I PARADOSSI POLITICI DEL MUNICIPIO XIX E DEL CAMPIDOGLIO

 

Prendo spunto dalla dichiarazione inviata alla stampa da Claudio Ortale, capogruppo della Sinistra Arcobaleno nel municipio 19, per esprimere alcune riflessioni personali sul tema generale della partecipazione e sulla situazione politica in cui  appare trovarsi la cosiddetta sinistra radicale rispetto alle precedenti giunte di centrosinistra.

Non è mia intenzione contestare le posizioni di Ortale sulla politica della partecipazione promossa dall'attuale presidente Alfredo Milioni. Probabilmente, il meccanismo del "Partecipare, ascoltare, governare" incontra effettivamente problemi nell'applicazione pratica, nella sintesi delle posizioni dialettiche tra comitati e giunta, nelle modalità e nei contenuti che ogni singolo comitato o associazione porta avanti presentandoli quale difesa di interessi generali.

Per oliare questa iniziativa politica itinerante e aperta alla cittadinanza, che probabilmente è partita con intenzioni virtuose, occorrerebbe a mio avviso un contributo a 360°, della maggioranza, ma anche dell'opposizione, di associazioni e  comitati tendenzialmente neutrali e apartitici così come di quelli pregiudizialmente ostili alla giunta e politicizzati.

La politica della "Partecipazione" non può decollare se essa viene usata sulla base di uno schema ideologico e settoriale dove ogni corporazione, ogni singolo, ogni comitato e ogni partito l'ha interpreta in base a propri fini e speculazioni. E soprattutto se permane l'interesse a dimostrare una qualche malafede e incapacità di chi la promuove.

Diciamocelo francamente: questo territorio municipale a nord ovest di Roma è stato martoriato negli ultimi 20 anni da una certa mediocrità politico-culturale degli eletti. Il voto di scambio è stata la linea guida di gran parte dei candidati, sia di centrosinistra che di centrodestra. Basta ricordare la punta dell'iceberg, emersa purtroppo solo in una circostanza, che ha visto politici e funzionari d'accatto processati per quelle banconote trovate nascoste dentro le mutande di un funzionario concussore.

I sistemi di spartizione di appalti e convenzioni hanno funzionato secondo il manuale Cencelli per raccogliere consensi alle elezioni, le cene nelle associazioni onlus e cooperative sociali "miracolate" che divenivano motori delle campagne elettorali per raccogliere voti a questo o quel personaggio politico. I pranzi e le cene elettorali, passate e recenti, nei ristoranti di Cesano, La Storta, via degli Scolopi, ecc.. dove candidati muniti di un librone, si segnavano i desideri e i nomi dei sudditi-clienti seduti al banchetto delle abbuffate.

Prima di valutare la situazione attuale occorrerebbe tenere presente da dove proveniamo, da quale "genetica" partitica burina, fatta di gusto per l'acquisizione spicciola di potere e di gettoni di presenza. Riguardo a quanto accade oggi con un governo di centrodestra è utile valorizzare anche i paradossi. Secondo il mio punto di vista ne intravedo alcuni: La sinistra radicale, uscita ridimensionata dalle elezioni politiche, si trova ad avere oggi nel Comune e nel Municipio 19 maggiore agibilità politica, più di ieri durante i governi Lazzara (Municipio XIX)  e Veltroni (Campidoglio). 

E' vero, sono stati concessi degli assessorati ma non hanno scalfito molto il decisionismo dei DS, di Morassut (urbanistica) di D'Alessandro (elettrosmog), nè le insensate politiche sociali del primo Veltroni fatte di carità, ghetti e polvere sotto i tappeti (festival) e del secondo Veltroni, muscolare, fatto di ruspe e poliziotti rumeni.

L'assegnazione delle deleghe al lavoro al Campidoglio è stata un mezzo per l'arrivismo e la scalata di alcuni personaggi. Tanto è vero che la precarietà e lo sfruttamento, soprattutto nel terzo settore, sono rimaste intatte. Mentre l'assegnazione della delega alla scuola nel municipio 19° è stata perfettamente tenuta sotto controllo dagli abili componenti della giunta, favoriti dalla genuina inesperienza e buona fede della giovane neo assessora.

Un altro esempio: riguardo agli appalti delle pulizie al maggior ribasso nelle case di riposo comunali, appalti frazionati in numerosi lotti nel 2006 e dati in parte anche alla "Global Service" napoletana, saremmo curiosi di sapere chi si sta opponendo oggi all'entrata della Multiservizi spa come soluzione centralizzata che stabilizza i lavoratori e aumenta la qualità del servizio.

Non si gioca anche qui un paradosso destra-sinistra come sul tema della partecipazione e della "casa di vetro" che nell'era del centrosinistra è stata deliberata ma è rimasta solo teoria vuota di contenuti pratici?

Se poi raffrontiamo il ruolo e lo spazio dato da Veltroni ad Adriana Spera, consigliera Prc, con lo spazio che oggi si sta prendendo Andrea Alzetta (Tarzan) in piena giunta Alemanno, potremmo, a mio avviso, leggere il seguente paradosso: Adriana Spera è stata snobbata numerose volte dalla giunta Veltroni che ignorava interrogazioni, mozioni e ordini del giorno, pur importanti, mentre Andrea Alzetta, in una giunta di colore politico opposto, riesce ad incidere avendo ascolto dall'assessore Croppi riguardo la vertenza dei precari Zetema, da Alemanno riguardo la rioccupazione del centro sociale Horus (ricordate l'Angelo Mai?) e su altre vertenze relative alla lotta per la casa e contro la precarietà.

Così come Ortale nel municipio XIX, rispetto alla precedente esperienza travagliata con Lazzara, riesce oggi, con una giunta di colore politico opposto, a far discutere il consiglio municipale sui suoi ordini del giorno, riesce a far passare proposte operative sullo svolgimento dei consigli e sul lavoro delle commissioni, ad avere locali e mezzi, forse più adeguati di prima.

Per sorridere facendo anche un pò di gossip finale, aggiungiamo che anche l'ex attempato presidente Ds del municipio 19 sembra si stia ambientando. Ad esempio, ha un buon rapporto personale con il giovane presidente del consiglio di Alleanza nazionale. Chissà se la differenza di età abbia innescato una recondita e sottile missione pedagogica come nell'antica Grecia. Anche se, sappiamo bene, quale forma prendeva il rapporto tra pedagogo ed educando ad Atene e dintorni.

Domenico Ciardulli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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