Il tempo lunedì 21 maggio 2007
UN MORTO, un ferito grave e due agenti picchiati. È il bilancio di una notte di risse iniziata poco dopo le 24 dell’altro ieri, quando un ucraino di 35 anni viene portato al pronto soccorso del policlinico di Tor Vergata da tre connazionali ubriachi. Le numerose contusioni in tutto il corpo e le ferite da arma da taglio al volto non hanno dato però scampo a Boris Vjkoskj, morto poco prima dell’una di ieri mattina per arresto cardiocircolatorio. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni agli agenti della squadra mobile, tuttora impegnati nelle indagini, anche i tre amici della vittima erano feriti. Barcollando avrebbero chiesto aiuto ad alcuni sanitari e poi, il viso tumefatto anche loro e l’aria spaventata, si sarebbero dileguati a bordo di un’automobile. Rintracciari e interrogati nel primo pomeriggio di ieri, i tre ucraini, in un italiano approssimativo, avrebbero raccontato agli inquirenti di aver preso parte a una rissa all’esterno del locale Tex, in zona Anagnina. Sulle cause dell’aggressione tanto violenta che ha portato alla morte dell’ucraino, così come sull’identità degli altri componenti della rissa, indagano gli uomini agli ordini del dottor Alberto Intini. È andata meglio invece a un cittadino albanese di 30 anni, soccorso da un'ambulanza in via di Rocca Cencia quando mancava un quarto d’ora all’una, solo mezz’ora dopo la prima rissa costata la vita a Boris. Picchiato con una violenza inaudita e abbandonato in strada, l’uomo è stato trasportato al policlinico Casilino. Nonostante le diverse ferite d’arma da taglio, concentrate questa volta all’addome, e un forte trauma cranico, lo straniero è riuscito comunque a raccontare ai poliziotti di essere stato malmenato da alcuni connazionali durante una lite degenerata per futili motivi. Operato d’urgenza, si trova al momento in prognosi riservata. Gli agenti del commissariato Casilino impegnati nelle indagini escludono categoricamente ogni possibile collegamento tra le due aggressioni, pure tanto simili. Sono invece finiti in manette due italiani, Francesco D. L., di 30 anni, e Gianluca C., di 29, che intorno alle 2,45 sono stati fermati dagli agenti della volante 19 e della Polizia Stradale mentre se le davano di buona ragione nel piazzale dell’area di servizio Tiburtina sud, sulla A24. Chiamati sul posto, i poliziotti avrebbero tentato di dividere i due che per tutta risposta gli si sarebbero avventati contro con calci e pugni. Immediato per loro l’arresto con l’accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Tre risse, a distanza di poche ore, hanno di nuovo sporcato di sangue le strade della Capitale a due giorni dall’omicidio nella degradata zona dell’Idroscalo, a Ostia, di Ramon Eduardo Bezada Cabezas. Il cileno, 37 anni, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine per rapine e furti, è stato ammazzato venerdì sera con tre coltellate all'addome, all'inguine e allo stinco durante una rissa con alcuni connazionali. Il suo aggressore, dileguatosi insieme agli altri testimoni, è tuttora ricercato dalla polizia. Indagano gli agenti del XIII commissariato e la sezione omicidi della Mobile, diratta dal dottor Eugenio Ferraro.

Terzo caso in pochi mesi. Un rumeno di 23 anni ha rischiato una fine atroce, rischiando di essere maciullato dagli ingranaggi di una camion dell'Ama. A salvarlo lo stesso autista del mezzo, che si è accorto in tempo della presenza del senzatetto. La cronaca.

Vincenzo Abbate, 37 anni, si accosta al cassonetto della spazzatura di via Paolo Ferdinando Quaglia (Tor Bella Monaca), innesta il braccio meccanico che prende il bidone e lo svuota lentamente nel cassone. Un forte tonfo fa sospettare all'operatore che all'interno non ci siano solo scarti biologici e pattume. Prontamente Abbate ferma gli ingranaggi e scopre l'impaurito rumeno, poi soccorso per accertamenti in ospedale. Il presidente dell'Ama, Giovanni Hermanin, nel lodare i riflessi del dipendente, ha ricordato che negli ultime nove mesi questo è il terzo caso di persone rinvenute in secchioni per la spazzatura.