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MASTROGIACOMO E BALDONI

EMERGENCY E CROCE ROSSA ITALIANA

Esultiamo tutti per Daniele dopo le tante ansie e preoccupazioni di questi quindici giorni. Con il suo sequestro e gli ultimatum annunciati si è aperta la vecchia lacerante ferita nella nostra memoria, quella della morte di Enzo Baldoni, preceduta da quell'ultimatum sul ritiro dei nostri soldati dall'Iraq.

Ricordiamo quel mese d'agosto del 2004 quando l'allora Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Maurizio Scelli si era detto ottimista sulla liberazione del giornalista. Ricordiamo anche alcune sfasature tra le iniziali dichiarazioni della CRI sul mancato arrivo di Baldoni a Najaf e le immagini televisive della troupe Rai che hanno invece smentito quelle dichiarazioni.
Enzo è rimasto stritolato nel meccanismo terribile della guerra irakena dove prevale unicamente la voglia di massacrare la controparte, una spirale innestata dalla esportazione forzata della democrazia basata sull'inganno delle false prove in sede ONU. 
Ogni trattativa allora ha fallito e tante sono state successivamente le vittime di sequestri in quella guerra.
Daniele, oggi, è stato invece felicemente restituito ai suoi familiari, ai suoi colleghi e a tutti noi.
All'esito positivo del sequestro va certamente riconosciuto il ruolo catalizzatore dei governi italiano ed afghano nel voler trattare con i sequestratori, avendo come finalità prioritaria la tutela della vita umana e la volontà di soluzioni negoziate e pacifiche. 
Ma il grande riconoscimento va, a mio avviso, soprattutto a Gino Strada e alla credibilità internazionale della sua organizzazione. 
Senza l'attivo intervento di Gino Strada sarebbe mancato quell'elemento indispensabile di neutralità e di affidabilità nell'opera di mediazione.
A mio avviso, la trattativa non è stata una resa, ma un segnale positivo di reciproco riconoscimento tra le parti.
Da questa vicenda potrebbe nascere qualcosa di nuovo nella situazione politico-militare afghana. Potrebbero aprirsi spiragli nella volontà di pacificazione e di processi di autodeterminazione liberi da ingerenze militari esterne.
Emergency e Gino Strada sono riusciti a salvare Mastrogiacomo perchè portano un efficace messaggio di pace in tutto il mondo con la loro pratica quotidiana di tutela della vita umana senza alcuna differenza di ceto, di religione, di nazionalità.
Ma fino a quando il nostro paese, rimarrà assoggettato e succube dei trattati bilaterali degli anni 50 e continuerà a non dare ascolto alle indicazioni sagge di questa grande Organizzazione Non Governativa sulle ipocrisie di alcune operazioni di "peacekeeping", di "guerre umanitarie", di occupazioni militari travestite da missioni di pace, sulla cessione di ampi territori nazionali per trasformarli in basi militari straniere, tutti noi saremo, ancora e sempre, sul filo del rasoio.
Domenico Ciardulli
 
 

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