Il Manifesto 26 febbraio 2008
Altro che in salita. Giornali e Tg seguono Walter
Veltroni con una passione degna di Emilio Fede. E bucare lo schermo non è
facile per una sinistra in difficoltà abbarbicata sugli strapuntini. «Il
nostro profilo è definito ma fatica ad affermarsi perché è soverchiato da un
duopolio opprimente, artificiale, che strozza la domanda di cambiamento dei
cittadini», attacca Fausto Bertinotti all'università del Sannio. Eppure, «la
Sinistra arcobaleno è la vera novità di questa campagna elettorale perché
per la prima volta le forze di sinistra si sono messe insieme non per fare
un cartello ma per costruire una forza politica del futuro».
Messaggi che cadono nel vuoto mediatico. E se a mettersi di traverso c'è
anche il sindacato, il gioco si fa davvero duro. Bertinotti da vecchio
sindacalista non nasconde come la pensa sul flirt tra Pd e i vertici della
Cgil: «Il sindacato non deve essere reclutato nel partito democratico. La
Cgil ha una grande storia di conquista dell'autonomia, ma appunto di
conquista. Il giustamente celebrato Di Vittorio diceva autonomia dai
padroni, dal governo e dai partiti». Una critica a cui Guglielmo Epifani
risponde immediatamente: «Due cose sono fuori discussione - replica il
segretario generale in una nota al pepe - l'autonomia della Cgil e la libera
scelta di ogni dirigente di esprimersi politicamente come ritiene».
Da Bertinotti (finalmente) qualche bordata anche su Veltroni a proposito di
lotta di classe «Berlusconi sta su una parte sbagliata, ma sta sul conflitto
di classe. Veltroni invece è cieco, non vede la differenza essenziale tra
gli interessi materiali degli esecutori e di chi comanda». Critico infine
anche sulle tesi di Ichino: «In passato anche Trentin e la Cgil, non certo
degli estremisti, lo criticavano. Cancellare l'articolo 18 e introdurre il
licenziamento libero senza giusta causa è un'aberrazione giuslavoristica
disastrosa per la società», dice il candidato della Sinistra.
Ciò non toglie che i «ritardi» rossoverdi ci sono e sono pesanti. Stamattina
un vertice dei segretari proprio nello studio del presidente della camera
darà il nulla osta al programma.
Mentre giovedì mattina alle 11 sarà la «città del Gusto», un'altra location
anomala, ad accogliere la presentazione pubblica della campagna di
comunicazione della Sinistra arcobaleno curata dai creativi di Art Attack.
Come spiega Carlo Borriello, il direttore dell'agenzia, si giocherà molto in
contropiede: «Se Veltroni corre da solo la Sinistra arcobaleno ha il grande
vantaggio di correre libera, di dire da che parte sta». Per questo si
rovesceranno gli slogan veltroniani. Se il Pd chiede di non scegliere «un
partito ma un paese» la Sinistra varerà la sua «campagna di parte». E al we
can obamiano si alternerà il «Si può fare di più» bertinottiano. Il catalogo
è quasi ovvio: lavoro e precarietà, diritti civili, ambiente, saperi.
Un'attenzione particolare al femminismo, visto che il corpo delle donne è
diventato il puro terreno della competizione maschile.
«Pd e Pdl presentano ricette simili perché usano gli stessi esperti e
partono dalle stesse premesse economiche e analisi sociali», spiega
Borriello. Ma i fatti aiutano a capire meglio: «Per esempio, il 70 % delle
famiglie italiane è in sofferenza. Non la vogliono chiamare lotta di classe?
Benissimo - dice Borriello - ma la Sinistra sta con queste famiglie». I 40
giorni di Bertinotti candidato premier si giocheranno gioco forza nei comizi
e sul territorio ma le sorprese, forse, arriveranno soprattutto da Internet.
«Il Web è usato da 30 milioni di italiani, in genere persone che lavorano,
ben inserite nel tessuto produttivo - spiega Borriello - per noi Internet è
un mezzo di comunicazione di sinistra. E come dimostra l'esperienza Grillo è
uno strumento di socializzazione ma anche di azione e mobilitazione
diffusa». E' quello che in America chiamano grassroot, l'erba che cresce, la
base.
Domenica (in un luogo capiente, forse al teatro Quirino a Roma),
presentazione in grande stile del programma arcobaleno. Nella speranza che
stavolta nessuno resti fuori dalla porta, una certezza c'è: a fare gli onori
di casa sarà Ascanio Celestini.
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NOSTRI APPROFONDIMENTI: STRAPPO NELLA CGIL DI PADOVA