Un solitario, ma uno che non dava fastidio. Così viene descritto il barbone ritrovato avvolto in una coperta e con la testa fracassata sabato sera, sull'argine del Tevere vicino piazza delle Cinque Giornate sotto ponte Matteotti. Ieri la squadra mobile è tornata sul luogo del rinvenimento del cadavere per cercare altri elementi utili alla ricostruzione di quello che potrebbe essere un delitto maturato tra disperati. L'uomo, probabilmente un italiano tra i 40 e i 50 anni (anche se con sé non aveva documenti), è stato colpito con forza al capo con un oggetto contundente. Che si tratti di un sasso, di un bastone o di una spranga verrà stabilito dall'autopsia che si dovrebbe svolgere oggi o domani. "Su quella sponda del fiume - spiega il funzionario della mobile intervenuto, Giuseppe Macaluso - ci vivono romeni, zingari, qualche bengalese". Si tratta di una zona nella quale gli emarginati, almeno fino all'altroieri, sono sopravvissuti abbastanza pacificamente. A. C.
UNA STRAGE IN ATTO A ROMA (LEGGI)
IL GIORNALE 12/02/2007
È un romano di 50 anni il clochard massacrato
di Redazione - lunedì 12 febbraio 2007, 07:00
Per avere la conferma gli agenti della squadra mobile
attendono l’esame delle impronte digitali. Ma quasi sicuramente il clochard
trovato morto, massacrato a bastonate, in un giaciglio sotto ponte Matteotti,
sabato sera a pochi passi da piazza Mazzini, appartiene a un romano di circa 50
anni, già conosciuto alle forze dell’ordine. La chiave del delitto va, dunque,
ricercata nell’ambito delle frequentazioni dell’uomo, nella cerchia dei
desperados che abitano le favelas lungo gli argini del Tevere.
Il barbone ha tentato di difendersi, ma è stato picchiato a sangue, malmenato
con uno o più bastoni. Fino a piombare a terra, esanime. Una spedizione punitiva
per un torto subìto? Una lite degenerata e finita in tragedia, magari per una
banale motivazione? I poliziotti con i colleghi della Scientifica ieri mattina
sono tornati sul luogo del delitto per un nuovo sopralluogo. Hanno cercato
elementi, tracce, altri reperti utili alle indagini che la sera precedente, con
l’oscurità e la pioggia battente, non erano riusciti a individuare.
Sotto il ponte che collega il quartiere Prati al Flaminio, il clochard aveva
messo su una specie di «casa», con annesso una sorta di banco di lavoro per le
piccole riparazioni. A trovare il cadavere, era stata una coppia di ciclisti che
passando sulla banchina avevano notato quella specie di «fagotto» coperto da
cartoni. Per il medico legale il clochard sarebbe stato ucciso quattro o cinque
ora prima del rinvenimento. Non distante dal corpo erano sistemati alcuni
bastoni, compatibili con la profonda ferita sul capo dell’uomo, il colpo
mortale. Per ora il raffronto dattiloscopico è sospeso, in attesa che prima sia
eseguita l’autopsia. Questo per non compromettere elementi importanti, nella
speranza che nelle mani della vittima sia rimasta traccia che servirà a
inchiodare l’assassino o gli assassini.