Un tratto del corteo
ROMA - In 10mila, secondo gli organizzatori, per dire "no
all'alta velocità, al Mose e al ponte sullo Stretto", e per chiedere la
modifica della legge obiettivo sulle grandi opere. "Non ci ruberete il
futuro", recita lo striscione che apre il corteo organizzato a Roma, partenza
da piazza Esedra, dai comitati "No Tav", presente anche, ma solo per qualche
minuto, il ministrodelle Politiche sociali Paolo Ferrero, che si è detto
"d'accordo con la piattaforma della manifestazione".
Le cosiddette "infrastrutture strategiche", ha aggiunto Ferrero, "non
rispondono alle esigenze di mobilità del Paese e costituiscono un'ipoteca sui
conti pubblici, che graverà per i prossimi vent'anni". Poi, ha precisato di
essere lì "di passaggio", per "salutare degli amici con cui, in passato, ho
condiviso delle battaglie. Sarebbe stato sbagliato partecipare come ministro,
anche perché il programma di governo stabilisce già le modalità di verifica
sulla realizzazione delle opere".
Alla protesta hanno aderito sindaci, comitati e associazioni ambientaliste.
"Chiediamo - ha spiegato Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana
della Val di Susa - la modifica della legge obiettivo che a oggi esclude i
piccoli comuni dalla concertazione. Condividiamo con il governo l'intenzione
di istituire un gruppo tecnico che in 6, 15 mesi dia risposte alternative
all'alta velocità". Ferrentino sottolinea il "no" unanime dei comuni della Val
di Susa: "37 comuni su 37 hanno detto di no".