PROCESSO PER LA MORTE DI FEDERICO ALDROVANDI
IMPUTATI
Delitto p. e
p. dagli art. 113, 51, 55, 40 cpv 589 c.p. perché, in cooperazione tra loro e
consapevoli ciascuno della condotta altrui, in qualità di agenti componenti le
volanti alpha 2 e alpha 3, intervenuti in via Ippodromo a seguito di chiamate di
privati cittadini che avevano segnalato la condotta molesta e di disturbo di un
giovane (successivamente identificato in Federico Aldrovandi), con colpa
consistita nell’eccedere i limiti dell’adempimento di un dovere ed in
particolare:
-
nell’avere
omesso di richiedere immediatamente l’intervento di personale sanitario per le
necessarie prestazioni mediche a favore di Federico Aldrovandi descritto dagli
stessi agenti in stato di evidente agitazione psicomotoria;
-
nell’avere
in maniera imprudente ingaggiato una colluttazione con Federico Aldrovandi al
fine di vincerne la resistenza eccedendo i limiti del legittimo intervento; in
particolare, pur trovandosi in evidente superiorità numerica, percuotevano
Federico Aldrovandi in diverse parti del corpo facendo uso di manganelli (due
dei quali andavano rotti) e continuando in tale condotta anche dopo l’immobilazione
a terra in posizione prona;
-
nell’avere
omesso di prestare le prime cure pur in presenza di richiesta espressa da
parte di Aldrovandi che in più occasioni aveva invocato
“aiuto” chiedendo altresì di interrompere l’azione violenta con la
significativa parola “basta”, mantenendo al
contrario lo stesso Federico Aldrovandi, ormai agonizzante, in posizione prona
ammanettato, così rendendone più difficoltosa la respirazione;
cagionato o
comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi determinato da
insufficienza cardiaca conseguente a difetto di ossigenazione correlato sia
dallo sforzo posto in essere dal giovane per resistere alle percosse sia alla
posizione prona con polsi ammanettati che ne ha reso maggiormente difficoltosa
la respirazione.
In Ferrara il
25 settembre 2005
LA PERIZIA DELLA FAMIGLIA
(LEGGI)