NOTIZIA ANSA

2007-04-04 19:55
GINO STRADA: SENZA RAHMATULLAH EMERGENCY VIA DALL'AFGHANISTAN
ROMA - "Senza Rahmatullah Hanefi (l' intermediario di Emergency attualmente detenuto in Afghanistan, ndr) si lavora in modo teso e male. O torna con noi o ce ne andiamo. Non ha senso che Emergency resti in un Paese dove uno del nostro staff possa essere arrestato". Lo ha detto Gino Strada ai cronisti, dopo essere stato sentito per circa un' ora e mezzo dai magistrati di Roma che indagano sul sequestro di Daniele Mastrogiacomo.
Il fondatore di Emergency ha ribadito che il ruolo della sua organizzazione durante il sequestro dell' inviato di Repubblica è stato attivato su richiesta "del Governo italiano" e che "l'organizzazione ha fatto tutto in sintonia con il Governo italiano".

Strada non sa darsi pace sui motivi che abbiano determinato l' arresto dell' intermediario: "Non si capisce - ha sottolineato - perché viene concordato uno scambio e poi viene messo in prigione il mediatore. Questo vuol dire rimangiarsi gli accordi, accordi presi da Romano Prodi e da Karzai". Dopo aver definito Rahmatullah un "desaparecido" che non ha avuto "la possibilità di parlare o di incontrare nessuno tra avvocati, familiari ed esponenti di Emergency", Gino Strada ha sottolineato che, se tornasse indietro, si riadopererebbe nuovamente per la liberazione di Mastrogiacomo, ma prima farebbe "nominare rappresentante ufficiale del Governo italiano Rahmatullah". Il fondatore di Emergency ha ribadito che continuerà la sua battaglia per la liberazione dell' intermediario, senza dimenticare la figura di Adjmal, l' interprete di Mastrogiacomo attualmente ancora nelle mani dei taleban, definendo tutta la vicenda "una cosa assurda e scandalosa". "Il Governo afgano é impegnato a fabbricare prove che non esistono", ha concluso Strada.