VELTRONI CHIEDE AIUTO AL GOVERNO SULLE EMERGENZE SOCIALI

Roma 17 maggio 2007

Potrebbe apparire a molti come una vera e propria dichiarazione di impotenza nella risoluzione dei problemi scottanti della città.

Un gesto, quello di Veltroni che, da una parte, contrasta con l'immagine edulcorata e superinterventista di grande efficienza (Sala Operativa, bimbi rom ecc ecc) che compare nei tg regionali  e in alcuni quotidiani fortemente simpatizzanti, dall'altra, fa trasparire la grandissima difficoltà del governo capitolino, e probabilmente dell'assessorato competente, ad adottare un'adeguata filosofia d'intervento.

La nota stonata è che quando si ammette qualche responsabilità si corre spesso a riferirsi ai tagli di spesa sociale omettendo di parlare dei tanti finanziamenti dati dal comune di Roma a progetti che non hanno mai avuto uno straccio di verifica seria e scientifica ex ante, in itinere ed ex post.

Non si è mai vista un'iniziativa del genere ma fatto sta che Veltroni ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta a nove ministri: Rosy Bindi (Politiche per la famiglia), Cesare Damiano (Previdenza sociale), Paolo Ferrero (Solidarietà sociale), Antonio Di Pietro (Infrastrutture), Giuseppe Fioroni (Pubblica istruzione), Giovanna Melandri (Politiche giovanili e attività sportive), Tommaso Padoa-Schioppa (Economia e finanze), Barbara Pollastrini (Diritti e pari opportunità) e Livia Turco (Salute). A loro il primo cittadino capitolino ha chiesto “un piano organico di iniziative e interventi”, da programmare su base triennale.

L’iniziativa riguarda la Capitale ma anche le altre grandi aree metropolitane e mira a definire “un piano comune d’intenti, un accordo che renda più incisive – perché unificate – le iniziative del governo centrale, della Regione e delle città sulle emergenze sociali”, per andare oltre alle emergenze contingenti.