15 gennaio 2007

 L'INIZIATIVA SULLA "PARTECIPAZIONE" NELL'AULA CONSILIARE DEL MUNICIPIO XIX

Poco meno di un centinaio di persone hanno partecipato ieri pomeriggio nell'aula consiliare di via Mattia Battistini all'iniziativa organizzata dal Delegato alla Partecipazione Antonio Posarelli.

La finalità dichiarata dell'incontro era quella di conoscere quali modelli possibili di partecipazione si possano intraprendere nel Municipio XIX e, a  tale fine, Posarelli ha inviato Paolo Testa, un esperto proveniente dalla Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L'età media dei partecipanti era intorno ai 63 anni, molti i pensionati, presenti alcuni dipendenti del Municipio, consiglieri e assessori del Municipio XIX ( tra questi Patti, Murri, Carano...)

Alla Presidenza, assieme a Posarelli, il Presidente del Municipio Fabio Lazzara,  che ha voluto aprire e chiudere l'incontro, e il presidente del Consiglio Municipale Federico Falcolini.

Nell'aprire la seduta, il Presidente Lazzara ha fatto una gaffe psicologicamente molto eloquente: non ricordava il nome del relatore principale (Paolo Testa).

Grande l'espressione faciale di soddisfazione del Presidente Lazzara nel momento in cui il relatore ha rimarcato il fatto che in democrazia le decisioni spettano solo ai politici eletti i quali possono però ascoltare i cittadini prima di decidere.

Altra cosa, secondo Testa, è la qualità dell'ascolto da parte degli amministratori eletti:  attento, attivo, tanto per, sostanziale, formale....

L'incontro ha mostrato tutti i suoi limiti a partire dall'organizzazione che ha visto:

1) La solita sala consiliare poco capiente e certamente fuorilegge dal punto di vista dei requisiti di sicurezza;

2) Le modalità di invito alla cittadinanza basate solo su invio di fax ad un indirizzario incompleto e non su una pubblicità mediatica più generale come affissioni, inserzioni ecc..

Tra gli interventi successivi dalla Platea alcuni hanno interpretato la relazione di Testa come un indirizzo verso la sterile consultazione dei cittadini.

Un altro grande limite dell'iniziativa è l'aver chiamato solo un tecnico della Presidenza del Consiglio per spiegare ai cittadini cosa si intende per processo partecipativo (dal suo punto di vista).

Mancava  invece chiunque esperto di diritto che spiegasse cosa significa e come si applica l'art. 118 della costituzione, la legge 241/90, l'agenda 21 e le raccomandazioni dell'Unione Europea, la delibera del Consiglio Comunale di Roma del 2 marzo 2006.

Siamo insomma nel Municipio XIX alla Preistoria, nel tentativo affannoso di costruire un percorso controllato dai politici che, in questo modo, rischia di essere inutile e dannoso.

Eppure l'invito del Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno era chiaro: risvegliare l'interesse dei cittadini all'amministrazione delle cosa pubblica.

Potrà mai produrre una vera partecipazione l'autoreferenzialità dei politici, alcuni nominati ai tavoli centrali di partito, che a volte conquistano il consenso attraverso pratiche clientelari, dove i cittadini ricevono favori in cambio del voto?

Alla partecipazione vera si arriva attraverso un rinnovamento socio-culturale generale che parta dalle scuole e dai quartieri e non da un tecnico scelto dai politici che impartisce lezioni.

Una vera partecipazione rende i cittadini consapevoli di diritti e di doveri e li rende non più sudditi ma padroni di casa.

Cari consiglieri del Municipio XIX, a mio avviso esistono due modi di far politica che ormai conoscono tutti: quello vecchio consiste nel coltivare prioritariamente la propria fetta di voti per le prossime elezioni.  Il modo nuovo è invece quello che abbia a cuore lo sviluppo culturale del proprio territorio, l'ascolto attivo e il coinvolgimento delle giovani generazioni e dei cittadini, mettendosi continuamente in discussione e non avendo timore di essere destabilizzati dal risveglio generale delle coscienze. 

Il bene primario da salvaguardare è il benessere generale della collettività.