RATZINGER: "IL PRECARIATO MINA LE BASI DELLA SOCIETA'

 

RITORNA DI ATTUALITA' QUESTA LETTERA APERTA AL PAPA

Essa AFFRONTA IL TEMA DELLA PRECARIETA' E DELLO SFRUTTAMENTO, FU SCRITTA DAL COORDINAMENTO OPERATORI SOCIALI DI ROMA 

LETTERA APERTA AL PAPA DEGLI OPERATORI SOCIALI DI ROMA  

 UN APPELLO FONDATO  SULLE ENCICLICHE E SUI TESTI SACRI

 

Santo Padre,

Siamo lavoratori co.co.co., co.co.pro. e soci-lavoratori di cooperative sociali che si occupano di assistenza alle persone svantaggiate nella città di Roma.

Abbiamo scelto, non a caso, il giorno in cui ricorre la Via Crucis per informarLa che i nostri diritti di lavoratori sono calpestati ogni giorno  perchè veniamo pagati in ritardo, oppure perchè veniamo pagati molto poco e non riusciamo a far fronte alle spese quotidiane per la sopravvivenza, oppure perchè non viene rispettata la nostra integrità psicofisica con orari di lavoro, condizioni ambientali e lavorative non rispettose della dignità umana oppure perchè si licenzia, si discrimina, creando così disparità e ingiustizie.

Chiediamo a Sua Santità di voler emettere scomunica, secondo la dottrina sociale della Chiesa, contro i tre massimi responsabili di questa situazione descritta, nelle persone dei tre dirigenti nazionali del Forum Terzo Settore, Lega Cooperative e Confcooperative e contro l’Assessore alla Politiche Sociali del Comune di Roma. Voglia Sua Santità richiamare le suddette persone al rispetto della Dignità umana.

La nostra richiesta, oltre a trovare fondamento sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, art. 25 (ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la Salute ed il benessere proprio e della sua famiglia) e sull’analogo art. 11 del Patto delle Nazioni Unite del 1966 sui diritti economici e sociali, poggia sulle Encicliche papali e sui sacri testi nelle parti che riguardano il rispetto della dignità del Lavoro:

 

Deuteronomio 24

14 Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nel tuo paese, nelle tue città; 15 gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e vi volge il desiderio; così egli non griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato.

 

Dall'Enciclica "Pacem in terris" di Papa Giovanni XXIII

“Va inoltre e in modo speciale messo in rilievo il diritto ad una retribuzione del lavoro determinata secondo i criteri di giustizia, e quindi sufficiente, nelle proporzioni rispondenti alla ricchezza disponibile, a permettere al lavoratore ed alla sua famiglia, un tenore di vita conforme alla dignità umana.”

 

Dall'Enciclica "Laborem exercens", cap. VI,   di Papa Giovanni Paolo II  (14 /9/1981)

"i diritti umani che scaturiscono dal lavoro" e "rientrano precisamente nel più vasto contesto di quei fondamentali diritti della persona" (11). Sono, dunque, diritti naturali dell'uomo, che gli competono per il fatto di essere tale, ma che, nello stesso tempo, sono concreti e non astratti, oggettivi e non soggettivi. Così, in primo luogo abbiamo la giusta remunerazione, ossia il salario (12) "rimane una via concreta, attraverso la quale la stragrande maggioranza degli uomini può accedere a quei beni che sono destinati all'uso comune [...] il giusto salario diventa in ogni caso la concreta verifica della giustizia di tutto il sistema socio-economico" (13). Vi sono poi: il rispetto dell'individualità della persona (15); …un ambiente di lavoro in cui non corra pericolo la salute (16); il diritto ad associarsi e unirsi in sindacati (17); il diritto di sciopero (18);…

 

Dall’Enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII

“17. Principalissimo poi tra i loro doveri è dare a ciascuno la giusta mercede. Il determinarla secondo giustizia dipende da molte considerazioni: ma in generale si ricordino i capitalisti e i padroni che le umane leggi non permettono di opprimere per utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sulla miseria del prossimo. Defraudare poi la dovuta mercede è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio. Ecco, la mercede degli operai... che fu defraudata da voi, grida; e questo grido ha ferito le orecchie del Signore degli eserciti (6). “

33. “Quanto alla tutela dei beni temporali ed esteriori prima di tutto è dovere sottrarre il povero operaio all'inumanità di avidi speculatori, che per guadagno abusano senza alcuna discrezione delle persone come fossero cose. Non è giusto né umano esigere dall'uomo tanto lavoro da farne inebetire la mente per troppa fatica e da fiaccarne il corpo. ..Non deve dunque il lavoro prolungarsi più di quanto lo comportino le forze. Il determinare la quantità del riposo dipende dalla qualità del lavoro, dalle circostanze di tempo e di luogo, dalla stessa complessione e sanità degli operai.

Se costui, costretto dalla necessità o per timore di peggio, accetta patti più duri i quali, perché imposti dal proprietario o dall'imprenditore, volenti o nolenti debbono essere accettati, è chiaro che subisce una violenza, contro la quale la giustizia protesta.”

 

Coordinamento Cittadino Operatori e Operatrici Sociali 

cocittos@virgilio.it

Via Appia Nuova 357 Roma- riunioni ogni giovedì sera ore 21.00

 

N.B: Questa lettera è stata inviata agli Organi di Stampa Venerdì 25 marzo 2005. Il cocittos si è sciolto il 20 maggio 2007

 

 

 

 

 

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