nel sito nel web con  
 data ...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CORRIERE DELLA SERA CRONACA DI ROMA     23 GIUGNO 2006
Cara Maria Latella, salta all’occhio quella data grossolanamente sbagliata su quasi tutti i quotidiani: l’esproprio proletario del novembre 2004 viene di fatto collocato a novembre 2005. Un refuso di stampa? No, credo che dietro tale distorsione informativa ci sia l’intenzione di alleggerire l’abnorme decisione della Cassazione. La conferma degli arresti domiciliari per D'Erme arriva ad oltre 18 mesi dal fatto, proprio all’indomani della sua mancata elezione in Comune. Eppure non c’era immunità, nè impedimenti burocratici ad una sentenza tempisticamente normale. Sta di fatto che a Potenza e a Roma si stanno celebrando due procedimenti giudiziari estremi che entreranno a far parte della storia d’Italia: nel primo è imputato un reale di Savoia con tutti i suoi vizi, gioco, sesso, frode fiscale, tangenti, collusione con politici e graduati della finanza. Una rete di complicità e un giro di danaro che fa rabbrividire per quegli aspetti di degrado istituzionale connesso alla vicenda. Nel secondo è imputato Nunzio D'Erme, allora consigliere comunale, per aver sottratto in un supermercato e in una libreria, davanti a telecamere e giornalisti, alcuni prosciutti, qualche paio di scarpe e oggetti vari: Feltrinelli non ha neanche sporto querela. Coccolato da sempre dal centrosinistra capitolino, utilizzato in modo opportunistico da Veltroni per captare il consenso di una frangia significativa di elettori, raggirato da Prc alle europee, D’Erme paga oggi il suo volersi collocare dentro e fuori il sistema dei partiti, che alla fine lo ha portato allo stritolamento giudiziario.
Domenico Ciardulli
Non sono d’accordo, signor Ciardulli. I due casi non mi sembrano confrontabili. La sola cosa che li accomuna è la violazione di una legge e le decisioni di due magistrati. Per il resto, i motivi che hanno, o avrebbero, portato ai reati (per non dire dei reati stessi) appaiono talmente distanti da non suggerire di provarci nemmeno, col commento. La sola cosa che mi sentirei di dire è che, in un caso o nell altro, dei reati sono (sarebbero) stati commessi. E, gravità a parte, non trovo ragioni di giustificarli.
mlatella@rcs.it