Innanzitutto credo non esista
alcun legame diretto tra la normale attività della Lavanderia e
l’aggressione fascista.
La Lavanderia è un aggregazione basagliana, dichiaratamente non violenta,
politicamente legata a Rifondazione ( il compagno più noto è anche il
segretario della sezione di Rifondazione a Primavalle) e, in misura minore,
ai Verdi.
E l’attività, quasi esclusivamente di tipo culturale, è sostanzialmente
chiusa all’interno dell’ ex manicomio, in una logica di “presidio” contro i
tentativi di riospedalizzazione o comunque di speculazione edilizia relativi
alla struttura.
Mai avuti, in quasi 2 anni di vita della Lavanderia, problemi di alcuna
natura coi fasci della zona, la cui presenza è per altro minima e
folcloristica :
un circolo ex Msi/Ft - il Furio Camillo - addirittura avvicinatosi in tempi
recenti al partito di Diliberto per il quale invitavano a votare alle
politiche con pittoreschi manifesti tricolori con slogans antiamerikani
una sezione storica di A.N., in Via Assarotti, che sostanzialmente funziona
come bisca per un po’ di vecchietti
un gruppetto di ultras, fascisti ma estranei all’area skin e a gruppi
politici organizzati, che sosta abitualmente in Piazza Guadalupe e si fa
chiamare appunto “Guadalupe violenta”, gente sospettata oltre un anno fa per
l’attentato contro le case occupate a Primavalle ma della cosa poi non si è
trovato alcun riscontro serio e comunque nemmeno questi hanno mai
manifestato alcuna animosità rispetto all’attività della Lavanderia( gli
stessi manifesti per il concerto di sabato, attaccati anche davanti al bar
frequentato da costoro, non sono nemmeno stati strappati ....)
Gente potenzialmente più pericolosa, legata agli Irriducibili laziali ed in
passato a Base Autonoma e interna ad attività di tipo mafioso (
strozzinaggio, giri di coca e traffici vari), c’è nel limitrofo quartiere di
Torrevecchia, ma questi - scottati e disturbati per le attenzioni dei
compagni ed anche delle guardie dopo l’attentato citato di Primavalle
dell’aprile 2005 - ci hanno tenuto immediatamente a “chiamarsi fuori” dalla
vicenda di sabato comunicandolo chiaramente e direttamente ai compagni della
zona.
Infine c’è, nella zona di Ottavia, una sparuta presenza di personaggi della
cosiddetta Banda Noantri, vagamente legati a Forza Nuova, ma la cui attività
non è mai andata oltre qualche scritta sui muri ...
Insomma, tornando ai fatti di sabato, tutto fa pensare ad una cosa
“importata” e slegata dal territorio circostante, probabilmente legata alle
“faide” che oppongono a Roma, con scazzi e risse quasi quotidiane, da un
lato i naziskin più o meno legati al Msi/Ft e dall’altro i cosiddetti
redskins, sharp, rash ecc. ecc.
I quali redskins erano presenti in massa al concerto, essendo al seguito di
alcuni gruppi ska che si esibivano alla Lavanderia.
E già durante il concerto e prima della aggressione fascista avevano dato
l’impressione di “aspettarsi qualcosa”, cosa poi provata dall’enorme
quantità di tubi idraulici spuntati fuori come per incanto in mano a molti
di loro dopo il lancio delle molotov fasciste.
Del resto gli stessi aggressori fascisti hanno dimostrato una scarsa
conoscenza del territorio, ignorando l’esistenza della vigilanza armata che
presidia gli uffici della Asl all’interno dell’ ex manicomio e non ponendosi
nemmeno il problema che, se anche fossero potuti entrare nell’area del
S.Maria poi, una volta chiusi i cancelli alle loro spalle, avrebbero avuto
grosse difficoltà a dileguarsi .... con tutte le conseguenze del caso ...
Così come una scarsa conoscenza del territorio l’hanno dimostrata i vari
“cioccatori” fascisti successivi ai fatti che, non avendo la strada via di
fughe, le hanno regolarmente prese, in un caso persino in presenza della
polizia .....
Insomma, si intravede un qualcosa - almeno per alcuni - di non del tutto
inaspettato, “nato” in altre zone di Roma e che ha trovato al S. Maria una
casuale occasione di regolare vecchi conti.
Qualcosa del genere era già successa mesi fa al Trullo, davanti il centro
“Ricomincio dal Faro”, in occasione di un altro concerto ska, anche quello
largamente frequentato dai redskins.
Non entro nel merito dei precedenti “di strada” che avrebbero causato la
vicenda né minimamente mi viene in mente di condannare le “intemperanze” dei
redskins nei confronti dei fascisti, visto che penso che chi si pone, sia
pure su un terreno prepolitico e coattesco, il problema dell’antifascismo
militante a Roma meriti tutto il rispetto possibile.
Qualche perplessità nasce invece dal fatto che i redskins agiscono sul
territorio fregandosene deliberatamente del parere dei compagni delle zone
in cui si muovono e che spesso devono poi affrontare le conseguenze delle
loro “coattate”.
E dalla circostanza pressoché regolare per la quale spesso e volentieri
finiscono per aggredire anche i compagni che gli muovono questa critica,
come avvenuto proprio sabato notte ai danni di un operaio del Collettivo
Antagonista di Primavalle - certo non sospettabile di opportunismo e di
volontà di “pompieraggio” - che ha avuto gli occhiali rotti soltanto perché
polemizzava apertamente con un certo loro modo di fare ....
Ma questo rientra appunto nel carattere prepolitico del fenomeno redskins, è
un problema che certo non si può minimizzare né ignorare, ma Indymedia ed il
"web open" in genere non mi sembrano francamente il luogo più adatto per
discuterne seriamente ed approfonditamente.
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