LA MAFIA DELLE CASE POPOLARI E IL SILENZIO DEL COMUNE DI ROMA
Un tema poco noto all'opinione pubblica è il tentativo di
appropriazione delle case popolari occupandole.
Da molti anni nelle palazzine adibite a case popolari c'è
la corsa all'appropriazione degli appartamenti che vengono lasciati libero per
decesso dell'inquilino che vi abitava (quando è solo ed in genere anziano).
Sembra che basta semplicemente occuparlo, intestarsi le
utenze (gas, luce, acqua), mettervi la residenza e dopo un paio d'anni far
regolarizzare il contratto d'affitto con l'ente gestore (prima IACP ora ATER).
Il fatto di per se potrebbe suscitare indignazione per il
senso di ingiustizia nei confronti di chi ha il diritto alla casa ed è in
lista d'attesa da molti anni ed ha seguito un percorso
istituzionale. All'opposto chi segue la scorciatoia illegale e
opportunistica viene premiato con l'assegnazione senza bisogno di domande,
procedure burocratiche e punteggi.
Ma il fatto è degno di nota per un motivo molto più grave e
cioè che chi occupa spesso non è un cittadino che ha bisogno della casa ma una
delle tante persone della malavita che popolano quartieri come Tor Bella
Monaca o l'ex Bastogi dedite ai piccoli reati. Questi tengono sott'occhio gli
appartamenti abitati da una sola persona, (specie se anziana e malata) e
quando scatta l'ora x occupano la case divenuta libera per rivendere il
diritto ad abitarvi a chi ne ha disperato bisogno. I prezzi si aggirano dalle
20.000 alle 30.000 euro e gli acquirenti non si formalizzano visto quanto è
diffusa la necessità di avere un tetto (Roma è anche la prima città d'Italia
per numero degli sfratti).
Questa realtà compare raramente nei mezzi d'informazione ma
la cosa che fa più scalpore e che questo traffico illecito esercitato con la
proprietà pubblica è cosa nota nei quartieri popolari ed ai politici romani
che si comportano facendo finta di non saperne niente.
Ci vorrebbe forse un altro servizio alla Fabrizio Gatti?
Giampietro Petroselli