ROMA — Il tono è calmo, ma le parole sono pietre: «Questo non è
giornalismo, non è servizio pubblico. Questo è un linciaggio. E questi signori
sono il Ku Klux Klan dell'informazione italiana. Sono una setta che ritiene di
poter sparare, ammazzare le persone o ferirle moralmente ritenendo che poi,
sorridendo cinicamente, si possa far finta di nulla e andare avanti, con
un'altra puntata, un altro linciaggio ». Aveva detto che non l'avrebbe visto
Anno Zero, Clemente Mastella. Si era ripromesso di passare la serata «con mia
moglie e i miei figli, chissene importa di quella roba », ma era una bugia a cui
non credeva nemmeno lui. Certo che l'ha visto Santoro intervistare la Forleo,
Ruotolo il pm de Magistris, mentre dietro di loro passavano come una condanna
gli striscioni dei ragazzi di Catanzaro «Trasferiteci tutti», «Mastella Tvb». E
certo che l'ha sentito Marco Travaglio dargli del piduista, come e più di
Berlusconi. Per questo, anche se il Guardasigilli vorrebbe rimandare ogni
analisi a stamattina, quando terrà una conferenza stampa decisa ieri sera in
tutta fretta, la rabbia lo spinge a sfogarsi, a dire quello che pensa di un
giornalista e di una trasmissione da cui si aspettava da giorni un attacco, ma
«non così».
Allora, che effetto le ha fatto Anno Zero?
«Io sono sereno perchè ho la coscienza a posto, ma penso che così non si può
andare avanti. Non abbiamo assistito a una trasmissione, ma a un linciaggio. A
un processo stalinista».
Però ministro in due ore e mezza di trasmissione si sono viste interviste, lette
carte, ascoltate intercettazioni, ottenute testimonianze
«No guardi, quella non era affatto un'inchiesta giornalistica, che può essere
spietata ma se è seria è benvenuta. Quello che ha messo in onda Santoro è stato
solo un giornalismo d'accatto, livoroso, rispetto al quale bisogna far fronte
comune, perché oggi è toccato a me ma domani potrebbe toccare a chiunque altro,
e non è tollerabile».
Sta chiedendo solidarietà ai suoi colleghi della maggioranza?
«Mi rivolgo a tutti gli uomini che amano la libertà. La mia è una chiamata a
raccolta degli uomini liberi di questo Paese».
Una chiamata a raccolta contro Travaglio e Santoro?
«Non vorrei nemmeno parlare di un giornalista come Travaglio, che sembra non
abbia diritto di parola e invece scrive su più giornali lui di chiunque altro
tra i suoi colleghi...».
Le ha dato del piduista «professionista », con tanto di finto omaggio di Gelli:
che replica?
«Intanto vedremo come replicare, lo vedremo presto: cappuccio io? Io che di quel
mondo mai ho fatto parte? Pazzesco... Comunque, sa che mi viene spontaneo?
Mi viene di difenderla la massoneria, perché non è accettabile il linciaggio di
nessuno, nessuno al mondo».
Adesso porterà avanti l'iniziativa minacciata dall'Udeur, presenterà in Senato
una mozione di sfiducia contro il Cda Rai?
«Non lo so ancora, sono tutte cose che vedremo nelle prossime ore».
E dei magistrati che hanno partecipato alla trasmissione - la Forleo in
collegamento e de Magistris con un'intervista registrata - cosa pensa?
«E' un problema del Csm, non mio, non me ne occupo. Io sono uno che l'autonomia
della magistratura la rispetta».
Paola Di Caro
05 ottobre 2007