IL GIARDINO PUBBLICO DI VIA TARSIA:  NO ALLA DEMAGOGIA E NO ALLA PRIVATIZZAZIONE

Sul corriere della sera del 31 marzo 2009 nella pagina della cronaca di roma (che potete leggere cliccando sul link verde sotto) il presidente Milioni risponde sulla mancata manutenzione del giardino di via Tarsia dove mancano le altalene e alcuni giochi sono da risistemare o sostituire. Milioni promette che "appena avremo a disposizione i fondi" già previsti nel bilancio comunale approvato "potremo disporre degli interventi che ho già in programma".  Ma l'argomento inedito di cui, a proposito di via Tarsia, il presidente del municipio XIX parla alla cronista del corriere è l'intenzione di mettere  mano alla recinzione del giardino e chiudere a chiave il cancello "per evitare che l'area diventi un rifugio per  emarginati e per evitare azioni di vandalismo soprattutto di notte".  Il presidente non parla di "ronde" ma parla di "un gruppo di genitori che si dovranno occupare di aprire e chiudere il parco e segnalare eventuali situazioni di disagio". Con queste argomentazioni Milioni, io dico furbescamente, allude al vandalismo come causa dello stato del giardino e non sa, o fa finta di non sapere, che quei moduli gioco, installati dal Municipio durante la giunta Visconti, sono stati oggetto di diatriba con il servizio giardini di Porta Metronia per il loro collaudo e adeguamento alle norme di sicurezza. Quindi, a mio avviso, non sono stati gli emarginati e i vandali a causare il deterioramento dell'area ma la qualità delle opere, l'usura e la mancata manutenzione. Se poi si cercano appigli per privatizzare gradualmente il giardino affidandolo a qualche esercizio commerciale o a qualche gruppo di simpatizzanti, renderlo accessibile solo ad una cerchia "per bene" di persone e chiuderlo le sere di estate ai giovani, agli adolescenti e agli "emarginati" il presidente lo dica chiaramente.

L'emarginazione di cui Milioni parla si alimenta di recinzioni più alte ( magari tipo campi di concentramento), di serrature, di guardie e guardiani. Lo spazio pubblico non può che essere pubblico. Se dovesse diventare un nuovo parco giochi a pagamento come quello di fronte al Gulliver sarebbe un furto ai danni della collettività, se dovesse diventare un parco ad orario come quello di Palmarola, dove per festeggiare un compleanno occorre dare un obolo al gruppo dei "guardiani", sarà lo stesso, a mio parere, una sottrazione di bene pubblico. Apriamo il piccolo parco di via Tarsia giorno e notte, con adeguata illuminazione, di iniziative culturali, di cinema e musica, facciamo andare periodicamente l'Ama e la Multiservizi e/o i servizi tecnici. E' questo il modo di valorizzarlo e tutelarlo dal degrado, non servono recinzioni più alte, cancellate, guardiani e commercianti.

IL PRESIDENTE MILIONI INTERVISTATO SUL CORRIERE DELLA SERA

 

 

 

 

 

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