DA http://www.carta.org/campagne/migranti/12359       20 DICEMBRE 2007

Il razzismo di Veltroni straripa a Ponte Mammolo

Gianluca Carmosino

Il progetto di pulizia etnica ordinato da Walter Veltroni contro i rom rischia di interrompersi. Novembre ha registrato un sgombero ogni due giorni circa, dicembre era cominciato con altri due grandi interventi a Ponte Mammolo, periferia est di Roma, ma nelle ultime ventiquattro ore, per l’azione di associazioni, parlamentari e i partiti di «La Sinistra e L’Arcobaleno» del Municipio V, la macchina da guerra messa in campo dal sindaco si è inceppata. Le due baraccopoli rase al suolo a Ponte Mammolo hanno infatti distrutto gli arredamenti, i libri, le pentole di decine di famiglie rom, ma soprattutto hanno lasciato quaranta bambini e due donne in gravidanza al gelo, in strada, per dieci notti.
Mercoledì pomeriggio, il senatore Salvatore Bonadonna [Prc], lo ha anche denunciato in aula. «Mi vergogno di un paese che permette una simile crudeltà e che per giunta la contrabbanda come misura di sicurezza–ha spiegato Salvatore Bonadonna–e ancora di più mi vergogno della città di Roma, la cui amministrazione, interpellata sul problema, risponde di non poter fare niente. Ma non è Veltroni l’amico dei bambini? Il sindaco che pensa al museo del giocattolo a Villa Ada? Non si possono ‘sbaraccare’ le persone senza preventivamente trovare una soluzione alternativa».
Quelli sgomberati sono due grandi gruppi familiari, i cui bambini frequentavano le scuole del quartiere. «La maggior parte sono cittadini italiani, francesi e rumeni che hanno la residenza in Italia e qui lavorano. Vivevano a Ponte Mammolo da oltre dieci anni. Di molti non sappiamo più nulla», racconta Antonio Medici, vicepresidente del Muncipio V [Prc].
Soltanto questa mattina, grazie all’intervento di Antonio Medici e dei servizi sociali del Muncipio, è stato trovato il posto per le famiglie sgomberate. Si tratta del campo semi-attrezzato in via della Martora, sempre nel Municipio V, dove sono state aggiunte una decine di roulotte. L’intervento a Ponte Mammolo è stato gestito dal Dipartimento V del Comune di Roma senza alcun coinvolgimento dei servizi del Municipio V, anche se Ivano Caradonna, presidente del Municipio V [tra i più premiati dalle primarie del Pd], non ha perso l’occasione per vantarsi in questi giorni degli «interventi risolutivi» organizzati dal Comune.
Per questi motivi, il Coordinamento Roma città democratica e solidale [Arci di Roma, Lunaria, Senza confine e molti altri], «La Sinistra e L’Arcobaleno del V Municipio», Carta, la bottega del commercio equo Tutti giù per terra hanno promosso un incontro pubblico per venerdì 21 dicembre alle ore 11,30 presso l’Arci [viale G. Stefanini 15], durante il quale saranno presenti alcuni rom, per proporre la convocazione di un Tavolo di dialogo «che metta insieme istituzioni locali, comunità di migranti, associazioni di solidarietà, cittadini, per intraprendere percorsi partecipati di reale soluzione dei problemi».
I promotori dell’incontro hanno anche scritto una lettera aperta al sindaco di Roma e all’assessore alla Sicurezza Touadi, in cui, tra l’altro, si legge: «Nelle ultime settimane, l’Amministrazione comunale ha voluto lo sgombero dei baraccamenti di rom, migranti e italiani in varie zone della città, in particolare lungo le rive dell’Aniene a Ponte Mammolo, a Rebibbia, a Ponte Salario. Sulla stampa sono apparse le dichiarazioni soddisfatte per la ‘riqualificazione’ delle aree interessate; gli sgomberi del 3 e del 10 dicembre hanno coinvolto quasi ottocento persone. Che cosa si è risolto?… Pensiamo che la legalità, la solidarietà, la ‘sicurezza’si riconquistano riqualificando i quartieri e le aree più degradate, sostenendo i migranti–come i nostri concittadini–nella ricerca di casa e lavoro, guardano alle situazioni concrete per aiutare chi vuole intraprendere percorsi di inclusione… Le risorse ci sono, visto che il ministero della Solidarietà sociale ha fatto un bando apposito da 50 milioni di euro: il Comune di Roma è uno dei destinatari, come intende utilizzarle?».

DA ALICE NEWS

http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2007/12_dicembre/19/roma_prc_sgombero_campo_rom_al_freddo_39_bambini,13673063.html?pmk=nothpcro

ROMA, PRC: SGOMBERO CAMPO ROM, AL FREDDO 39 BAMBINI

Senatore Bonadonna attacca Veltroni

postato 1 giorno fa da APCOM

Roma, 19 dic. (Apcom) - Dopo lo sgombero del campo nomadi di Ponte Mammolo a Roma 39 bambini dai 2 ai 16 anni, di cui uno sofferente di crisi convulsive, e tre donne incinte sono al freddo e dormono in furgoni messi a disposizione da alcuni cittadini da più di 72 ore. Lo ha denunciato in aula oggi il senatore del Prc Salvatore Bonadonna.

Le donne e i loro figli fanno parte di due grandi gruppi familiari sgomberati dal campo di Ponte Mammolo, e i bambini frequentavano regolarmente le scuole rionali. "Mi vergogno di un Paese che permette una simile crudeltà e che per giunta la contrabbanda come misura di sicurezza - ha sottolineato Bonadonna in una nota - e ancora di più mi vergogno della città di Roma, la cui amministrazione, interpellata sul problema, risponde di non poter fare niente".

Dure le parole del senatore all'indirizzo del sindaco Walter Veltroni: "Non è Veltroni l'amico dei bambini? Il sindaco che pensa al museo del giocattolo a Villa Ada? Non si possono 'sbaraccare' le persone senza preventivamente trovare una soluzione alternativa. Non hanno nessun altro posto dove andare". Bonadonna ha sottolineato che esiste un campo semi-attrezzato in via della Martora nel V Municipio, dove sarebbe possibile autorizzare l'insediamento dei nomadi. "Si tratta di cittadini italiani ,francesi e rumeni che hanno tutti la residenza e lavorano. Vivevano a Ponte Mammolo da oltre dieci anni", ha dichiarato il senatore che ha inviato una lettera al prefetto Mosca affinché intervenga immediatamente.

Tra le persone sgomberate ci sono anche una ragazza di 14 anni e una di 17 in procinto di partorire e una donna di 30 anni al settimo mese di gravidanza.

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Quando i rom non fanno notizia 

di Giovanni Russo Spena*

Al direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli
Al direttore di Repubblica Ezio Mauro
Al direttore del Messaggero Roberto Napoletano
Al direttore del Tg1 Gianni Riotta
Al direttore del Tg2 Mauro Mazza
Al direttore del Tg3 Antonio Di Bella

Cari direttori,
mi è dispiaciuto non trovare oggi sui vostri giornali nessun riferimento alla drammatica storia di 36 bambini e 3 donne, tutti rom italiani e francesi, costretti dallo sgombero del loro campo a Roma, nel V municipio, a dormire in due pulmini, all'addiaccio, da dieci giorni. La notizia, raccontata in aula nel suo intervento dal senatore del mio gruppo Salvatore Bonadonna, era tale da far accapponare la pelle: una cinquantina di rom quasi tutti con lavoro, molti perfino a tempo indeterminato, cacciati all'alba, le loro povere case distrutte, distrutti i libri di scuola dei bambini, quelli in età scolare tutti inseriti, e bene, nel contesto scolastico....

Dalla denuncia del senatore Bonadonna ci siamo mobilitati e alla fine siamo riusciti ad ottenere dal prefetto Mosca, che non era a conoscenza di questa situazione, una soluzione condivisa. Il Comune infatti aveva si proposto degli alloggi, ma in situazioni che avrebbero portato allo smembramento delle famiglie. La situazione naturalmente è, come si dice, in progress e noi continuiamo a seguirla da vicino.

Si parla tanto, e giustamente, della distanza tra la politica e i cittadini. Ebbene, lo dico come nota a margine, quando alla fine è arrivata, grazie al prefetto, l'avvio di una soluzione, noi politici esperti e consumati ci siamo sentiti, per una volta, concretamente utili a questo paese, un paese che non può lasciare bambini e donne, e neanche uomini, a dormire al freddo dopo avergli distrutto l'abitazione. Una piccola cosa, certo. Ma, almeno per noi, di enorme significato civile.

Il motivo per cui vi rivolgo questa lettera, collettiva e aperta, è un altro: conosco la vostra sensibilità e professionalità e la grande qualità delle vostre redazioni, mi rendo conto che la quotidianità incalza e preme, ma ciò che sta avvenendo nelle città italiane, nel paese, io credo meriti il potere informativo delle vostre grandi inchieste, non la rubricazione (in questo caso addirittura la derubricazione) a "fatti di cronaca". Sono certo che condividete la necessità che nel paese infatti, insieme alla giustissima condanna per atti criminali compiuti da alcuni rom, condanna morale e civile che deve esprimersi per la criminalità di qualsiasi persona, di qualsiasi nazionalità, venga prodotta anche l'informazione necessaria a non alimentare e anzi a frenare, l'odio per il diverso da noi.
Il ruolo dell'informazione è essenziale sempre, ma su questo terreno è vitale.

*Capogruppo a Palazzo Madama del Prc

 

 

 

 

 

 

 

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