Antropologi alla sbarra, due processi in Italia

roberta-chiroliStava facendo, come studentessa di Antropologia culturale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, una tesi di ricerca sul Movimento No Tav. Si è poi laureata nel 2014 ma nei giorni scorsi il Tribunale di Torino ha condannato a 2 mesi di reclusione Roberta Chiroli per violenza aggravata e occupazione di terreni.

Il suo approccio di studio era quello del “metodo Malinowski”, meglio conosciuto come “osservazione partecipante” e usato anche dai sociologi qualitativi e politologi che si “avventurano sul campo” con tutti i rischi che ne conseguono.  La teoria del famoso antropologo mitteleuropeo, ben descritta nell’introduzione del libro Argonauti del Pacifico occidentale (1922) consiste nel condividere empaticamente la vita quotidiana delle persone o dei popoli oggetto della ricerca.

Il 14 giugno 2013 a Salbertrand, piccolo comune della Val Susa, Roberta venne ripresa dalle telecamere della polizia ai margini di un corteo che fece poi irruzione nei locali della ditta Itinera. Decine di persone rinviate a giudizio e, tra i condannati, anche la ricercatrice che, nella Tesi di Laurea, ha usato il “noi partecipativo”, elemento che, secondo il PM, avvalorerebbe la tesi del concorso in violenza e occupazione.

L’altro caso emblematico della strana scure giudiziaria che si sta abbattendo sui ricercatori sociali è quello del prof. Enzo Alliegro dell’Università Federico II di Napoli, studioso di storia dell’Antropologia italiana e nord americana e di movimenti di protesta.

Il Tribunale di Brindisi ha fatto pervenire al professore universitario un avviso di garanzia con notifica di chiusura indagini in cui si configura l’ipotesi di reato per sospensione di servizio pubblico e partecipazione alla pianificazione dell’azione di disturbo.

Il totem nero
Il libro di Enzo Alliegro

In realtà, il prof. Allegro stava compiendo una missione di ricerca in Salento ufficialmente registrata dal suo Ateneo finalizzata allo studio in particolare dei linguaggi e simboli della protesta. Nel caso specifico il ricercatore universitario è ritratto da una foto della Digos mentre, al di fuori dei binari, con macchina fotografica e taccuino in mano, segue i manifestanti che nella stazione di San Pietro Vernotico (Brindisi) protestavano per la vicenda della Xylella e del taglio degli olivi.

In Egitto un giovane ricercatore italiano è stato torturato e ucciso, probabilmente per le sue attività di ricerca sui movimenti sindacali nel medio oriente.

In Italia, invece,  i ricercatori vengono processati?

Concludiamo con le parole dell’Anuac (Associazione Nazionale Universitaria degli Antropologi Culturali):  “…L’osservazione partecipante è uno strumento di fondamentale rilevanza e del tutto insostituibile nella pratica del lavoro scientifico antropologico”  (Fonte: Corriere della Sera, Adriano Favole)

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

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