Rimborsi agricoli gonfiati, blitz in 4 regioni: 45 arresti e oltre 500 indagati
Maxitruffa alla Ue, un bottino da 26 milioni di euro
 

Una truffa ai danni dell’Unione Europea è stata scoperta dalla procura di Palmi (Reggio Calabria) che, attraverso i carabinieri, ha eseguito in Calabria, Lazio, Toscana e Piemonte 45 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
L’operazione, denominata “Withdrawal” (ritiro), si è svolta nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma e Prato. Gli illeciti sono stati commessi tra il 2000 ed il 2006. Eseguiti anche sequestri patrimoniali per un importo equivalente agli illeciti accertati (26 milioni di euro). Nel mirino degli investigatori sono finiti dirigenti e funzionari regionali, presidenti di cooperative, amministratori e soci di organizzazioni e unioni di produttori del settore dell’ortofrutta, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata consumata e tentata ai danni della Ue, corruzione e falsità in atto pubblico commesse da pubblici ufficiali e privati. L’indagine, sviluppata dal comando dei carabinieri delle politiche agricole di Roma e dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e Reggio Calabria, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi.
L’operazione, concentrata nelle campagne ortofrutticole dal 2000 al 2006, ha permesso di scoprire l’utilizzo di documenti fiscali e amministrativi falsi presentati all’Agenzia per le Erogazioni in agricoltura di Roma finalizzati ad ottenere illecitamente 26.500.000 euro di contributi comunitari per ritiro dal mercato, riconoscimenti e programmi operativi.
Nel corso delle stessa attività investigativa, iniziata nell’agosto del 2003, i militari del Nucleo antifrodi di Roma hanno impedito l’erogazione di 13.000.000 e anche denunciato a piede libero 544 persone. L’inesistenza di alcune ditte, importatrici di succo d’arancia in Francia e Spagna, e dunque la falsità delle dichiarazioni presentate da alcune industrie di trasformazione calabresi, è stata rivelata grazie all’accertamento dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode della Commissione europea. L’organizzazione sgominata dai carabinieri del comando politiche agricole aveva base operativa a Rosarno (Rc) e ramificazioni in tutta la Calabria per ottenere finanziamenti illeciti. I personaggi finiti nel mirino degli investigatori si attribuivano terreni senza averne titolo, con falsi contratti di affitto e comodato, dichiaravano produzioni inesistenti, figuravano “venditori di partita iva” per avvallare acquisti o operazioni commerciali inesistenti per circa 130 milioni di euro.
Operazioni che facendo aumentare il valore della produzione commerciale permettevano alle organizzazioni di produttori di aumentare, proporzionalmente, la percentuale di agrumi oggetto del ritiro dal mercato. La complessa indagine è frutto di un lavoro di oltre 3 anni ed è stata coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Antonio Vincenzo Lombardo, Francesco Tedesco e Valeria Cerulli che hanno richiesto i provvedimenti restrittivi eseguiti con il supporto del personale delle compagnie dei carabinieri di Gioia Tauro (Rc), Vibo Valentia, Taurianova (Rc), Palmi (Rc), Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone, Lametia Terme (Vv), Soverato (Cz), Roccella Jonica (Rc), Roma Eur e Prato.
 

Tratto da La Padania [Data pubblicazione: 24/04/2007]