Fonte: Liberazione 3 aprile 2008
4 aprile, educatori in piazza. E' la prima volta
Gli educatori in Italia non esistono
Caro direttore, venerdì 4 aprile
educatori/trici (250mila) impegnati nel sociale e nei servizi alla persona
sciopereranno per la prima volta nella loro storia al fine di sostenere la
vertenza per il rinnovo contrattuale. Se fosse tutto qui, potremmo dire in bocca
al lupo, invece no, non è tutto qui. Gli/le educatori/trici, professionisti che
hanno studiato nelle università italiane almeno quanto gli psicologi o gli
ingegneri, non godendo di nessun ordine corporativo che li protegga e non avendo
influenti rappresentanti in Parlamento, continuano a soffrire di salari da fame
e di considerazione zero. Eppure svolgono ormai in quasi tutti i campi delle
attività di cura-aiuto e promozione positiva della personalità degli individui
un ruolo centrale e fondamentale per il benessere degli individui, in
particolare i più svantaggiati, ma non solo. L'educazione, ad ogni emergenza
nazionale, è tirata in ballo da destra a sinistra, ma agli scienziati
dell'educazione non si riconosce nulla. Solo per fare un esempio: ho ricevuto un
curriculum vitae da una laureata in psicologia che lo ha inviato per un posto
vacante da educatrice in uno dei servizi che coordino. Nella presentazione
scrive che lei cerca un posto da psicologa, ma nel caso può fare anche
l'educatrice (si accontenta?). Ho risposto alla signora se, a suo giudizio, il
suo ordine accetterebbe che i pedagogisti facessero gli psicologi? La risposta è
che non possono farlo. Neppure gli psicologi possono fare gli educatori, eppure
il mondo educativo è pieno di laureati in psicologia che fanno il nostro
mestiere e il loro ordine lo sa bene, ma non dice nulla. In realtà in Italia
tutti possono fare gli educatori, basta avere una laurea, ma gli educatori hanno
competenze proprie, frutto di anni e anni di elaborazioni scientifiche rigorose…
Le nostre controparti attuali sono le cooperative sociali che in questi ultimi
20 anni hanno visto affidarsi tutti i servizi pubblici che sono stati
esternalizzati. Le cooperative sociali sono una controparte tremenda perché,
essendo trasversali ad ogni schieramento e partito politico, sono protette da
governi e sindacati. Io sono iscritto alla Cgil e quando mi recai alla Camera
del lavoro metropolitana mi iscrissero, da educatore, nel comparto della
funzione pubblica ma ai tavoli di rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici
gli educatori non esistono. Anche Rifondazione dovrebbe guardare con occhi
diversi a questo scandalo intollerabile. Buon sciopero!
Diego Valeri via e-mail