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ANGELI CON LA FACCIA SPORCA

Gli adolescenti tra mitologia e condanna

giornate di studio sull'adolescenza 20 e 21 novembre 2007 via della Consolazione 4,  Roma

 

Mario Pollo docente di Pedagogia generale presso la LUMSA

"La nostra è una società orientata all'assenza di conflitti e incapace di gestire i conflitti . Per questo motivo l'unico strumento è l'esclusione. Questa incapacità di gestire i conflitti ricade sugli adolescenti.

Diceva Eraclito che il conflitto è il motore della vita. Il conflitto proposto in maniera costruttiva è quindi elemento costitutivo di una società vitale. Invece si propone l'assenza di conflitto, si segue una traiettoria e nessuno deve interferire. Le traiettorie non devono disturbarsi tra loro. Se una traiettoria disturba le altre la si elimina.

Noi constatiamo che molto spesso i ragazzi non ascoltano ciò che gli altri dicono, ascoltano solo le critiche alle proprie asserzioni e le rifiutano divenendo aggressivi. Ho messo in evidenza  i rischi ma ci sono le opportunità. Se gli stessi fattori di rischio vengono affrontati creativamente ciò può produrre evoluzione. In alcuni giovani e adolescenti esiste nuova progettualità. Sto scoprendo, raccogliendo storie di vita , soprattutto nelle ragazze c'è una sorta di progettualità dove si cercano nel presente i segni del futuro più aderente al corso della vita.

I ragazzi quando sono aperti all'esperienza dell'alterità (soprattutto le diversità radicali) con tutta una serie di elementi identitari riescono a porsi positivamente sulla potenzialità del futuro".

 

Massimo Bracalenti, psicoanalista:

"La nostra società ha delegato la sessualità infantile e adolescenziale ai pedofili. La nostra cultura sta rapinando l'adolescenza privandola di ciò che è. Noi ci trasformiamo in adolescenti e quindi non possiamo pensarli perchè, in realtà, li invidiamo troppo...

...L'accusa che io faccio è che non è ancora pensato il bambino dal punto di vista sessuale. La sessualità dei bambini è stata delegata ai pedofili. In base a come il bambino o la bambina sono stati pensati dal punto di vista sessuale, dipende come il bambino o bambina affronterà la depressione....

L'adolescente è lo specchio futuro della società, la proiezione futura della società. Gli adolescenti non sono pensati. Disturba pensare il nostro futuro e disturba pensare la nostra adolescenza. Non vogliamo pensarli e per questo sembrano dei marziani.

...Per capire l'adolescente dobbiamo tornare indietro. I greci , e faccio un'osservazione non psicoanalitica, avevano la preoccupazione costante della paidèia e della maieutica. "

Ci meravigliamo della promiscuità? E se fosse una grande difesa della sessualità e del piacere?

"Winnicot diceva: l'adolescenza è una lunga e faticosa elaborazione della depressione. Adolescenza e depressione vanno insieme"

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Prof. Ignazio Senatore, psichiatra, Università Federico II Napoli

Terapeutico. Che il cinema avesse anche questo ruolo (forse sopratutto questo) credo di averlo capito negli anni fragili e turbinosi dell'adolescenza quando i film e lo schermo mi sembravano l'unico luogo (il solo almeno, che io conoscessi l'unico che il mio tempo mi offrisse) per riconnettere in una storia dotata di senso i frammenti sconnessi di esperienza contro cui mi faceva cozzare la vita. Ricordo certi pomeriggi invernali a Milano, quando il "mal di vivere" (la sua insesatezza...) sembrava materializzarsi nella nebbia che ti inghiottiva e che immergeva lo sguardo in un'ovattata luminosità lattiginosa. Si andava al cinema, allora. A vedere qualsiasi cosa, purché fosse un film. Rannicchiati in terza fila, in posizione fetale, ci lasciavamo invadere dai simulacri del mondo che emanavano dallo schermo 90-120 minuti di terapia intensiva: all'uscita stavamo sempre meglio e ci pareva perfino che il mondo (quasi sempre ancora avvolto nella nebbia fosse migliore (e avesse più senso) di quanto non pensassimo prima di comprare il biglietto e di immergerci nel buio luminoso della sala. Da che cosa curava il cinema? Che malattia aiutava a sconfiggere? Che patologia combatteva?  ("Curare con il cinema" dalla prefazione di Gianni Canova)

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Prof. Jerome Liss, fondatore della scuola Biosistemica di psicoterapia di Roma consulente ONU

 (Il Prof Jerome Liss conduce i Seminari di Formazione per i gruppi di pace, l’Associazione Lilliput, il WWF, sui temi della Comunicazione Ecologica, della Conduzione del Gruppo e dell’Integrazione di nuovi soci)

Esperienze corticali cosciente e processi sub-corticali non – coscienti

Il cervello è formato da numerosi livelli connessi con centri neuronali distribuiti orizzontalmente e verticalmente.

SOTTO-CORTECCIA Processi Non Consci     CORTECCIA Esperienza Cosciente

Nella sotto corteccia  o inconscio sottocorticale esistono tre dimensioni:

Nel caso di una percepita infelicità:

quella dell'emozione (ad esempio: "mi sento molto male")

quella del sè-altro (ad esempio "non mi vogliono bene")

quella dell'azione (ad esempio "non ce la faccio") 

Nel campo della scuola esistono due tipi di apprendimento quello attivo che tende a trasmettere agli alunni la pratica la relazione e l'azione in un meccanismo positivo innescato dall'autorità.

Il metodo tradizionale invece manca di questi elementi e l'apprendimento si basa sulla passività dell'ascolto.

Interazione

Il livello più alto, la corteccia cerebrale, contiene molte aree connesse l’una con l’altra: la corteccia visiva, la corteccia auditiva, aree per le funzioni propriocettive, aree per il pensiero simbolico con la sua immaginazione visiva, per la memoria, per il linguaggio, per le emozioni, per la pianificazione e per l’azione. I processi coscienti (consapevoli) sono correlati con la scarica neuronale nella maggior parte di queste aree.

I processi non-coscienti sono correlati con la scarica neuronale nella parte più bassa del cervello, che chiameremo area sub-corticale. Esiste una costante interazione tra i processi corticali coscienti e i processi corticali incoscienti

Serena Veggetti docente di psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Filosofia Università La Sapienza di Roma

Non possiamo separare il linguaggio dalle interazioni e dal territorio dell'adolescenza. L'adolescenza è una realtà sconosciuta . Si parla di "Burrasca adolescenziale" in Francia. In Italia ricerche recenti sono state condotte da Canestrari a Bologna.

Esiste un apparente distacco dalla realtà. Il coinvolgimento per la propria immagine corporea. C'è un più sensibile interesse durante gli anni dello sviluppo. "No esiste un solo adolescente ma diverse tipologie : sacrificato, negato, prolungato (Canestrari). Si è scoperto che vi è una visione deformata dell'adolescenza. E qui introduciamo il concetto di Prolessi (webster) che consiste nella modalità di guardare il futuro degli adolescenti con strutture del passato. Gli insegnanti fanno considerazioni sull'alunno per il futuro usando la propria esperienza passata. E questo è sbagliato perchè non possiamo conoscere il loro futuro. I vieofonini gli sms vengono usati con i loro significati del presente per loro e non per quello che i genitori si aspettano per il futuro.

Per riferirci ad un fatto di croncaca recente i cui alcuni adolescenti hanno filmato una loro coetanea che stava morendo sotto le ruote di un veicolo. Potrebbero averlo fatto per conservare qualcosa che sta morendo o per esorcizzare la morte. nessuno meglio di Freud ha parlato dell'adolescenza come momento complesso vissuto di lutto, distacco, addio, perdita.. ma anche nei confronti delle figure onnipotenti (insegnanti genitori) . L'adolescente è solo. Lo spazio se lo ricavano loro. Il lavoro che non c'è pesa sulle scelte adolescenziali. I valori degli adulti non coincidono.

...................................................................................continua resoconto nei prossimi giorni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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