Riconvertire le
fabbriche di morte è possibile
Il Coordinamento Contro la
Guerra Valle del Sacco, che da anni si batte contro le politiche di guerra,
invita a partecipare all’assemblea Pubblica del 27 ottobre
nella quale, partendo dal gravissimo incidente alla Simmel, su cui chiederemo
di conoscere la verità fino in fondo, cercheremo di affrontare temi come la
sicurezza, la precarizzazione e la qualità del lavoro, la salute pubblica, la
distruzione dell’ambiente che le fabbriche di morte portano sia nei territori
di produzione che di guerra.
Dentro
- producendo inquinamento - abbiamo ancora sotto gli occhi gli effetti del
disastro ambientale della Valle del Sacco, morti per
incidenti sul lavoro e a causa di malattie dovute alle sostanze utilizzate in
quel processo produttivo, distruzione del territorio. Il perclorato di ammonio(1),
uno dei tanti componenti chimici utilizzati dalla Simmel Difesa e dalla Fiat
Avio come propellente solido per razzi e missili, è sotto osservazione negli
Stati Uniti per l’inquinamento delle falde acquifere nei siti in cui sono
presenti industrie di armamenti , poligoni di tiro, depositi e ritenuto
responsabile di disfunzioni e tumori tiroidali.
Fuori
- nei luoghi di guerra - dove gli ordigni esplosivi vengono sganciati e
producono morte e distruzione su larga scala oppure le orrende mutilazioni
delle clusters bombs.
In più occasioni la Simmel
Difesa si è preoccupata di smentire l’accusa(2),
che gli viene dai movimenti contro la guerra, di produrre armi non
convenzionali come le cluster bombs
(bombe a grappolo),
ma certamente i documenti reperibili come le relazioni del Governo sulle
importazioni ed esportazioni di armamenti e le relazioni
internazionali presenti sul web ci dicono che la Simmel ha prodotto tecnologia
ad alta letalità come i BCR (Bomblets
Cargo Round) con 63
sub-munizioni, i razzi Firos 25-30 con 77 sub-munizioni
(che una volta cadute sul terreno e non esplose si comportano come delle
mine-antipersona),
dal 2004 i missili
aria-aria IRIS-T frutto di cooperazione internazionale, che andranno ad armare
i nuovi caccia JSF F-35. Questi e molte altre tipologie di armamenti e
munizionamento(3)
vengono vendute ed esportate in gran parte all’estero
(Arabia Saudita, Turchia, Oman, Corea del Sud per citarne alcuni).
Molte e diverse sono secondo
noi le responsabilità e le negligenze per quello che è accaduto ieri: i
governi che con leggi neoliberiste precarizzano i rapporti di lavoro e di
vita, i sindacati che in nome della concertazione sacrificano i diritti
fondamentali dei lavoratori come la sicurezza. Si sottraggono risorse dalla
spesa sociale, impoverendo istruzione, previdenza, sanità e si spendono oltre
20 miliardi di euro per l’acquisto di armi offensive come
i bombardieri nucleari EuroFigther e il mantenimento delle missioni
all’estero.
Pensiamo che le
risposte alla guerra debbano avvenire tutti i giorni, a
partire dai luoghi di vita e di lavoro, attraverso il protagonismo dei
cittadini e dei lavoratori, attraverso l’azione diretta, proponendo la
riconversione civile delle fabbriche di morte e la rescissione dei trattati
internazionali sulle basi e sulle servitù militari(4).
(2)http://italy2.peacelink.org/disarmo/articles/art_20358.html
(3)http://www.simmeldifesa.com
(4)http://www.disarmiamoli.org