
Un lavoro ed un impegno che ci prende molto sia dal punto di vista prettamente
professionale che umano , in quanto costruttivo ed in continua crescita.
Il relazionarsi , per l’appunto , con utenza diversa , ci arricchisce e ci
forma.
Ma non sempre è possibile lavorare e parlare in termini di continuità
progettuale , perché noi laureti in scienze dell’educazione siamo lavoratori
precari , siamo a progetto , siamo i co.co.co: cambiamo spesso utenza , città ,
progetto e metodologia.
Eppure le guide universitarie del 1999 , anno in cui la maggior parte di noi
utenti della community degli educatori , ci siamo iscritti alle facoltà di
scienze dell’educazione , con lo scopo di lavorare subito dopo i 4 anni di
studio , nel sociale; evidenziavano ed evidenziano tuttora i campi nei quali era
ed è possibile inserirsi subito.
Fatto eccezione per gli enti pubblici ai quali si accede per concorso dopo anni
ed altri anni di
studio ; ma ahimè siamo esclusi da alcuni di essi , quale quelli indetti dalle
ASL.
Paradossalmente a quanto le stesse università continuano a scrivere:ovvero che i
laureati in scienze dell’educazione-settore educatore professionale-possono
lavorare presso i consultori e le Asl.
Nel corso del tempo , è successo che mentre coloro che hanno seguito
semplicemente corsi regionali in qualità di educatori , hanno la priorità su
tutto , a partire dalla possibilità di accesso ai concorsi sanitari ; noi
laureati siamo o ammessi con riserva pur superando tutte le prove da quella
preselettiva agli orali o siamo completamente esclusi, perché non considerati
tali:educatori professionali.
Inoltre il Ministro della Sanità ha fatto in modo che vi accedessero solo i
laureati in scienze dell’educazione iscritti presso la facoltà di Medicina e
Chirurgia.
Novità introdotta quando molti di noi si trovavano alla fine della carriera
universitaria e quando era ancora possibile l’idea di lavorare presso le Asl.
La nostra situazione è delle peggiori: non abbiamo un albo perché possiamo
essere riconosciuti o quanto meno regolarizzati , il che consente ai
coordinatori dei progetti , alle cooperative ed ai Comuni , di affidarci
contratti neppure a termine determinato bensì a co.co.co, con scadenza
semestrale o annuale , raramente rinnovabile per quanto gli stessi bandi
evidenziano la triennalità della graduatoria; di essere sfruttati e
letteralmente sbarcati a nostre spese da un posto all’altro , di darci uno
stipendio in ritardo che non ci consentirebbe mai di creare su famiglia o
mettere su qualsiasi progetto; proprio perché lo stesso è discontinuo.
Siamo tutto e nessuno , un tutto fare senza riconoscimenti; siamo pedagogisti e
non siamo riconosciuti tali ;siamo educatori e nessuno ci conosce.
In quanto pedagogisti , potremo fare consulenze educative , occupandoci
dell’aspetto prettamente sistemico-relazionale; ma il fatto stesso che non
abbiamo un albo , non ci è consentito aprire uno studio privato ; alcuni di noi
hanno aperto la partita Iva , ma con scarsissimi successi: l’utenza preferisce
rivolgersi alle Asl o zittire , ma questo è un altro problema; la paura del
comunicare , dello scoprirsi.
Siamo oltretutto , messi fuori anche dalle scuole e dai Suoi concorsi , fatto
eccezione per chi è diplomata/0 al Magistrale o ha l ‘abilitazione , essere
laureati significa avere dei punti in più; il Ministro dell’Istruzione
preferisce affidare l’attuazione di progetti extra-scolastici ed
intra-scolastici agli stessi docenti , piuttosto che agli esperti , salvo quelli
che sono parenti ai dirigenti scolastici o ai docenti.
Eppure la figura del Pedagogista in quanto tecnico relazionale e del
comportamento , in quanto consigliere ed orientatore , potrebbe servire ed
essere molto utile ; ma ahimè l’Italia non conosce ancora l’importanza della
nostra figura nelle scuole.
Siamo inseriti in categorie molte basse , spesso posizione economica C , altre
volte B ; percependo anche cinque euro all’ora.
Una professionalità che va sempre più a sminuirsi.
Ciò che chiediamo e che stiamo chiedendo da moltissimo tempo , rivolgendoci a
trasmissioni ,
enti , ministeri , rettori di università : è il riconoscimento della nostra
figura degna di essere professionale e di ottenere tutto il rispetto che merita
e ci meritiamo ; è l’unificazione della figura educatore extra-scolastico e
sanitario , in quanto ci siamo laureati per essere EDUCATORI in tutti i campi; è
l’ottenere la stabilità lavorativa ed economica.
Il lavoro vero , e non più portare stampato quasi come etichetta adesiva o
nomignolo che ci perseguita:lavoro a co.co.co. , lavoro ad ore , a progetto.
Quanto è bello ma duro lavorare nel sociale.
Le trasmissioni , i politici , con parole ed immagini , fanno emozionare
l’Italia , mostrando comunità , scuole ,centri sportivi per i diversamente abili
; botteghe per gli ex-detenuti , che sono messe su con i nostri soldi ; ma mai
si è mostrato il lavoro che c’è dietro ; mai si è chiesto chi lavora per loro;
si usa il termine operatore del sociale …No , CI DISPIACE , chi ci lavora SONO
EDUCATORI PROFESSIONALI , PEDAGOGISTI
Ci siamo trovati , fin spesso a lavorare in luoghi dove gli operatori sociali
erano volontari , diplomati in ragioneria , o altro.
NOI SIAMO LAUREATI , SIAMO DOTTORI , e se anche non ci chiamano così , DOTTORI ,
siamo molto più che professionali.
Amiamo tantissimo il nostro ruolo e lavoro , ma soprattutto ci crediamo.
E se l’Italia è davvero una Repubblica democratica fondata sul lavoro , e se
davvero come cita l’art.36 della Costituzione , si deve garantire al lavoratore
un lavoro tale che possa far vivere dignitosamente lui/lei e la sua famiglia ;
allora NOI VOGLIAMO QUESTO DIRITTO.
Non solo VOGLIAMO ESSERE RICONOSCIUTI PROFESSIONALMENTE.
Pertanto , Vi chiediamo di citarci nelle vostre puntate, di interrogarci
venendoci a trovare con le vostre telecamere nei posti in cui lavoriamo , di
scrivere articoli su di noi ; di aiutarci nella nostra lotta ; ed a voi enti e
ministri chiediamo il diritto che ci aspetta.
Grazie.
Dott.ssa Emanuela Cimmino, Portavoce della community degli Educatori
www.minorionline.it
Contatti:
emanuela_cimmino@tin.it