LA PARTECIPAZIONE NEL MUNICIPIO XIX E' GRAVEMENTE MALATA?

I comitati di quartiere della rete territoriale del Municipio XIX si preparano al corteo funebre che accompagnerà il cadavere della "partecipazione"

Può darsi che dopo 3 giorni ci sarà la resurrezione oppure la morte è solo apparente, dovuta alla malattia.

Fatto sta che nelle cause della grave malattia c'è una quota di responsabilità delle tante parrocchie e parrocchiette sulle quali alcuni comitati e gruppi di cittadini, non tutti, basano la loro attività civica ed esistenza.

Fare la tessera, costruire corporazioni e piccole lobby, partitiche.. affaristiche, massoniche, difendere i propri interessi particolari di fronte alle proprie finestre è la patologia che alberga dentro le nostre anime.

Se non ci liberiamo di queste prassi ancestrali non c'è "Posarelli" che tenga.... e la partecipazione o morirà oppure sarà un corpo deforme.

Ricordo una consigliera del municipio XIX che, alle origini, prima di essere eletta, era una mamma tanto impegnata nelle lotte per le scuole.

Sono bastati alcuni mesi in municipio, qualche anno fa, perchè lei cambiasse completamente pelle. I suoi discorsi sono diventati i seguenti: "quei gruppi di cittadini o comitati che non stanno nè da una parte politica nè dall'altra sono visti con il fumo negli occhi. Non si potrà mai approvare alcuna proposta che venga da cittadini senza lo sponsor politico". La conferma di tali ragionamenti è venuta da una militante di un circolo di partito del municipio XIX a seguito di un'interrogazione in consiglio comunale sulla mancata realizzazione di un progetto sociale.

La stessa militante ha affermato in una sede di partito: "se quel progetto sociale passa non deve essere attribuito al nostro partito".

Tradotto in soldoni: i partiti sponsorizzano i progetti secondo un piano Cencelli e qualora mettano l'etichetta su un progetto "spurio" si bruciano una possibilità di accaparrarsi il proprio progetto-orticello in quota.

Come si può rilevare da questo ragionamento, anche a livello di comitati e di base popolare, ha preso piede il virus della spartizione clientelare.

Usano cioè la stessa identica logica clientelare dei vertici della politica. Ad esempio, negli ospedali quando i manager vengono scelti dalla parrocchia politica che vince le elezioni regionali. I manager così scelti eseguono assunzioni e gare secondo un disegno ordinato dall'alto.

Stante questa situazione, le conseguenze sui diritti dei cittadini e sul funzionamento dei servizi pubblici si possono immaginare.

Veniamo quindi al nocciolo della questione: i comitati di quartiere. La malattia dei comitati di quartiere che non riescono a ottenere processi partecipati è la stessa. I comitati e le associazioni sono deboli perchè tendono a creare una piccola elites di "sapientoni" che se la cantano e se la suonano e si autoeleggono "delegati del popolo" e chi non sta nella loro cerchia e nel loro ragionamento "se non partecipa è meglio".

Non si pongono affatto il problema che bisogna sensibilizzare, accogliere e rendere attivi quante più persone possibili, le più diverse, le meno omologate, soprattutto giovani.

Questa è la ricchezza della vera partecipazione, un processo faticoso ma forte che alla fine la spunta.

Invece No! basta un gruppo ristretto di persone che quando c'è da fare l'assemblea sa far intervenire qualche centinaio di cittadini passivi che li legittima nella loro autoreferenzialità e che li fa scegliere come interlocutori privilegiati dal Presidente o consigliere o assessore municipale di turno .

Che differenza c'è in questo comportamento rispetto alla odierna fisiologia dei partiti che hanno degradato la politica demotivando i cittadini?

Domenico Ciardulli

www.ciardullidomenico.it