DA http://www.carta.org/campagne/migranti/12359 20 DICEMBRE 2007
DA ALICE NEWS
postato 1 giorno fa da APCOM
Roma, 19 dic. (Apcom) - Dopo lo sgombero del campo nomadi di Ponte Mammolo a Roma 39 bambini dai 2 ai 16 anni, di cui uno sofferente di crisi convulsive, e tre donne incinte sono al freddo e dormono in furgoni messi a disposizione da alcuni cittadini da più di 72 ore. Lo ha denunciato in aula oggi il senatore del Prc Salvatore Bonadonna.
Le donne e i loro figli fanno parte di due grandi gruppi familiari sgomberati dal campo di Ponte Mammolo, e i bambini frequentavano regolarmente le scuole rionali. "Mi vergogno di un Paese che permette una simile crudeltà e che per giunta la contrabbanda come misura di sicurezza - ha sottolineato Bonadonna in una nota - e ancora di più mi vergogno della città di Roma, la cui amministrazione, interpellata sul problema, risponde di non poter fare niente".
Dure le parole del senatore all'indirizzo del sindaco Walter Veltroni: "Non è Veltroni l'amico dei bambini? Il sindaco che pensa al museo del giocattolo a Villa Ada? Non si possono 'sbaraccare' le persone senza preventivamente trovare una soluzione alternativa. Non hanno nessun altro posto dove andare". Bonadonna ha sottolineato che esiste un campo semi-attrezzato in via della Martora nel V Municipio, dove sarebbe possibile autorizzare l'insediamento dei nomadi. "Si tratta di cittadini italiani ,francesi e rumeni che hanno tutti la residenza e lavorano. Vivevano a Ponte Mammolo da oltre dieci anni", ha dichiarato il senatore che ha inviato una lettera al prefetto Mosca affinché intervenga immediatamente.
Tra le persone sgomberate ci sono anche una ragazza di 14 anni e una di 17 in procinto di partorire e una donna di 30 anni al settimo mese di gravidanza.
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Al direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli
Al direttore di Repubblica Ezio Mauro
Al direttore del Messaggero Roberto Napoletano
Al direttore del Tg1 Gianni Riotta
Al direttore del Tg2 Mauro Mazza
Al direttore del Tg3 Antonio Di Bella
Cari direttori,
mi è dispiaciuto non trovare oggi sui vostri giornali nessun riferimento alla
drammatica storia di 36 bambini e 3 donne, tutti rom italiani e francesi,
costretti dallo sgombero del loro campo a Roma, nel V municipio, a dormire in
due pulmini, all'addiaccio, da dieci giorni. La notizia, raccontata in aula nel
suo intervento dal senatore del mio gruppo Salvatore Bonadonna, era tale da far
accapponare la pelle: una cinquantina di rom quasi tutti con lavoro, molti
perfino a tempo indeterminato, cacciati all'alba, le loro povere case distrutte,
distrutti i libri di scuola dei bambini, quelli in età scolare tutti inseriti, e
bene, nel contesto scolastico....
Dalla denuncia del senatore Bonadonna ci siamo mobilitati e alla fine siamo riusciti ad ottenere dal prefetto Mosca, che non era a conoscenza di questa situazione, una soluzione condivisa. Il Comune infatti aveva si proposto degli alloggi, ma in situazioni che avrebbero portato allo smembramento delle famiglie. La situazione naturalmente è, come si dice, in progress e noi continuiamo a seguirla da vicino.
Si parla tanto, e giustamente, della distanza tra la politica e i cittadini. Ebbene, lo dico come nota a margine, quando alla fine è arrivata, grazie al prefetto, l'avvio di una soluzione, noi politici esperti e consumati ci siamo sentiti, per una volta, concretamente utili a questo paese, un paese che non può lasciare bambini e donne, e neanche uomini, a dormire al freddo dopo avergli distrutto l'abitazione. Una piccola cosa, certo. Ma, almeno per noi, di enorme significato civile.
Il motivo per cui vi rivolgo questa lettera,
collettiva e aperta, è un altro: conosco la vostra sensibilità e professionalità
e la grande qualità delle vostre redazioni, mi rendo conto che la quotidianità
incalza e preme, ma ciò che sta avvenendo nelle città italiane, nel paese, io
credo meriti il potere informativo delle vostre grandi inchieste, non la
rubricazione (in questo caso addirittura la derubricazione) a "fatti di
cronaca". Sono certo che condividete la necessità che nel paese infatti, insieme
alla giustissima condanna per atti criminali compiuti da alcuni rom, condanna
morale e civile che deve esprimersi per la criminalità di qualsiasi persona, di
qualsiasi nazionalità, venga prodotta anche l'informazione necessaria a non
alimentare e anzi a frenare, l'odio per il diverso da noi.
Il ruolo dell'informazione è essenziale sempre, ma su questo terreno è vitale.
*Capogruppo a Palazzo Madama del Prc