COMUNICATO STAMPA

 

GIUSTIZIA: OPERATRICI DEL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA PER MINORI DI ROMA

LICENZIATE DOPO ANNI DI PRECARIATO

 

Le RdB-CUB denunciano l’affido di un importante e delicato servizio

a cooperative che sfruttano il lavoro precario

e ne chiedono la reinternalizzazione

I Centri di Prima Accoglienza sono nati nel 1988 con l’obiettivo di  tutelare i minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni giuridicamente inquadrabili come “minori imputabili”.  I CPA ospitano, fino all'udienza di convalida, i minori arrestati o fermati e quelli per cui non è stato possibile l'accompagnamento presso l'abitazione familiare, che possono rimanere a disposizione dell' Autorità Giudiziaria (Procuratore minorile, PM, GIP) fino a 4 giorni (96 ore).

I C.P.A. non sono caratterizzati come strutture carcerarie. Non ci sono sbarre, ma sono presenti gli agenti di polizia penitenziaria. Durante la permanenza in C.P.A. il minore è sottoposto a osservazione da parte di una équipe operativa (educatore, psicologo, etc.) che stila una prima relazione informativa sulla situazione psico-sociale e sulle risorse territoriali disponibili con l’obiettivo di fornire all’Autorità Giudiziaria competente tutti gli elementi utili ad individuare, in caso di applicazione di misura cautelare, quella più idonea alla personalità del minorenne. 

 

Purtroppo anche questo importante e delicato servizio è stato in parte esternalizzato. In base a convenzioni col Ministero di Giustizia stipulate sulla base di gare d’appalto, nei CPA operano cooperative che si avvalgono di personale che, pur qualificato, viene mantenuto in condizioni di precarietà e sottoposto ad abusi contrattuali.

 

E’ il caso del Centro di Prima Accoglienza di Roma, l’unico del Lazio, situato presso gli uffici del C.G.M. (Centro Giustizia Minorile) e  dell’U.S.S.M. (Servizi Sociali). Il CPA di Roma si compone di una Sezione Maschile e di una Femminile. La prima è gestita solo da Agenti di Polizia Penitenziaria, coordinati da un Ispettore; la seconda da 10 Operatrici socio-assistenziali e da un Agente di Polizia Penitenziaria di sesso femminile. Sono inoltre presenti gli educatori a cui vengono assegnati i minori. Tutte queste figure professionali sono coordinate dal Direttore del C.P.A.

Le 10 operatrici della sezione femminile di Roma sono dipendenti della Cooperativa “La Tartaruga verde” di Santa Marinella. In passato le stesse lavoratrici, inquadrate a tempo determinato con il Contratto delle Cooperative sociali, hanno svolto le stesse mansioni in altre cooperative.

Alla data del 31 dicembre le lavoratrici in questione sono state di fatto licenziate, mentre la cooperativa “Tartaruga Verde” ha ottenuto una proroga del servizio per il tempo necessario all’espletamento di una nuova gara d’appalto.

Questi licenziamenti sono aggravati dal fatto che le lavoratrici, tramite il sindacato RdB-CUB, avevano chiesto all’Amministrazione garanzia del rispetto dei diritti economici e normativi di fatto elusi dalla cooperativa Tartaruga Verde: turni anche di 20 ore consecutive, stipendi corrisposti con ritardo, straordinari non retribuiti, assenza di una indennità di rischio, festività non calcolate, scatti di anzianità non riconosciuti; ma anche lo svolgimento di mansioni non di loro competenza, come la sorveglianza in portineria, che può essere svolta solo da agenti armati.

In tutta risposta alla sindacalizzazione e alla denuncia delle inadempienze, queste operatrici hanno ricevuto una lettera di licenziamento. In più, violando ogni regola sulla privacy, anziché alle dirette interessate il licenziamento è stato comunicato tramite un fax inviato all’Ufficio Matricola del Centro di Prima Accoglienza, dove chiunque ha potuto leggere la comunicazione e i dati personali delle lavoratrici.

Le RDB-CUB denunciano i licenziamenti e la condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposte queste operatrici, e si batteranno non solo per sanare la situazione nel CPA romano, ma anche per chiedere la reinternalizzazione di questo importante e delicato servizio, che in base a prime stime vede coinvolti oltre 200 addetti in tutta Italia: il superamento del precariato nella P.A. non può essere di certo portato avanti ricorrendo ai licenziamenti collettivi.

 

 

Roma, 2 gennaio 2007

 

 

Ufficio Stampa

Rossella Lamina

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