Intervista/1
Il pedagogista Benedetto Vertecchi:
«La scuola fa acqua da tutte le parti. Sviluppare una giusta valutazione»
Benedetto Vertecchi, professore di pedagogia sperimentale
all'università di Roma Tre, e uno delle massime autorità scientifiche nel
campo della valutazione invita a leggere con attenzione i dati resi noti
ieri dal ministero dell'Istruzione: «Il dato più rilevante riguarda
certamente i non ammessi, probabilmente più numerosi nelle scuole private.
E' un po' togliere il velo sugli imbrogli che sono stati commessi negli anni
passati». Tuttavia Vertecchi non si entusiasma per il richiamo al rigore del
ministero: «L'esame rischia di essere la panna finale su una torta
immangiabile».
A cosa si riferisce, professore?
La scuola, soprattutto quella superiore, fa acqua da tutte le parti.
Bisognerebbe fare un giro turistico nelle scuole del nostro paese: dalle
classi i ragazzi entrano e escono come fossero al bar, si osserva
un'incapacità della scuola nel coinvolgere gli studenti nel compito
dell'apprendimento
Di chi è la colpa?
Alla scuola si è chiesto di fare tutto, tranne il suo compito.
Quando la scuola diventa supplente della società civile, finisce per perdere
la sua identità. Ricordo il '73 ela crisi petrolifera. Qualcuno ebbe l'idea
di dire che la scuola avrebbe dovuto insegnare a risparmiare l'energia
elettrica..Non ho nulla in contrario contro il risparmio dell'energia, ma
dovrebbe essere la società a dare il buon esempio. L'insegnante perde
credito quando diventa un tuttologo, impegnato a trasmette messaggi intrisi
di moralismo. I ragazzi nell'adolescenza attravresano una fase in cui
l'impegno intellettuale è una gratificazione. Se si passa a forme generiche
di indottrinamento, scattano forme di ribellismo. A cui in genere si
risponde con un'ulteriore dose di moralismo. Occorre un grosso richiamo
affinché gli insegnanti tornino a far valere il loro ruolo di intellettuali.
Qual è la ricetta?
Non ne esitono di semplici. Sicuramente è necessario un grosso sostegno
professionale: oggi in qualsiasi settore non ci si può accontentare della
propria conoscenza iniziale
Cosa pensa delle proposte di inserire elementi di valutazione degli
insegnanti?
Dipende. Finora sono stati pensati soprattutto in termini di conformità
degli adempimenti. Ma la capacità di un insegnante diventa pregiata quando
egli sa inserire elementi di innovazione. Difficili da valutare. Il fatto è
che in Italia manca una cultura della valutazione: l'enfasi è sempre stata
posta su logiche aziendaliste. Ma i prodotti azinedali sono di breve
periodo, e anche l'utile che se ne deve trarre è di breve periodo. Diverso
il mestiere dell'insegnante, che deve chiedersi cosa faranno i suoi ragazzi
tra trenta o quarant'anni. Lo stesso vale per il tipo di giudizio dato ieri
sugli esami di Stato. a poco vale considerare il maggior numero di bocciati.
Meglio sarebbe studiare a campione le prove di maturità. potrebbero esserci
delle sorprese positive sulla capacità degli studenti di affontare temi e
problemi. Oppure si potrebbe chiedere agli insegnanti quali sono i loro
obiettivi, e vedere se ce n'è traccia nelle prove svolte dagli studenti.