CImageittà modello?
di Simone Paoletti
 
Il Comune di Roma ha autorizzato un'enorme costruzione privata su un terreno vincolato a verde pubblico e servizi. Accade a Finocchio su via di Rocca Cencia dove è in allestimento un nuovo quartiere di oltre 2.000 abitanti ("Piano di zona c25 Borghesiana-Pantano"), che di certo non allevierà l'attuale condizione insostenibile di traffico, inquinamento e disservizi.
All'interno di questo perimetro decine di cantieri di cui uno risulta interamente sconfinato nell'area limitrofa stabilita "verde pubblico e servizi di livello locale", come ci è stato candidamente confermato anche dal direttore generale del piano regolatore Daniel Modigliani.

Un colpo basso messo a segno grazie ad una delibera di ampliamento del piano di zona, votata il 21 luglio 2005 dal Consiglio Comunale ed andata automaticamente in variante al nuovo piano regolatore, che sarebbe stato approvato 8 mesi dopo dallo stesso consiglio comunale. In luogo di un giardino, di panchine, di alberi e di un'auspicata pista ciclabile i cittadini troveranno così un mostro di cemento di circa 13.000 metri cubi, lungo 75 metri.

Tale è la disinvoltura con cui l'amministrazione calpesta le regole che dovrebbero garantire ai cittadini la fruizione di aree destinate allo svago e ai servizi. Regole impalpabili nella periferia romana dove l'unica risorsa resta, come non mai, quella della rendita immobiliare e dell'incetta dei terreni ad opera di avidi speculatori. Grazie a questa logica gli spazi per la colletività si vanno drasticamente esaurendo, occupati da palazzine, centri commerciali, automobili. Salvo improbabili interventi di artificieri, le aree necessarie a realizzare una rete efficiente di trasporto pubblico, mobilità alternativa e un sistema ambientale di parchi pubblici, non si troveranno più. Sono state mangiate e c'è chi è ingrassato insieme al PIL di questa periferia, che si identifica sempre più nelle code di automobili, di TIR, negli invasivi centri commerciali, nelle endemiche agenzie immobiliari, con le loro infestanti pubblicità abusive, che deturpano impunemente financo la segnaletica stradale.

Malgrado l'insistente marketing veltroniano, si vede poco o nulla andare in direzione di una città sostenibile, a misura d'uomo, di bambino, di pedone. Si è assistito all'adozione di un piano regolatore irrazionale, che in assenza di un comprovato incremento demografico ha programmato un'ondata di 70 milioni di metri cubi di cemento, di cui metà residenziali. Si è documentato alla fine del processo di approvazione dello stesso, una moltiplicazione delle aree edificabili a scapito di quelle inizialmente destinate a verde e servizi, mentre quelli superstiti rimangono sulla carta, come l'area oggetto di questa denuncia, su cui oltre allo sconfinamento del nuovo quartiere, sussistono venti edifici privati con relative recinzioni: verde fittizio dunque, che torna utile a una propaganda che dipinge Roma come la città più verde d'Europa.

Ciliegina sulla torta, all'interno del cantiere edile montato sopra al verde pubblico, di cui, è bene ricordarlo, il Comune di Roma è concessionario, sono state documentate numerose illegalità sulla sicurezza negli ambienti di lavoro e sulla tutela dell'ambiente: come si evince dalla fotografia gli operai presenti sono sprovvisti di caschi e/o dispositivi di ancoraggio anti caduta, mentre vengono tranquillamente create discariche abusive ed accesi falò con materiali di scarico del cantiere.