DERISIONE A SCUOLA. STATISTICHE

Da un'indagine finanziata dall'Unione europea e condotta nei mesi scorsi da Arcigay su quasi 500 studenti e insegnanti delle scuole superiori è emerso che più della metà dei ragazzi e delle ragazze (53,5%) sente pronunciare spesso o continuamente, a scuola, parole offensive come 'finocchio' per indicare maschi omosessuali o percepiti come tali. Un altro 28-30% lo sente usare qualche volta, il 14,6% raramente, e il 3,8% mai. Ma succede anche che dalle parole si passi ai fatti. A più del 10% degli studenti capita di vedere spesso o continuamente un ragazzo deriso, offeso o aggredito, a scuola, perché è o sembra omosessuale, e raramente qualcuno interviene a difesa della vittima. Non lo fa mai nessuno secondo il 19,2%, raramente per il 29,3%, non sa il 22,7%. Da altre ricerche risulta inoltre che i tentativi di suicidio tra i giovani omosessuali sono il doppio di quelli dei coetanei etero.

ALTRI CASI DI SUICIDIO E TENTATO SUICIDIO TRA GLI ADOLESCENTI

L'8 Febbraio del 2005  a Ragusa Marco, 13 anni, studente di terza media, si toglie la vita. Secondo le testimonianze, non avrebbe sopportato di essere chiamato ''il cinese'', si sentiva deriso e discriminato.

 Il secondo suicidio risale al 15 aprile del 2005, sempre a Ragusa: Damiano, 13 anni, figlio di un commerciante, faceva parte della squadra giovanile di Basket. Era alto 1,91.  La sua altezza, superiore di molto alla media dei ragazzi della sua età, era oggetto di derisione.
 Nel 1997 si era gia' ucciso uno studente di seconda media della stessa scuola: apparteneva a una famiglia di contadini ed era preso di mira per ''l'odore di campagna''.

I tre avevano in comune un ottimo rendimento scolastico e le angherie dei bulli.

Il 20 agosto 2006  un giovane di 20 anni di Castelnuovo Monti (Reggio Emilia), neodiplomato all'istituto musicale decise di uccidersi gettandosi dalle rocce della Pietra di Bismantova, dopo aver mandato un sms al cellulare della madre annunciandole la decisione di farla finita. Un gruppo di coetanei venne iscritto nel registro degli indagati per episodi di ''nonnismo''.

 Il 30 Settembre 2006 a San Vito di Cadore una ragazzina di 17 anni, Isabella, si getto' da un ponte.
 

 2 ottobre 2006  S'impicca a 16 anni

VEGLIE - Sconcerto a Veglie per il suicidio di un ragazzo di 16 anni, impiccatosi in campagna. Nulla avrebbe fatto presagire alla famiglia e agli amici il tragico gesto.

Solo un istante o poco più per dare un calcio ad uno scooter e alla vita. Chissà quanto tempo, invece, per arrivare a quel terribile faccia a faccia, pensare e ripensare a come e quando chiudere la partita mentre il tarlo di quel gesto estremo mangiava la freschezza e la voglia di vivere di un ragazzo di appena 16 anni. Nel primo pomeriggio di ieri l'adolescente è stato rinvenuto privo di vita in una campagna alla periferia di Veglie, il paese dove viveva con la famiglia. Aveva una corda stretta intorno al collo. Suicidio, è la parola lapidaria con cui si chiude la storia di un ragazzo normale. Ed è la parola con cui si apre un'altra pagina, quella degli interrogativi, tantissimi e dello sgomento, di una famiglia e di un paese intero. Lui, suo malgrado protagonista di una pagina di dolore, che ha sconvolto un tranquillo pomeriggio d'autunno, ha vissuto la sua tragedia personale in silenzio, senza farne parola con nessuno. Aveva numerosi amici, una vita uguale a quella di tanti altri suoi coetanei, una famiglia serena.

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E' MORTO IN OSPEDALE SIMONE CHE SI ERA LANCIATO DAL QUINTO PIANO DEL LICEO D' ORIA

GENOVA. 12 APR 2006. Non ce l'ha fatta lo studente quindicenne del Liceo D'Oria che stamane si è gettato dalle finestre del quinto piano della scuola di Piazza Della Vittoria. Alle 14:30 il suo cuore ha cessato di battere sotto i ferri dei chirurghi d'emergenza dell'Ospedale Galliera, dov'era stato subito ricoverato in condizioni critiche. Il giovanissimo si chiamava Simone Cipresso, avrebbe compiuto 16 anni fra quattro giorni e frequentava la classe V Ginnasio della Sezione B del prestigioso liceo cittadino. Alla notizia della morte, alle 15 di oggi pomeriggio alcuni suoi coetanei e compagni di scuola si sono raccolti sul luogo della tragedia a pochi metri dal portone principale dell'edificio scolastico e di fianco allo scooter sul quale il corpo del giovane è disastrosamente piombato. Nessuno sa darsi una vera spiegazione di questo atto così assurdo che ha strappato alla vita un adolescente. "Non ci risultano motivi seri per cui Simone avrebbe potuto uccidersi - ricordano alcune ragazze e giovani in lacrime ai cronisti - era simpatico, non certo depresso a volte anche troppo di spirito. Scherzava sempre". Alcuni indiscrezioni però fanno trapelare la voce secondo cui stamane alle 10 in classe con tono tra lo scherzoso e il grottesco, Simone abbia confessato ad alcuni compagni di classe una gelida provocazione: "Fra un'ora mi suicido!". E proprio per la sua vena scherzosa nessuno aveva dato peso a queste parole, ora fin troppo veritiere.

Credo che da ciò emerga un quadro quantopiù evidente dello stato in cui versano molti degli adolescenti del nuovo millennio. Impossibilitati ad esprimersi in contesti solo apparentemente felici come la famiglia o il gruppo dei pari, quando in realtà in loro vivifica un radicato senso di malessere che può portarli a gesti tragici.
E' bene precisare che l'istituto scolastico in cui Simone si è ucciso era già stato teatro di un suicido, ma quella volta si trattava di una professoressa. Cubo senza cortile, rinomato per l'esemplare preparazione che offre, il metodo di questa scuola appare fin troppo distaccato e freddo verso i giovani studenti, che forse richiedono solo un po' più di umanità e comprensione.
Il caso di Simone forse rimarrà l'unico e solo, certo è che il movente resta molto oscuro e preoccupante. Il giovane non dimostrava segni di depressione, ma forse è stato vittima di un "tempo" che tende troppo all'oppressione.
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4 12 2006 La Stampa

Fortunatamente la giovane non ha spinto a fondo la lama con la quale stava tagliandosi un polso

REGGIO EMILIA

Ha tentato il suicidio, tagliandosi il polso, dopo avere saputo che alcune sue immagini spinte erano pssate di telefonino in telefonino, tra i compagni di scuola. E' successo ad una sedicenne che frequenta la seconda classe dell’Istituto tecnico commerciale e liceale Russell di Guastalla (Reggio Emilia).

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