Morti sul lavoro: Una strage inaccettabile*

di Domenico Ciardulli
 
Alla luce dei continui infortuni mortali sul lavoro che stanno avvenendo nei cantieri di Roma e del Lazio è utile ed appropriato far suonare forte il campanello d'allarme per il Sindaco di Roma Walter Veltroni e per il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Lo facciamo suonare elencando e descrivendo, una ad una, quante vite umane siano state spezzate a Roma in questi ultimi due anni senza che nessuno sia stato in grado di mettere in atto provvedimenti efficaci per prevenire questa strage silenziosa.
Una strage di così vaste proporzioni indigna di fronte a stucchevoli dichiarazioni di circostanza.
Il più recente infortunio è accaduto poche ore fa in un cantiere sulla Roma-Fiumicino un giovane operaio di 24 anni, Claudio Merola, ha perso la vita schiacciato sotto il mezzo che guidava, mentre era impegnato nei lavori stradali per la costruzione della complementare di accesso al Grande Raccordo Anulare. L’uomo si trovava nella cabina di una trivella quando questa si è piegata su un fianco.
La modalità della tragedia è identica a quella di un altro operaio, Giuseppe, 51 anni, morto l'anno scorso, il 29 luglio 2005, mentre falciava l'erba nel giardino del Consiglio regionale del Lazio, travolto dal trattore Golden Star nrg 70, privo della barra rollbar di difesa del conducente.
Quel tragico infortunio mortale è accaduto a Roma proprio dentro le "viscere" del governo regionale quasi a significare simbolicamente una scossa al palazzo sordo per ricordare a tutti gli eletti che perdere la vita sul posto di lavoro è diventato ormai un fatto ordinario. 
Il 14 maggio 2006, Gianluca Diana, un operaio edile di 36 anni, ha perso la vita precipitando da un’altezza di otto metri, da un terrazzo, mentre effettuava lavori in muratura in un convitto di suore, in via dell’Olmata. Sul sedile della sua auto il pranzo a sacco rimasto intatto e i vestiti puliti per tornare a casa.
il 22 febbraio 2006 un giovane operaio rumeno di 25 anni, Ene Macovei, è morto travolto dal braccio di una pompa per il cemento che si è ribaltato, in un cantiere di Ostia. Nella stessa mattinata altri due lavoratori erano rimasti feriti in un laboratorio di marmo a Tivoli.
Il 31 gennaio 2006 un operaio di 29 anni, dipendente di una ditta di forniture edili, ha perso la vita precipitando da un montacarichi dal sesto piano di un palazzo di piazza Barberini, mentre portava del materiale edile ad altri operai impegnati nella ristrutturazione di un appartamento.
L'11 gennaio 2006 Giorgio Biferi, 53 anni, è' morto investito da una parete di terra franata in un cantiere di scavi archeologici in Via Casal Boccone.
Un altro operaio Giuseppe aveva 49 anni e stava lavorando il 13 luglio 2005 con una ditta subappaltatrice di infissi presso il polo tecnologico della Tiburtina.
Anche Giuseppe, precipitando giù da una botola senza parapetti di sicurezza, ha lasciato il mondo dei vivi ucciso da questo brutale sistema di permissivismo e superficialità nei cantieri e, in generale, negli ambienti di lavoro della città di Roma.
Le tragedie mortali sui cantieri del GRA sono tante, all'altezza della Giustiniana, un operaio sessantenne è stato travolto da un automezzo all'interno del cantiere per la terza corsia,  pochi giorni dopo la morte del giovane operaio ventenne di origine siciliana schiacciato da una lastra di marmo in un altro limitrofo cantiere GRA. Non sono stati nè i primi nè gli ultimi di una lunga serie di incidenti mortali che hanno collocato la città di Roma come "Maglia nera del 2005" tra le grandi metropoli del nostro paese. Il 26 maggio 2005 un operaio di 42 anni è rimasto folgorato in una cava di via Portuense.
Il 14 maggio 2005 un altro operaio di 42 anni è rimasto folgorato in un cantiere della zona Casilina.
L'11 maggio dello stesso anno un  operaio di 51 anni ha perso la vita a seguito di una caduta all'interno dell'Istituto industriale Antonio Meucci in via del Tufo (Pietralata).
Un operaio rumeno di 30 anni è morto il 4 aprile 2005 presso il cantiere di via Casa Selce 147 (Castel di Guido) rimasto incastrato in un nastro che trasportava breccia. 
Il 18 gennaio 2005 un giovane operaio dell'azienda SIR è rimasto schiacciato dal muletto con cui stava lavorando. 
Tralasciamo i gravi fatti accaduti nel 2004 presso il Palazzo delle Esposizioni dove, nonostante i controlli ispettivi preliminari, si è verificato un crollo che ha travolto cinque operai. 
Nonostante queste fatti così gravi, passando la mattina presto davanti agli "smorzi", capita di vedere ancora operai extracomunitari in attesa di essere arruolati in nero dai caporali di turno.
Guardando le alte impalcature di grandi cantieri edilizi capita di vedere ancora operai senza casco e senza cinte di sicurezza, così come nelle strade urbane di Roma si vedono a volte operai senza cuffie mentre usano il martello pneumatico.
E' un segnale significativo di quanto abbia preso piede la cultura della disattenzione, della furbizia e del pressapochismo istituzionale.
Deve essere rivisto radicalmente il funzionamento dei controlli e delle ispezioni negli ambienti di lavoro.
Occorrono subito controlli a tappeto su tutti i grossi cantieri a rischio. Una sorta di "task force" operativa che coordini tutti i servizi ispettivi delle Aziende sanitarie, quelli dell'Inail e del Ministero del Lavoro, e che sia capace di avviare subito un monitoraggio capillare di tutti i cantieri a rischio.
L'organico delle ASL e dei  Ministeri va adeguato da un punto di vista numerico e da un punto di vista professionale e formativo. Non dimentichiamoci i casi emersi di concussione e corruzione.
Il rischio di nuovi incidenti mortali è imminente. Chi deve agire si assuma la responsabilità di agire subito!
 
* QUESTO ARTICOLO E' STATO PUBBLICATO SU VARIE TESTATE IL 22 GIUGNO 2006

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