Dal Manuale operativo dell'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma
IL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEI PIANI REGOLATORI SOCIALI (nei municipi)
La costruzione e realizzazione del Piano Regolatore Sociale offre al Municipio l’occasione per ampliare e consolidare i processi di consultazione e concertazione avviati negli anni precedenti, a supporto delle scelte strategiche nel sociale Un percorso aperto e condiviso, con un rapporto corretto ed equilibrato tra decisori politici e decisori amministrativi, tra istituzioni e organizzazioni civiche.
Il coinvolgimento attivo degli attori locali in questo processo non è un “optional”, ma una chiara e impegnativa indicazione di legge, fatta propria con convinzione dal Comune di Roma. La consultazione e la concertazione sono passaggi indispensabili per costruire un welfare delle responsabilità fondato sul dettato costituzionale relativo all’esercizio/dovere di solidarietà sociale.
Interlocutori per la costruzione del Piano Regolatore Sociale ü Cittadini e famiglieü Rappresentanti degli utentiü ASL e servizi sanitariü Sindacatiü Impreseü Associazioni di impegno civile e ditutela dei cittadini ü Enti di patronatoü Gruppi di volontariatoü Cooperative socialiü Scuole, Centri di formazioneü Università ed Enti di ricercaü C.O.L. ed Agenzie per limpiegoü Parrocchie ed enti appartenenti aconfessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato accordi ü Aggregazioni giovaniliü IPAB e fondazioniü Altre istituzioni (ad es. Giustiziaminorile, amministrazione penitenziaria, ecc.)
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Ogni Municipio dovrà quindi definire, a seconda degli assetti locali e delle esperienze in atto, le modalità operative e le scelte metodologiche per favorire la più ampia partecipazione della comunità locale nelle sue diverse espressioni, nel rispetto delle differenze di ruolo e di funzioni di ciascun attore3 .I diversi “tavoli” avranno un ruolo importante per: ü mobilitare l’attenzione dei cittadini alle scelte contenute nel Piano;ü contribuire alla ricerca di risorse aggiuntive;ü coinvolgere gli utenti nella valutazione.I Municipi definiranno autonomamente gli assetti organizzativi di cui vorranno dotarsi per promuovere e governare la partecipazione degli attori sociali del territorio. Sono comunque prevedibili, al di là delle diverse denominazioni, un Tavolo municipale, luogo di consultazione, analisi e definizione di strategie e diversi Laboratori o tavoli tematici, spazi di confronto edi proposta su specifiche aree di intervento e di programmazione. E’ importante, ad ogni modo, che le modalità operative utilizzate per la consultazione e la concertazione siano efficaci, trasparenti4 e sistematiche. Al riguardo, i diversi tavoli tematici dovranno, per quanto possibile, avere un carattere permanente. I Municipi attiveranno perciò le misure più opportune per favorire la loro “tenuta” nel tempo e l’apertura nei confronti di eventuali nuovi soggetti interessati a farne parte. In ogni Municipio dovrà in ogni caso essere reso pienamente operativo l’Ufficio di Piano, composto da tecnici del Municipio (con competenze diversificate), eventualmente integrato da esperti esterni e/o da referenti di altri livelli comunali e di altre istituzioni (ad es. il Distretto sanitario). Per la raccolta dei dati e dei materiali di lavoro necessari per la preparazione del Piano, oltre alle risultanze dei tavoli e dei laboratori tematici, l’Ufficio di Piano potrà utilizzare le informazioni provenienti dai diversi sistemi informativi già operativi: ufficio statistico comunale; sistema informativo sociale; rete delle “porte sociali”, ecc. E’ auspicabile inoltre che il Municipio possa attivare accordi con università ed enti specializzati per acquisire dati e informazioni derivanti da ricerche scientifiche, utili alla conoscenza approfondita della realtà sociale e dei bisogni del proprio territorio. Ad ogni modo, il ruolo degli Uffici di Piano sarà sostenuto dalla struttura di assistenza tecnica istituita presso il V Dipartimento, la quale fornirà ai Municipi informazioni, sussidi operativi, supporto per il reperimento dei dati, facilitazioni per lo scambio “orizzontale” e il mutuo apprendimento tra Municipi. A tal fine, sono state predisposte apposite pagine web sul sito internet del V Dipartimento, dalle quali sarà possibile accedere a documenti, notizie e materiali di lavoro. Le procedure e i tempi per la preparazione e l’approvazione dei Piani saranno definite di concerto tra l’Assessorato alle politiche sociali del Comune e gli Assessori municipali. In ogni caso, la struttura di assistenza istituita presso il V Dipartimento esprimerà un parere di congruità tecnica sulle proposte di Piano elaborate dagli Uffici di Piano, prima della loro presentazione agli organi deliberativi dei Municipi. In generale, salvo diverse indicazioni, i Piani avranno una durata triennale, dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010. Si prevedono aggiornamenti periodici, con cadenza annuale, che terranno in considerazione sia lo stato di avanzamento delle azioni e il raggiungimento in itinere degli obiettivi previsti, sia l’effettiva disponibilità delle risorse finanziarie per il periodo di riferimento
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Ad esempio, è necessario distinguere tra organismi che hanno principalmente funzioni di “advocacy” e tuteladei cittadini dalle imprese sociali, che gestiscono servizi per conto della Pubblica Amministrazione