fonte: http://www.vita.it/news/view/102888 28 aprile 2010
CARCERI. Più "affettività" contro i suicidi
La nuova circolare del ministero: «Aumenteranno gli spazi per le relazioni con i familiari»
In burocratese quello partito oggi
nelle carceri italiane è un "un nuovo modello
trattamentale fondato sul mantenimento delle relazioni
affettive”, in altre parole: più tempo per i detenuti da
passare con i familiari. Il nuovo corso, delineato in
una circolare pubblicata ieri dalla Direzione generale
detenuti del Dap e firmata da Sebastiano Ardita, vuole
cercare di ridurre e eliminare il rischio di suicidi in
carcere. E proprio ieri la cronaca registrava il 22
esimo caso.
La circolare precisa che «saranno ampliati gli spazi e i
momenti di affettività tra idetenuti comuni (e non
quelli in regime di carcere duro 41-bis o in alta
sicurezza ) e i loro congiunti e familiari, e saranno
anche coinvolti i magistrati di sorveglianza
nell’elaborazione di progetti che facciano perno sulla
valorizzazione dei momenti di affettività per rafforzare
percorsi trattamentali». Perchè il Dap indica di
«fondamentale importanza l’adozione di tutte le misure
organizzative possibili per evitare ogni contrazione del
servizio dei colloqui». Non si tratta delle “celle
dell’amore” per incontri anche di carattere sessuale,
auspicate dal sottosegretario alla Giustizia Elisabetta
Casellati, ma i direttori vengono invitati «a profondere
ogni sforzo affinché il processo di
costantemiglioramento della "normativa" interna, e la
conseguente riduzione del disagio della popolazione
detenuta, non vengano rinviati ai futuri prossimi
risultati della realizzazione del piano carceri».
In questa direzione anche «la possibilità da parte di
carcerati di chiamare dal
carcere i familiari anche al telefono cellulare
(attività oggi vietata ndr), nel caso in cui non abbiano
avuto la possibilità di vederli o contattarli per un
periodo di almeno 15 giorni. In secondo luogo, più
contatti con la famiglia e gli avvocati difensori. Nei
casi di «particolare urgenza o rilevanza, in presenza di
figli con meno di dieci anni oppure di trasferimento in
altro carcere, il detenuto è autorizzato dal direttore a
telefonare al proprio difensore oltre i limiti
numerici previsti dal regolamento».
Oggi i detenuti sono arrivati a superare quota 67.500,
contro i circa 43mila posti regolamentari. Per una
"umanizzazione della condizione detentiva" il
Dipartimento intende affrontare la creazione di uno
staff multidisciplinare che prenda immediatamente in
carico i detenuti a maggior rischio suicidio (per lo più
persone che non hanno mai messo piede in carcere,
tossicodipendenti o con problemi psichiatrici); staff
composto anche da volontari ai quali il Dap dà ora
maggiore possibilità di accesso in carcere, "almeno fino
alle ore 18" e non più solo la mattina