DAL CORRIERE DELLA SERA 17 LUGLIO 2006

Anziani morti, i corpi trovati dopo 2 settimane Monte Mario: 

lui cieco, lei cardiopatica. Nessuno si era accorto del dramma

Soli, abbandonati da tutti, lasciati in balìa di gravi problemi di salute e del caldo insopportabile di questi giorni. Morti da almeno due settimane nella loro piccola abitazione al piano rialzato di una palazzina in via Siro Corti 25, a Monte Mario. Si chiamavano Francesco Ierdi e Lucia Placido, marito e moglie, le ultime vittime dell’indifferenza. Lui aveva 80 anni, ed era cieco. Lei, invece, era più giovane di due anni, ma da qualche tempo soffriva di cuore. E senza la moglie Franco (come era conosciuto nel piccolo borgo dalla parte opposta all’ex Santa Maria della Pietà) non muoveva un passo. I corpi dei coniugi sono stati scoperti ieri sera, poco dopo le 19. Alcuni vicini di casa hanno suonato alla porta della loro abitazione per avvertirli della messa che si doveva celebrare in una chiesa vicina in memoria di una condomina deceduta un mese fa. Un tanfo insopportabile proveniente dall’appartamento li ha convinti a chiamare la polizia. Poco dopo una squadra dei vigili del fuoco ha sfondato una delle quattro finestre ed è entrata nell’appartamento: Lucia era a letto, coperta da un lenzuolo leggero. Il marito invece era nel bagno, riverso in una posizione innaturale sul pavimento, dove sarebbe caduto dopo essere inciampato nel manico di una borsa che non poteva vedere.
Secondo il medico legale intervenuto sul posto è plausibile che, una notte di fine giugno, Franco Ierdi si sia svegliato scoprendo che la moglie, nel letto accanto a lui, non respirava più. A quel punto il pensionato si sarebbe alzato per raggiungere il bagno e prendere un po’ d’acqua o un medicinale per soccorrerla, ma sarebbe inciampato sbattendo la testa contro il lavandino dopo essersi tirato dietro un armadietto. E così, senza soccorsi e incapace di chiedere aiuto, Franco è morto, forse dopo uno-due giorni di agonia.
Una storia drammatica che ha sconvolto gli abitanti del quartiere dove la coppia era abbastanza conosciuta. Franco e Lucia, infatti, abitavano in via Corti da più di quarant’anni. Senza figli, con un fratello e due sorelle sparsi fra la Calabria e Venosa, in provincia di Potenza, marito e moglie andavano a fare la spesa insieme ogni giorno.
Lucia, che guadagnava qualche soldo facendo le pulizie nelle case dei vicini, aveva anche una passione per le piante che annaffiava sempre con cura. Le stesse piante ormai secche trovate nel piccolo giardino che circonda la palazzina dove abitava con il suo Franco. Ieri sera, mentre gli agenti della Squadra mobile e del commissariato Primavalle accompagnavano il medico legale per il sopralluogo indossando gli autorespiratori, una folla di residenti si è radunata di fronte al cancello d’ingresso dell’edificio per commentare l’accaduto. Sulla porta dell’appartamento dei coniugi Ierdi c’era incastrato un foglietto lasciato qualche giorno fa dall’Italgas per la lettura dei contatori. Probabilmente quando l’addetto è passato Franco e Lucia erano già morti.
 

Rinaldo Frignani

LETTERA SU IL TEMPO

 
Questa tragica notizia di cronaca che oggi ha toccato il municipio XIX dovrebbe indurci ad una riflessione su quali Politiche sociali siano state prodotte dal nostro Municipio in questi anni.  

Sarebbe bastato applicare la legge 328/2000 e raccordarsi con il distretto sanitario della ASL RME perchè i medici curanti segnalassero al servizio sociale gli anziani a rischio. Invece niente: due anziani cadaveri trovati dopo due settimane a via Sirio Corti.

 
Nessun consigliere, nè di destra nè di sinistra, si è mai premurato di farci sapere quali verifiche siano state fatte e quali risultati siano stati raggiunti con i progetti del piano sociale di zona 2001-2004.
A suo tempo l'abbiamo denunciato: il Welfare del Municipio è stata una grande spartizione di torta, utile al mercato di voti per le elezioni successive, piuttosto che un laboratorio finalizzato a creare una rete di protezione sociale per i soggetti più deboli della nostra comunità.
 
Auguriamoci per il futuro un maggiore senso istituzionale e consapevolezza su come vengono spesi i soldi pubblici destinati al sociale.
 
Domenico Ciardulli